C’è un evangelico tra le vittime dell’incidente avvenuto ieri all’aeroporto Barajas di Madrid

Sull’aereo caduto c’era Rubén Santana Mateo, 45 anni, della Chiesa Evangelica Battista di Tres Cantos (Madrid), Missione della Chiesa Evangelica Battista “Buon Pastore” di via Ros de Olano a Madrid. Era il responsabile dell’evangelizzazione, ed insieme a sua moglie svolgeva un lavoro missionario nella zona della Sierra Norte di Madrid. Lascia la moglie Mari Carmen Hernández León e tre figli, Donovan, Jonás ed Erika.

Via | Protestante Digital


Un passeggero voleva scendere, ma l’equipaggio glielo impedì

ROMA (22 agosto) – Dopo il primo stop dell’MD-82 per problemi tecnici Ruben Santana voleva scendere dall’aereo ma l’equipaggio glielo ha impedito. Santana ha inviato dall’aereo un primo sms alla moglie, rimasta a Madrid, dicendole che il velivolo aveva dei problemi e che sarebbero partiti con un po’ di ritardo. La donna gli aveva risposto che era preoccupata e che non voleva che lui partisse. A quel punto l’uomo ha chiesto di uscire, ma l’equipaggio non glielo ha permesso. La storia è stata raccontata da un amico di famiglia e raccolta dal quotidiano El Pais. Nell’ultimo sms di Santana, camionista e pastore in una chiesa evangelica, si legge: «Ormai non posso più uscire, hanno chiuso tutto». Santana aveva tre figli. Andava alle Canarie per visitare i suoi genitori. Aveva prenotato un biglietto per il volo Madrid-Las Palmas per il 21 agosto ma, essendo rimasto un posto libero, lo aveva cambiato con un altro per il giorno precedente.

Ruben Santana non sarebbe però l’unico passeggero che voleva abbandonare il velivolo. I familiari di altre vittime hanno detto al quotidiano Abc di aver ricevuto anch’essi sms dai loro parenti che non erano riusciti a scendere dall’aereo perchè l’equipaggio non lo aveva permesso.

Fonte: Il Messaggero

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Pedofilia – Spagna, padre di Mari Luz: Zapatero mi deve spiegazioni

Presunto assassino colpito da due condanne mai scontate

Roma, 30 mar. (Apcom) – Un pedofilo già condannato con ben due sentenze, di cui una per abusi sulla propria figlia, ma che non è mai andato in prigione e invece avrebbe colpito di nuovo: in Spagna continuano le polemiche sulla morte di Mari Luz Cortes, cinque anni appena, e il padre intervistato dal quotidiano El Mundo afferma, il premier “Zapatero dovrebbe dare delle spiegazioni”.

E’ uno scandalo simile a quelli già avvenuti in altri paesi europei. Il presunto assassino, Santiago del Valle, venerdì al suo arrivo al tribunale di Huelva (Andalusia) è stato accolto da centinaia di persone con lanci di pietre e urla di “assassino!”, e solo un imponente schieramento di polizia ha potuto evitare il linciaggio. Nei violenti scontri con le forze dell’ordine sono rimaste ferite cinque persone.

Del Valle è in custodia cautelare insieme alla sorella, coinvolta anch’essa nei fatti: secondo quanto ha dichiarato due giorni fa agli inquirenti, avrebbe sì adescato la bambina per abusare di lei, ma non l’avrebbe uccisa. Il sospetto ha sostenuto infatti che si sia trattato di “un incidente”, una caduta dalle scale.

Mari Luz, figlia del pastore evangelico zingaro Juan José Cortés, era scomparsa lo scorso 13 gennaio. Ricercata in tutta la Spagna e anche all’estero, il suo corpo privo di vita è stato rinvenuto in un fiume vicino a Huelva, lo scorso 7 marzo.

Ora Cortes parla al quotidiano conservatore El Mundo: “Lo Stato è indirettamente responsabile dell’assassinio di mia figlia” e parla di “una vergogna; le indagini devono andare fino in fondo costi quel che costi”. E ancora: “quando si guida un governo non si possono affidare incarichi alla gente senza assumersene le responsabilità”. L’allusione è al ministro della Giustizia, Mariano Fernandez Bermejo, che finora non si è pronunciato sulla morte di Mari Luz né sugli errori giudiziari che hanno tenuto Del Valle fuori dal carcere. Per Cortes, 38 anni, oltre a Del Valle “ci sono molti responsabili indiretti”. I suoi strali si appuntano anche sui giudici che non hanno fatto incarcerare il pedofilo, in particolare Rafael Tirado Marquez, titolare della prima sezione penale del tribunale di Siviglia. “Dire che la colpa è di una dipendente del tribunale che era in permesso è una scusa da poco” commenta.

E ancora: “Quando cominci a renderti conto di tutte le cose che sono successe il dolore aumenta. Perché ti rendi conto che la morte di Mari Luz si poteva evitare”.

Fonte: Alice News

Video – Spagna: Folla cerca di linciare presunto assassino di Mari Luz

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Spagna – Mari Luz, è scandalo: pedofilo condannato ma libero

Due condanne mai scontate, una per abusi sulla propria figlia

Madrid, 28 mar. (Apcom) – Un pedofilo già condannato con ben due sentenze, di cui una per abusi sulla propria figlia, ma che non è mai andato in prigione e invece è tornato a colpire, uccidendo una bambina di cinque anni, Mari Luz Cortés. E’ la storia dello scandalo, simile a quelli già avvenuti in altri paesi europei, che in questi giorni sta scuotendo la Spagna, con violente polemiche che oggi sono arrivate fino ai vertici dell’ordine giudiziario ed esecutivo. Il presunto assassino, Santiago del Valle, ieri al suo arrivo al tribunale di Huelva (Andalusia) è stato accolto da centinaia di persone con lanci di pietre e urla di “assassino!”, e solo un imponente schieramento di polizia ha potuto evitare il suo linciaggio da parte della folla inferocita. Nei violenti scontri con le forze dell’ordine sono rimaste ferite cinque persone, mentre altre cinque sono state arrestate.

