La predicazione di Cristo agli spiriti ritenuti in carcere

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La dottrina avventista

Cristo predicò tramite Noè agli antidiluviani.

L’apostolo Pietro dice nella sua prima epistola: “Poiché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, egli giusto per gl’ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte, quanto alla carne, ma vivificato quanto allo spirito; e in esso andò anche a predicare agli spiriti ritenuti in carcere, i quali un tempo furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava, ai giorni di Noè, mentre si preparava l’arca…”.[1] Gli Avventisti spiegano queste parole in questa maniera. ‘Noi crediamo perciò che ai giorni di Noè, e per mezzo di Noè stesso, chiamato dall’apostolo ‘predicatore di giustizia’, lo spirito di Gesù Cristo proclamò i giudizi di Dio che stavano per colpire quegli uomini la cui malvagità era grande sulla terra (…) i giudizi di Dio furono proclamati agli antidiluviani da Noè, ma in Noè era lo spirito di Cristo che parlava, e Pietro dice chiaramente che ciò avveniva ‘mentre si preparava l’arca’. La predicazione di Noè non avvenne nel carcere, il soggiorno dei morti, che la Scrittura chiama anche il ‘luogo del perpetuo oblio’, ma sulla terra, mentre il patriarca lavorava alla preparazione dell’arca’.[2]

 


[1] 1 Piet. 3:18-20

[2] G. L. Lippolis ‘Predicazione di Cristo ai morti?’, in Il Messaggero Avventista, Agosto 1967, pag. 9