Confutazione di alcune interpretazioni date dagli Avventisti ad alcune Scritture per sostenere l’obbligatorietà del sabato

Gli Avventisti del Settimo Giorno – Indice  >  L’imposizione del sabato e della decima, e il divieto di mangiare alcuni cibi e di bere alcune bevande  >  L’imposizione del sabato  >  Confutazione di alcune interpretazioni date dagli Avventisti ad alcune Scritture per sostenere l’obbligatorietà del sabato

Vediamo adesso di dimostrare come gli Avventisti per sostenere l’obbligatorietà del sabato sotto la grazia si basano su fallaci interpretazioni date ad alcuni versetti della Scrittura.

Il primo verso che essi citano è questo scritto in Marco: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato; perciò il Figliuol dell’uomo è Signore anche del sabato”.[1] Commentando queste parole essi dicono: ‘In altre parole, Egli è il suo autore e il suo fattore. Egli è il suo protettore (…) quando Cristo venne, alla sua incarnazione, Egli similmente osservò il settimo giorno come il Sabato’.[2]

Cominciamo col dire che le parole di Gesù non significano che egli ha confermato che i credenti devono osservare il sabato perché lui è il capo del sabato, ma solo che dato che lui è il Signore sopra tutte le cose, era anche Signore sopra il giorno del sabato ed aveva il potere di compiere guarigioni in quel giorno, era libero di farlo e nessuno glielo poteva impedire o poteva dire che egli infrangeva il sabato. Per quanto riguarda il fatto che Gesù osservò il sabato, questo è vero, ma è vero anche che Gesù come Giudeo osservò tutta la legge e non solo una parte; e quindi lui ha osservato le feste giudai­che, i precetti concernenti i cibi impuri e così via. Perciò se noi dobbiamo osservare il sabato come i Giudei per questa ragio­ne, allora dovremmo pure osservare gli altri precetti della legge che ha osservato Gesù. Ma questo non è possibile perché altrimen­ti ricadremmo sotto il giogo della legge. Prendiamo per esempio la carne di maiale; possiamo dire con certezza che Gesù non la mangiò perché in questo caso avrebbe infranto la legge e si sarebbe reso colpevole. Ma egli, benché non mangiò la carne di maiale, in osservanza della legge dei Giudei, non confermò affat­to questo precetto, ma lo abolì dicendo che non è quello che entra nella bocca dell’uomo che lo contamina ma quello che esce dalla bocca. Questa è la ragione per cui noi mangiamo la carne di maiale, benché Gesù non la mangiò. Per il sabato è la stessa cosa; benché Gesù lo osservò in ubbi­dienza alla legge di Mosè; egli non ha per nulla obbligato nessu­no a osservarlo. Ma ha lasciato liberi i suoi discepoli a riguar­do; cioè egli non ha ordinato loro di radunarsi in quel giorno per rendergli il culto. Tanto è vero che quando i discepoli tornarono a Gerusalemme dal monte degli Ulivi, dopo che lui era stato assunto in cielo, erano del continuo nel tempio,[3] e dopo la Pentecoste la Scrittura dice che tutti quelli che credevano “tutti i giorni, essendo di pari consentimento assidui al tempio, e rompendo il pane nelle case, prendevano il loro cibo assie­me…”.[4] Quindi non si radunavano in un particolare giorno della settimana solamente, ma tutti i giorni. E quindi anche noi cre­denti siamo liberi di radunarci quando vogliamo; il fatto quindi che alcuni preferiscono radunarsi in un giorno piuttosto che in un altro non deve per nulla creare dei pregiudizi nei credenti o delle contese. Gli uni vogliono radunarsi in un particolare giorno per adorare Iddio assieme? Lo facciano, sono liberi di farlo. Gli altri invece preferiscono un altro giorno? Lo faccia­no, nessuno li contraddice. Solamente non ci giudichiamo a vicen­da o non sprezziamoci perché ci raduniamo in giorni diversi per adorare lo stesso Dio. In questi casi noi credenti siamo chiamati a rispettare la convinzione altrui, anche se non siamo d’accordo, perché si tratta di opinioni diverse sui giorni. La Scrittura ci avverte a tale riguardo (su questo avvertimento torneremo più avanti).

Il secondo passo che prendono gli Avventisti è questo scritto nell’Apocalisse: “E un altro, un terzo angelo, tenne dietro a quelli, dicendo con gran voce: Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, beverà anch’egli del vino dell’ira di Dio mesciuto puro nel calice della sua ira: e sarà tormentato con fuoco e zolfo nel cospetto dei santi angeli e nel cospetto dell’Agnello. E il fumo del loro tormento sale ne’ secoli dei secoli; e non hanno requie né giorno né notte quelli che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo nome. Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù”.[5] A riguardo di queste parole essi dicono: ‘Noi crediamo che la restaurazione del Sabato è indicata nella profezia della Bibbia di Rivelazione 14:9-12. Credendo sinceramente questo, noi consi­deriamo l’osservanza del Sabato come una prova della nostra fedeltà a Cristo come Creatore e Redentore’.[6] Noi riteniamo invece che il ripristino del sabato non si intrave­de minimamente in queste parole del terzo angelo. Che dire? Rimaniamo veramente meravigliati nel costatare che gli Avventisti in quelle parole ci vedono la restaurazione del sabato giudaico!

Ora, per gli Avventisti il ripristino del sabato è parte dell’ul­timo grande risveglio delle verità apostoliche dimenticate e trascurate, e fa parte dell’ultimo messaggio di Dio all’umanità prima del ritorno di Cristo, messaggio naturalmente di cui gli Avventisti si sentono essere gli esclusivi proclamatori. Ma secondo quello che insegna la Scrittura quello che loro chiamano ripristino o restaurazione del sabato, non è altro che una rico­struzione di ciò che Cristo ha distrutto. E non è per nulla parte del grande risveglio di dottrine apostoliche, semplicemente perché gli apostoli non imposero mai l’osservanza del sabato come fanno loro. Sono altre le dottrine apostoliche trascurate e dimenticate che devono essere ripristinate in seno alla Chiesa; ne cito solo alcune; quella del velo, quella dell’adornamento verecondo e modesto delle donne, di come devono essere gli anziani e i diaconi, che i coniugi sono legati l’uno all’altro per tutta la vita e che non si possono risposare per nessuna ragione finché l’altro è ancora in vita, la dottrina sui doni dello Spirito Santo. Queste sono alcune delle cose che devono essere reinsegnate in mezzo al popolo di Dio, ma non il sabato.

 


[1] Mar. 2:27-28

[2] Questions on Doctrine, pag. 149, 151

[3] Cfr. Luca 24:53

[4] Atti 2:46

[5] Ap. 14:9-12

[6] Questions on Doctrine, pag. 153