L’imposizione del sabato

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La dottrina avventista

Il sabato va osservato perché è il segno fra Dio e il suo popolo, e verrà il tempo che l’osservanza del falso sabato (la domenica) costituirà il marchio della bestia.

Ellen G. White scrisse a proposito del sabato: ‘Fu perché questa verità rimanesse sempre presente nella mente degli uomini che Dio istituì il sabato in Eden, e finché sussisterà il fatto che Egli è il nostro Creatore, esso rappresenterà la ragione per la quale dobbiamo adorarlo e considerare il sabato come un segno e un memoriale. Se il sabato fosse stato universalmente osservato, i pensieri e gli affetti degli uomini sarebbero stati rivolti al Creatore come oggetto di riverenza e di adorazione, e non ci sarebbe mai stato un idolatra, un ateo, un incredulo. L’osservanza del sabato è un segno di fedeltà al vero Dio’.[1] Ricordiamo che Ellen G. White asserì a proposito del sabato di avere avuto una visione nella quale fu portata nel luogo santissimo in cielo e vide i dieci comandamenti, con un’au­reola di gloria attorno al comandamento del sabato. Ecco le sue parole: ‘ (…) il Signore mi inviò una visione. Venni condotta nel luogo santissimo. Vidi l’arca e su di essa il propiziatorio. Gesù sollevò il coperchio dell’arca e io vidi le tavole di pietra sulle quali erano scritti i dieci coman­damenti. Fui stupita nel leggere il quarto comandamento. Lo circondava un’aureola di gloria (…) il quarto comandamento, riguar­dante il sabato, brillava persino più di tutti gli altri; poiché il sabato era stato santificato per esser osservato in onore del nome santo di Dio. Il sabato santo appariva glorioso, circondato da un’aureola di gloria’.[2]

Questa sua dottrina è confermata in Questions on Doctrine con le seguenti parole: ‘Noi crediamo che il Sabato fu istituito in Eden prima che il peccato entrasse, che fu onorato da Dio, messo a parte per decreto divino, e dato all’umanità come il perpetuo memoriale di una creazione finita’, [3] e nel diciannovesimo articolo di fede della Chiesa Avventista del Settimo giorno che dice tra le altre cose: ‘…Il quarto comandamento dell’immutabile legge di Dio richiede l’osservanza di questo Sabato, il settimo giorno, come giorno di riposo, di adorazione e di ministerio in armonia con l’insegnamento e la vita di Gesù, il Signore del Sabato…’.[4]

Allora il sabato non fu abolito da Cristo? No, infatti gli Avventisti affermano con forza: ‘Noi dissentiamo dal suggeri­mento che il settimo giorno del Sabato dell’Antico Testamento aveva solo un significato cerimoniale, o che fu in qualche manie­ra compiuto e abrogato da Cristo….’.[5]

Per gli Avventisti l’osservanza del sabato è un espressione della fede che Cristo creò il mondo, ed anche un segno di amore, di fedeltà e di devozione verso il Signore. Segno che purtroppo contraddistingue ben pochi Cristiani. Per queste ragioni essi si sentono investiti di una particolare missione restauratrice e si ritengono ambasciatori di un particolare messaggio che ha al suo centro proprio il sabato, infatti si studiano di convincere tutti coloro che incontrano, sia Cattolici che Protestanti, ad osservare il sabato. Sabato che secondo loro è stato calpestato dal papato perché secondo loro la ragione per cui oggi i cristiani ‘osservano’ la domenica anziché il sabato è perché il papato sostituì nei primi secoli dopo Cristo il settimo giorno della settimana con il primo giorno; a sostegno di ciò essi citano sempre un canone del concilio di Laodicea del 364 circa che ingiunge di osservare il primo giorno della settimana anziché il settimo,[6] e svariate dichiarazioni di prelati papisti che attribuiscono il cambiamento del giorno del Signore dal sabato alla domenica alla chiesa cattolica romana.

