Il battesimo con lo Spirito Santo e le lingue sono inscindibili

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Per ciò che concerne le lingue occorre dire che in base a quello che troviamo scritto negli Atti degli apostoli esse sono il segno esteriore che attesta che un credente è stato riempito di Spirito Santo, infatti il giorno della Pentecoste quando quei circa cento­venti credenti furono ripieni dello Spirito Santo “cominciarono a parlare in altre lingue secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi”,[1] a casa di Cornelio quando gli uditori della Parola ricevettero lo Spirito Santo cominciarono anch’essi a parlare in altre lingue infatti è scritto: “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo cadde su tutti coloro che udivano la Parola. E tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili; poiché li udivano parlare in altre lingue, e magnificare Iddio”,[2] e ad Efeso quando i circa dodici discepoli ricevettero lo Spirito anch’essi si misero a parlare in lingue secondo che è scritto: “Dopo che Paolo ebbe loro imposto le mani, lo Spirito Santo scese su loro, e parlavano in altre lingue, e profetizzavano”.[3] L’errore di Branham quando dice che le lingue sono solo una delle nove manifestazioni scritte in 1 Corinzi 12 è quello di confondere il segno delle lingue con il dono della diversità delle lingue; il segno delle lingue comincia ad essere presente nel credente dal preciso momento in cui viene riempito di Spirito Santo ed è quindi presente in tutti quei credenti riempiti di Spirito, il dono della diversità delle lingue invece non è presente in tutti i credenti ripieni di Spirito perché consiste nella capacità di parlare mediante lo Spirito più lingue straniere e non una sola. E questo dono può manifestarsi quando il credente viene riempito di Spirito Santo (in questo caso il credente comincia subito a parlare più lingue straniere e non una sola), o dopo qualche tempo (quando riceve il dono delle lingue).

Che dire allora del ragionamento fatto da Branham secondo cui se le lingue parlate quando si riceve il battesimo con lo Spirito Santo non vengono comprese da chi ascolta esse sono dal diavolo? Diremo che è un ragionamento sbagliato, e lo confutiamo subito. Innanzi tutto, se è vero che il giorno della Pentecoste il parlare in altre lingue fu compreso dagli uditori, è altresì vero che a casa di Cornelio il parlare in lingue non fu compreso (o almeno, non ci viene detta una simile cosa) perché è detto soltanto che tutti i credenti circoncisi che erano venuti con Pietro li udivano parlare in altre lingue e magnificare Dio (che sono due cose distinte), come è anche vero che il parlar in altre lingue non fu compreso ad Efeso (o almeno, non ci viene detta una simile cosa). Ma ammesso e non concesso che in tutti e questi tre casi il parlare in altre lingue fu compreso da qualcuno degli uditori, non per questo si potrebbe arrivare a dir che la regola per sapere se il parlare in lingue ricevuto col battesimo con lo Spirito è vero o falso sia questa, e ciò perché nella lettera ai Corinzi quando Paolo parla del parlare in lingue dice: “Chi parla in altra lingua non parla agli uomini, ma a Dio; poiché nessuno l’intende, ma in ispirito proferisce misteri”.[4] Non importa dunque se chi parla in altra lingua parla una sola lingua straniera o più lingue straniere, se egli viene compreso dagli astanti o meno, perché il suo parlare è rivolto a Dio, egli in ispirito proferisce misteri. E a conferma di ciò ci sono anche queste parole di Paolo rivolte a chi in assemblea parla in altre lingue senza interpretare: “Altrimenti, se tu benedici Iddio soltanto con lo spirito, come potrà colui che occupa il posto del semplice uditore dire ‘Amen’ al tuo rendimento di grazie, poiché non sa quel che tu dici? Quanto a te, certo, tu fai un bel ringraziamento; ma l’altro non è edificato”.[5] Notate che Paolo non ha detto che dato che colui che occupa il posto del semplice uditore non intende quello che tu dici in altre lingue, le tue lingue sono dal diavolo, ma che di certo tu fai un bel ringraziamento a Dio, ma l’altro non è edificato. Naturalmente Paolo in quel caso parlava del dono delle lingue che si manifesta quando la chiesa è riunita, tuttavia questo ragionamento è applicabile anche al parlare in lingue come segno che si comincia a manifestare in coloro che ricevono il battesimo con lo Spirito Santo, nell’istante in cui vengono battezzati con lo Spirito, e questo perché il parlare in altre lingue è sempre rivolto a Dio. E poi, se dovessimo seguire la ‘regola di Branham’ dovremmo arrivare alla conclusione che per essere battezzati con lo Spirito Santo è necessario che ci sia qualcuno, credente o non credente, ad ascoltarci. Non si potrebbe essere battezzati con lo Spirito Santo mentre si è soli! Una simile conclusione ci pare a dir poco assurda.

