I due testimoni dell’Apocalisse

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La dottrina avventista

I due testimoni sono l’Antico e il Nuovo Testamento.

Nel libro dell’Apocalisse al capitolo 11 si parla dei due testimoni del Signore che profeteranno per milleduecentosessanta giorni.

Che cosa dicono gli Avventisti di essi? Chi sono per loro? Daremo la risposta citando alcune parole tratte dal libro Dal flauto dolce ai timpani: cose chiare di Daniele e dell’Apocalisse. ‘Questi due testimoni che profetizzano, che parlano da parte del Signore sono l’Antico e il Nuovo Testamento, sono la Legge e la profezia, ‘la Parola vivente di Dio’ come già avevano interpretato S. Agostino e Gerolamo… Questi due testimoni sono rivestiti di sacco perché la loro opera viene svolta nel lutto, nel cordoglio, nella persecuzione, nel dolore e nell’amarezza. La loro luce deve risplendere nel territorio dei latini quando i papi, i re, i concili, i vescovi che detenevano il potere, erano uniti per proibire la lettura della Bibbia, pena durissimi castighi (…) La specificazione cronologica 1260 giorni o 42 mesi e un tempo dei tempi e la metà di un tempo, sono coniati sullo schema di Daniele 7:25 e 12:7 e delimitano quel periodo di durissima tribolazione che identifica l’epoca del predominio dell’anticristo rappresentato storicamente dal potere temporale dei papi. Questo periodo di 1260 giorni costituisce il tempo dell’apostasia ed è indicato nella Scrittura ben sette volte in Daniele e in Apocalisse. (…) Alla fine dei 1260 giorni, dopo l’inizio del potere temporale del Vescovo di Roma, l’evento più importante che interviene è la rivoluzione Francese. Vari fatti si sono verificati nel lasso di tempo che è intercorso fra i suoi primi moti e gli eventi che si sono succeduti con Napoleone Bonaparte.(…) Il nuovo calendario rivoluzionario (con la settimana di 10 giorni) che rompe con la tradizione cristiana è votato il 5 agosto 1793… Il 7 novembre l’ateismo è ufficialmente proclamato… Il 10 novembre il culto della Ragione (la sua dea, viene rappresentata sotto l’immagine di una attrice dell’Opera) è inaugurato e osannato alla Convenzione e a Nôtre-Dame… Il 30 brumaio del II anno della repubblica (20 novembre 1793), la Convenzione abolisce ogni forma di culto; e tutto viene fatto con bande, canti e danze. Il Cristianesimo è abolito. I due testimoni vengono uccisi sulla piazza dello Stato di Francia. Con l’aggiunta del periodo di tre anni e mezzo arriviamo al 20 maggio 1797. In quel mese si nomina una commissione che prepari una nuova legge sui culti. Camille Jordan proclamò la restaurazione dei culti a nome del Corpo Legislativo il 17 giugno 1797. Erano passati tre anni, sei mesi e ventotto giorni. La parola di Dio ha avuto il suo compimento anche su se stessa. (…) in seguito alla Rivoluzione Francese, la diffusione del testo delle Sacre Scritture ha conosciuto una vera ‘risurrezione’ sì da diventare ormai da anni il best-seller numero uno’.[1]

Si noti come ancora una volta a dei giorni trascritti nella Scrittura viene applicata la ‘regola’ di un anno per giorno. Questa volta però la data di partenza dei 1260 giorni non è il 457 a. C. ma bensì il 533 d.C., anno che secondo gli Avventisti segnò l’inizio della supremazia papale con la promulgazione del decreto di Giustiniano che ordinava il primato del vescovo di Roma. In questo periodo di 1260 giorni l’Antico e il Nuovo Testamento avrebbero profetizzato, poi alla fine di questi giorni sarebbero stati ‘uccisi’ in Francia (nel 1793) con un decreto della Convenzione che aboliva ogni forma di culto, e dopo circa tre anni e mezzo vengono ‘risuscitati’ tramite un decreto che sanciva la restaurazione dei culti.

 


[1] Dal flauto dolce ai timpani, a cura di Rolando Rizzo, pag. 195, 196, 198