Nello stesso tempo però gli Avventisti fanno presente che questo cambiamento era stato predetto da Dio tramite il profeta Daniele quando gli disse a riguardo di un re che sarebbe sorto e che avrebbe proferito parole contro l’Altissimo ed avrebbe ridotto allo stremo i santi di Dio: “Penserà di mutare i tempi e la legge”.[7]

Questa è una delle ragioni per cui gli Avventisti sono particolarmente avversi ai Cattolici romani. E non solo ai Cattolici romani ma anche ai Protestanti[8] perché in questo sono andati dietro alla chiesa cattolica romana mettendosi anch’essi contro il quarto comandamento del decalogo dicendo che esso è stato abrogato da Cristo.[9] La loro dunque è una guerra che si prefigge di far tornare la cristianità sviata (dal papato) ad osservare il sabato. E per capire con quanta decisione e forza portano avanti il messaggio del sabato nel mondo intero basta leggere le loro riviste, i loro numerosi libri, o sentirli parlare.[10] Per loro l’osservanza della domenica al posto del sabato è una breccia apertasi nella legge di Dio che essi quali ‘riparatori di brecce’ devono riparare. La loro profetessa infatti disse a riguardo: ‘La breccia nella legge provocata dal cambiamento da parte dell’uomo nell’osservanza del sabato, deve essere riparata. Il popolo di Dio degli ultimi tempi, presentandosi al mondo come un riformatore, mostrerà che la legge di Dio è il fondamento di ogni riforma duratura e che il sabato del quarto comandamento può essere presentato come memoriale della creazione e come punto di riferimento costante…’.[11]

A tutto ciò bisogna aggiungere che l’osservanza della domenica invece del sabato, per gli Avventisti, è il marchio della bestia di cui si parla nell’Apocalisse; marchio però che ancora nessuno ha preso – questo essi ci tengono a precisarlo – perché esso sarà preso quando verrà il tempo in cui l’osservanza della domenica verrà imposta con la forza. Allora e solo allora chi rifiuterà di osservare il sabato sarà marchiato con quel marchio e perciò condannato alla distruzione eterna. Citiamo alcune parole della White a riguardo: ‘Nessuno ha ancora ricevuto il marchio della bestia. Il tempo della prova non è ancora arrivato. Ci sono veri Cristiani in ogni chiesa non esclusa la comunione Cattolica Romana. Nessuno di essi è condannato fino a che essi non avranno avuto la luce e non avranno visto l’obbligo del quarto comandamento. Ma quando il decreto uscirà imponendo il falso sabato, e il forte grido del terzo angelo avvertirà gli uomini contro l’adorazione della bestia e della sua immagine, la linea sarà chiaramente demarcata tra il falso e il vero. Allora coloro che continueranno ancora nella trasgressione riceveranno il marchio della bestia’;[12] ‘L’osservanza della domenica non è ancora il marchio della bestia, e non lo sarà fino a che non uscirà il decreto che causerà gli uomini di adorare questo idolo sabato. Verrà il tempo che questo giorno sarà il test, ma quel tempo non è ancora giunto’.[13]

Stando così le cose il loro dovere è quello di avvertire l’umanità delle terribili conseguenze a cui andranno incontro coloro che nel tempo fissato da Dio (molto vicino per loro) rifiuteranno di osservare il sabato. Insomma verrà il tempo in cui l’osservanza del sabato costituirà una questione di vita o di morte.

Per riassumere brevemente la posizione degli Avventisti a riguardo del sabato diciamo quanto segue. Il sabato fu istituito da Dio nel giardino dell’Eden, nel senso che Dio comandò per prima ad Adamo ed Eva di osservarlo per commemo­rare la sua completa creazione, poi fu confermato al monte Sinai al popolo d’Israele, sempre per commemorare l’opera della sua creazione; ed infine mediante Cristo fu confermato e non abrogato perché Gesù stesso lo osservò e non disse di non osservarlo più. Questo implica naturalmente che oggi il settimo giorno della settimana, ossia il sabato giudaico, per loro deve essere osser­vato sotto la grazia come doveva essere osservato sotto la legge perché secondo loro esso è tuttora in vigore. Il fatto che il settimo giorno sia stato sostituito dalla domenica è dovuto all’opera malefica del papato che così facendo mutò la legge di Dio, cosa questa per altro preannunciata da Dio. Ma Dio nella sua fedeltà in questi ultimi giorni ha suscitato il Movimento Avventista per restaurare alcune verità, tra cui appunto l’osservanza del sabato. Da qui il loro grande sforzo per ‘convertire’ al sabato gli osservatori della domenica. E siccome il tempo in cui l’osservanza della domenica costituirà il marchio della bestia si avvicina frettolosamente, essi devono avvertire il mondo intero della catastrofe che si abbatterà su tutti coloro che in quel tempo osserveranno la domenica.