Attenzione, con questo discorso non si vuole negare né che il diavolo può e fa parlar in lingue e neppure che ci sono contraffazioni del parlare in lingue anche in seno alle Chiese, ma solo che per capire se le lingue sono da Dio o meno non si può prendere la regola enunciata di Branham. Ma allora come si fa a dire che le lingue che un credente parla sono autentiche e non una contraffazione? Innanzi tutto, il parlare in lingue per lo Spirito, dato che avviene per lo Spirito di Dio che è santo, è un parlare che quand’anche non viene inteso è pieno di potenza e di santità. La potenza ci potrebbe essere in quello prodotto dal diavolo, ma certamente non ci può essere la santità. Ed inoltre mediante il dono del discernimento degli spiriti, che si manifesta con visioni, Dio fa intendere che la persona in questione parla in lingue assistito da spiriti maligni. Ed infine c’è il dono dell’interpretazione delle lingue mediante cui lo Spirito dà di intendere anche il significato di quelle parole proferite per l’assistenza degli spiriti maligni. Una cosa comunque va detta, il parlar in lingue satanico prima o poi viene smascherato. Un’altra cosa che mi preme dire è che non si può dedurre che un parlar in lingue è falso o viene dal diavolo dal modo di condursi di chi parla in lingue; voglio dire con questo che non è detto che un credente o una credente che magari ancora non si vestono in maniera decente e modesta, o che magari sono caduti in qualche peccato, non parlino in lingue per lo Spirito Santo. Nella Chiesa di Corinto di credenti che parlavano in lingue ma che nello stesso tempo si comportavano male ce n’erano parecchi; pur tuttavia Paolo non mise in dubbio il loro parlar in lingue. Questo va detto, perché troppo spesso si fa riferimento alla condotta di un credente per stabilire se parla lingue vere o false (naturalmente non escludiamo che ci siano credenti che si comportano male e parlano lingue false).

Come abbiamo visto, Branham faceva un ragionamento a sostegno di questa sua idea che le lingue non erano il segno dell’avvenuta ricezione del battesimo con lo Spirito Santo, che ancora oggi fanno molti fratelli. Nella sostanza questi credenti domandano: ‘Come è possibile che degli uomini come Wesley, Whitefield, Finney, ed altri famosi predicatori del passato, non fossero ripieni di Spirito Santo solo perché non parlarono mai in altre lingue?’ Dunque il fatto che questi uomini di Dio parlarono a così tante persone e tanti furono salvati per mezzo della loro predicazione, – dicono loro – significa che essi erano battezzati con lo, o ripieni di, Spirito Santo. Il fatto che essi non parlavano in lingue significa che le lingue non sono il segno comprovante il battesimo con lo Spirito Santo. Ci possono e non ci possono essere; ma non sono il segno legalizzatore del battesimo con lo Spirito Santo’. Che dire? Diremo semplicemente che dopo la Pentecoste, non importa quanto un uomo sia eloquente e potente nel presentare l’Evangelo, non importa a quante persone egli annunci l’Evangelo, possono essere pure centinaia di milioni di persone come nel caso di Billy Graham, non importa se egli prega sugli ammalati e avvengono delle guarigioni, se egli dice di essere stato battezzato con lo Spirito Santo ma quando lo ha ricevuto non ha cominciato a parlare in altra lingua, egli non ha ricevuto il battesimo con lo Spirito Santo di cui vediamo la prima manifestazione nel libro degli Atti degli apostoli al capitolo secondo. E’ un fratello in Cristo, un ministro del Vangelo, ma non è battezzato con lo Spirito Santo. Per alcuni questo è duro da accettare; anzi impossibile, ma è la verità. E tutto questo perché è impossibile per loro accettarlo? Perché essi pensano di fare torto a quei famosi predicatori del Vangelo del passato e a dei famosi predicatori del Vangelo ancora viventi, dicendo che i primi non erano, e i secondi non sono, battezzati con lo Spirito Santo. Ma in fin dei conti non si sta mica dicendo che sono ancora perduti, o che sono ancora sotto la potestà del diavolo!! Si sta semplicemente dicendo che non hanno sperimentato quello che sperimentarono i discepoli il giorno della Pentecoste. Ma pare proprio che costoro non ci riescano a parlare in questa maniera. Eppure negli Atti degli apostoli non c’è una conferma sola ma ce ne sono ben tre di conferme sul segno delle lingue come segno comprovante l’avvenuta ricezione del battesimo con lo Spirito Santo! Ma pare proprio, che ce ne potrebbero essere anche tremila di conferme: questi credenti continuerebbero a parlare nella stessa maniera.

Fratelli, vi esorto a rimanere attaccati anche a questa parte del consiglio di Dio. Non vi lasciate ingannare da vani ragionamenti.

 


[1] Atti 2:4

[2] Atti 10:44-46

[3] Atti 19:6

[4] 1 Cor. 14:2

[5] 1 Cor. 14:16-17