La politica

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La dottrina avventista

E’ lecito sia andare a votare che candidarsi a qualche carica politica.

In un articolo apparso sul Messaggero Avventista, dal titolo ‘Gli Avventisti e la politica’ dopo che viene detto: ‘Credo che sia capitato a molti di porsi questa domanda: E’ possibile per un avventista occuparsi di politica?’, vengono dette tra le altre cose queste: ‘Poiché, secondo l’insegnamento della Bibbia, il cristiano deve essere osservante delle leggi dello Stato, e poiché l’esercitare il diritto di voto non contrasta coi comandamenti di Dio, risulta chiaramente che per un credente, cittadino italiano, non vi è solo il diritto ma anche IL DOVERE DI VOTARE’,[1] ed ancora: ‘Se per ‘occuparsi di politica’ s’intende ‘rendersi conto dei problemi politici, vagliare le soluzioni proposte dai vari partiti, avere una certa conoscenza di almeno alcuni degli uomini che si presentano come candidati alle elezioni’, per poter votare con cognizione di causa, è evidente che la risposta non può essere che positiva. Sì, un avventista può occuparsi di politica’.[2] Ma che dire del partecipare direttamente alla vita politica assumendo cariche elettive? Può un Avventista fare anche questo tipo di politica? Certo, infatti nel numero seguente del periodico dopo che viene formulata la seguente domanda: ‘Può un avventista occuparsi direttamente di politica, cioè può servire la società nel campo politico accettando di assumere cariche elettive?’ vengono citate le seguenti parole di Ellen White: ‘Cari giovani, qual è lo scopo, la ragion d’essere della vostra vita? Aspirate voi ad avere una buona istruzione perché grazie ad essa potrete farvi un nome e assicurarvi una buona posizione nel mondo? Le vostre ambizioni segrete vi inducono a sperare di toccare un giorno le alte cime della grandezza intellettuale, di prendere posto nelle assemblee esecutive e legislative e di collaborare alla stesura di leggi che reggeranno il vostro paese? Tali aspirazioni non sono affatto da condannarsi (Fundamentals of Christian Education, p. 82)’.[3] La risposta dunque che viene data anche in questo è affermativa; a sostegno vengono citati gli esempi di Giuseppe e di Daniele.

 


[1] Gianfranco Rossi ‘Gli Avventisti e la politica’, in Il Messaggero Avventista, n° 4, 1974, pag. 39

[2] Ibid., pag. 40

[3] Gianfranco Rossi ‘Gli Avventisti e la politica’, in Il Messaggero Avventista, n° 5, 1974, pag. 51. Nell’articolo viene citato l’esempio dell’Avventista Jerry L. Pettis che dal 1966 era deputato al Congresso degli Stati Uniti d’America.