 


[1] Ellen G. White, Il gran conflitto, pag. 320

[2] Citato da Robert S. Folkenberg, Noi crediamo ancora, Trento 1994, pag. 87-88

[3] Questions on Doctrine, pag. 149

[4] G. De Meo, op. cit., pag. 235

[5] Questions on Doctrine, pag. 157

[6] E’ il ventinovesimo canone che dice: ‘I cristiani non devono più giudaizzare e restare oziosi il giorno di sabato ma devono lavorare in quel giorno; che essi onorino il giorno del Signore e si astengano per quanto possibile nella loro qualità di cristiani, di lavorare in quel giorno. Se essi persistono a giudaizzare, siano anatemi nel nome di Cristo’.

[7] Dan. 7:25; cfr. Questions on Doctrine, pag. 169

[8] In questi ultimi tempi però molti Avventisti non si mostrano coerenti con la loro speciale missione di cui si sentono investiti e su cui la White poneva molta enfasi. Difatti essi collaborano con i Protestanti; per quanto riguarda l’Italia non pochi Avventisti sostengono l’idea di aderire alla Federazione delle Chiese Evangeliche. Idea però che è fortemente contrastata dagli Avventisti ‘radicali’ che vedono in questo eventuale passo della Chiesa Avventista un serio pericolo per la loro identità ed un compromesso inaccettabile. In realtà non si capisce proprio come coloro che dicono che poco prima del ritorno di Cristo il mondo protestante imporrà, mediante l’aiuto del potere civile, l’osservanza della domenica possano collaborare proprio con i Protestanti!

[9] L’architetto di questo cambiamento è Satana. Ascoltate quello che la White scrisse a proposito: ‘Durante la dispensazione cristiana il grande nemico della felicità dell’uomo si è scagliato in modo particolare contro il quarto comandamento. Satana dice: ‘Mi opporrò ai propositi di Dio. Incoraggerò i miei seguaci a non tener conto del memoriale del Signore, il settimo giorno della settimana. Dimostrerò agli uomini che il giorno benedetto e santificato dall’Eterno è stato cambiato. Quel giorno non rimarrà nelle menti degli uomini perché ne cancellerò perfino il ricordo. Lo sostituirò con un giorno che non ha l’impronta divina, un giorno che non sia un segno fra Dio e il suo popolo. Indurrò coloro che accettano questo mio giorno ad attribuirgli la santità conferita da Dio al settimo giorno. Tramite il mio giorno sostitutivo esalterò me stesso. Si osserverà il primo giorno della settimana e il mondo protestante accetterà questo giorno di riposo apocrifo come autentico. Con la trasgressione del sabato, istituito da Dio, getterò il discredito sulla legge divina. Farò in modo che le parole ‘un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni’ siano applicate al mio giorno di riposo. In questo modo il mondo sarà mio; io sarò il dominatore della terra, il principe di questo mondo. Controllerò le menti degli uomini tanto che il sabato di Dio sarà oggetto di particolare disprezzo….’. (Ellen G. White, Profeti e Re, Firenze 1994, pag. 103). Si noti quanto dure e folli siano queste parole della White. La domenica viene niente di meno fatta passare per il giorno del diavolo, un giorno tramite cui il diavolo esalterebbe se stesso!

[10] D. M. Canright, che era stato un leaders avventista ai suoi tempi e amico personale dei coniugi White, alla fine del secolo scorso (1887) si separò dagli Avventisti e si unì ad una Chiesa Battista, e scrisse nel suo libro Seventh-day Adventism Renounced (L’Avventismo del Settimo giorno Ripudiato): ‘Io ero rimasto per molto tempo impressionato dal fatto che noi Avventisti predicavamo molto differentemente dagli apostoli. Per esempio, noi stavamo sempre a predicare e a scrivere sul Sabato, mentre Paolo in tutte le sue quattordici epistole lo menziona solo una volta, Col. 2:16, e poi solo per condannarlo!’ (pag. 86; citato da Hoekema, op. cit., pag. 127).

[11] Ellen G. White, Profeti e Re, pag. 344-345

[12] Ellen G. White, Evangelism [Evangelismo], pag. 234,235; citato da Questions on Doctrine, pag. 183

[13] Ellen G. White Manuscript 118, 1899; citato da Questions on Doctrine, pag. 184