Il controllo delle nascite

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La dottrina avventista

E’ lecito impedire il concepimento.

Ellen G. White affermò: ‘Vi sono genitori che, senza considerare se sono in grado o non di assicurare il benessere a una famiglia numerosa, riempiono letteralmente la loro casa di piccoli esseri abbandonati a se stessi, che dipendono interamente dai genitori per le cure e l’educazione necessarie… Si tratta di una colpa crudele, non solo nei confronti della madre, ma anche verso i bambini e verso la società’[1] ed ancora: ‘Prima di incrementare la famiglia, i genitori dovrebbero considerare seriamente se il mettere al mondo dei figli sarà motivo di glorificazione di Dio o di disonore. Loro primo impegno dovrebbe essere quello di glorificare Dio con la loro unione fin dal principio e per tutti gli anni della loro vita coniugale. Dovrebbero considerare con cura quale condizioni possono prevedere per i loro figli. Non hanno alcun diritto di mettere al mondo dei figli che costituiranno un peso per gli altri. Sono in una situazione economica che consenta loro di provvedere alla famiglia, senza che questa diventi un peso per gli altri? Se no, commettono un crimine mettendo al mondo dei bambini che soffriranno per mancanza di cure adeguate, di cibo, di vestiario’.[2]

A proposito di questa posizione della White a favore del controllo delle nascite si legge in un numero del Messaggero Avventista: ‘Il concetto di procreazione responsabile e di pianificazione intelligente della famiglia, che va rafforzandosi sempre più nella società moderna, fu chiaramente e incisivamente espresso da E. G. White in un’epoca in cui il mondo conosceva poco o niente di tutto questo. Un’ignoranza completa regnava, e in parte esiste tuttora, tra i cristiani circa le loro responsabilità nella pianificazione della famiglia, mentre noi avventisti siamo in possesso di preziose dichiarazioni e consigli dello Spirito di Profezia che hanno precorso i tempi. Coloro che hanno un po’ di dimestichezza con l’inglese, leggano in The Adventist Home i capitoli XVIII, pp. 121-128 e XXIV, pp. 162-166; in Messages to Young People, cap. 156, pp. 462-463. E. G. White sostiene dunque la necessità di una famiglia programmata, ossia limitata alle possibilità fisiche, economiche, psichico-mentali e spirituali dei genitori’.[3]

 


[1] Ellen G. White, The Adventist Home, pag. 162; citazione presa dall’articolo di J. R. Spangler ‘Gli Avventisti e il controllo delle nascite’ apparso sul Messaggero Avventista del giugno 1974, pag. 63

[2] Ellen G. White, Messages to Young People [Messaggi ai Giovani], pag. 462; citazione tratta da op. cit., pag. 63

[3] Nino Bulzis ‘Gli Avventisti e il controllo delle nascite’, in Il Messaggero Avventista, luglio 1969, pag. 6