Da ieri sera Del Valle è in custodia cautelare insieme alla sorella, coinvolta anch’essa nei fatti: secondo quanto ha dichiarato due giorni fa agli inquirenti, avrebbe sì adescato la bambina per abusare di lei, ma non l’avrebbe uccisa. Il sospetto ha sostenuto infatti che si sia trattato di “un incidente”, di una caduta dalle scale. Mari Luz, figlia del pastore evangelico zingaro Juan José Cortés, era scomparsa lo scorso 13 gennaio. Ricercata in tutta la Spagna e anche all’estero, il suo corpo privo di vita era stato rinvenuto in un fiume vicino a Huelva, lo scorso 7 marzo.

Ma poco dopo l’arresto, avvenuto dopo un primo fermo a cui era seguito un rilascio, le assurde circostanze del caso sono cominciate ad emergere in tutta la loro gravità: l’uomo era stato condannato una prima volta nel 2002 per aver abusato della sua figlioletta di cinque anni, ma aveva fatto ricorso. Poi, nel 2005 la sentenza era stata confermata e il ritardo mentale di Del Valle non era stato considerato un’esimente completa: gli avevano dato due anni e nove mesi, che non ha mai scontato. Nel frattempo, nel 2004, aveva subito un’altra condanna per aver abusato di una bambina di 9 anni. Anche stavolta, due anni di galera mai scontati, perché gli era stata concessa la sospensione della pena a condizione di non commettere altri reati: secondo i media spagnoli, il giudice non avrebbe ricollegato l’imputato all’altro caso pendente su di lui per la mancanza di un sistema centralizzato di informazione sui processi in corso.

Il Consiglio generale del potere giudiziario (Cgpj, il Csm spagnolo) e la procura di Siviglia hanno aperto delle indagini per comprendere le responsabilità dell’accaduto: il giudice che emise la prima sentenza nel 2002, Rafael Tirado Marquez, ha attribuito la perdurante libertà del pedofilo a un congedo di cinque mesi della funzionaria incaricata di eseguire le sentenze, che non era stata sostituita dalla giunta regionale dell’Andalusia. Ma nel tribunale, secondo quanto riportato dal quotidiano ‘El Mundo’, alcuni colleghi della donna hanno fatto notare che i tempi del ragionamento non tornano, e che “la questione è molto più complessa”. Del caso, secondo la vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega, si è interessato ieri anche lo stesso capo del governo José Luis Zapatero, che ne ha parlato con i ministri responsabili della Giustizia e dell’Interno: de la Vega ha definito oggi il caso di Mari Luz un “gravissimo” e “tragico errore giudiziario”. “Si dovranno chiarire i fatti fino in fondo e accertare le responsabilità fino in fondo, facendo ricadere tutto il peso della legge sui responsabili”, ha detto.

Nel frattempo è scoppiata la polemica sulle pene: da più parti si è chiesta la reintroduzione dell’ergastolo per i reati di pedofilia al posto della pena massima di 30 anni, e lo stesso leader dell’opposizione del Partido popular (Pp), MarianoRajoy, ha detto che non appena iniziata la nuova legislatura presenterà un progetto di riforma del codice penale per rafforzare le pene per i delitti sessuali sui minori. De la Vega è rimasta cauta: un aumento delle pene “non è una priorità”, ha detto, aggiungendo però che il governo “è sempre aperto a miglioramenti del sistema”. Il padre della piccola Mari Luz, Juan José Cortés, da parte sua ha chiesto l’ergastolo “non come castigo, ma come prevenzione”. Il pastore evangelico gitano negli ultimi giorni ha cercato in tutti i modi di raffreddare gli animi: “La giustizia a volte sbaglia – ha detto oggi – ma credo che molte volte metta la gente al suo posto, e questo è ciò che ora vogliamo: che Del Valle sia messo in prigione”.

Fonte: Alice News

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Spagna: confessa rapitore piccola Mari Luz, stampa

MADRID – Santiago G., il 52enne di Huelva (Andalusia) fermato ieri pomeriggio dalla polizia spagnola come presunto responsabile del sequestro della piccola Mari Luz Cortes, 5 anni, ha dichiarato durante i primi interrogatori che la bimba è ‘caduta accidentalmente’ al suolo mentre lo accompagnava ‘volontariamente’ per la città: lo riferiscono le edizioni elettroniche dei principali quotidiani spagnoli.

Mari Luz Cortes, una bambina di origine rom, era scomparsa lo scorso 13 gennaio a Huelva. Era stata ritrovata senza vita nel fiume cittadino il 7 marzo. La sua scomparsa aveva suscitato forte emozione in Spagna.

Le ultime dichiarazioni dell’arrestato contraddicono, secondo la stampa, quella rilasciata nella serata di ieri, in cui si dichiarava colpevole della morte della piccola. La detenzione era avvenuta vicino a Cuenca, in Castilla La Mancia, dove l’uomo si era spostato con la moglie e la sorella per timore di rappresaglie da parte dei famigliari della vittima, suoi vicini di casa. L’uomo, con precedenti penali per abusi su minori e su una delle figlie, era da subito il primo sospettato del delitto, mentre resta da chiarire il coinvolgimento delle due donne.

Fonte: SwissInfo.ch/SDA-ATS

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