Ecco chi è il predicatore che ha praticato la «caduta a terra» al Congresso Mondiale delle Assemblee di Dio a Madrid ad ottobre 2023 [Video]

Nathan Morris

Si chiama Nathan Morris ed è un predicatore che pratica la «caduta a terra», che noi sappiamo non essere altro l’«IPNOSI CON CADUTA MEDIANTE IL ‘TOCCO DI CHARCOT’», tocco che prende il nome dall’ipnotista Jean-Martin Charcot (1825-1893), che era massone. E’ lui il predicatore che nel video pubblicato il 26 Ottobre 2023 dal Congresso delle Assemblee di Dio si vede che butta a terra due giovani (https://www.facebook.com/giacinto.butindaro/posts/pfbid02WucSTss3r5bGH5D6PjFeYiPiBHSdYFSjQwTtRKXsFZhfHMzENrpBW22kY75SkaSFl).

Sul sito delle Assemblee di Dio del Panamà il 28 ottobre del 2023 è stato infatti caricato un video in cui si vede la sua performance a Madrid. Da notare che il suo modo di fare è molto simile a quello di Benny Hinn, e che spesso grida ‘Fire (Fuoco)’ mentre con la mano spinge le persone a terra! Guardate bene questi minuti perché a suo tempo anche qui in Italia, nelle ADI, si vedranno persone cadere a terra mediante il tocco di Charcot!

Intanto, aspettiamo che il presidente delle ADI, Gaetano Montante, condanni pubblicamente la caduta a terra che è stata praticata a Madrid poche settimane fa, e che dica che le ADI si dissociano dal Congresso Mondiale delle Assemblee di Dio. E aspettiamo anche che i due fratelli Infantino (Ruben e Christian), e Alessandro Iovino, che erano presenti, dicano pubblicamente che condannano questa pratica ipnotica che hanno veduto esercitata a Madrid a quel Congresso!

Giacinto Butindaro

Tratto da: La nuova Via

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Spagna: La Corte Suprema conferma la condanna per il pedofilo Santiago del Valle

La Corte Suprema spagnola ha confermato ieri la sentenza del Tribunale provinciale di Huelva, che ha condannato Santiago e Rosa del Valle a 22 e 9 anni di carcere, rispettivamente, per l’omicidio della piccola Mari Luz Cortés nel gennaio 2008.

Mari Luz, figlia del pastore evangelico Juan José Cortés, era scomparsa il 13 gennaio 2008. Ricercata in tutta la Spagna e anche all’estero, il suo corpo privo di vita era stato rinvenuto in un fiume vicino a Huelva, il 7 marzo.

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Spagna: Destituito prete, proponeva in rete servizi sessuali

MADRID – Suscita scalpore in Spagna il caso di un prete di una parrocchia della provincia di Toledo che ha utilizzato 17’000 euro della curia per pagare linee e pagine web pornografiche e che offriva in rete favori sessuali.

Samuel Martin, 27 anni e parroco delle località di Noez e Totanes, scrive “El Mundo”, appariva in vari annunci come “Hector, uomo etero spagnolo al servizio della tua felicità”, si proclamava “ben dotato e aperto a tutto meno che al sadomaso” e chiedeva dai 50 euro per 15 minuti a 120 per un’ora dei suoi servizi sessuali.

Il 7 febbraio il parroco aveva ammesso in un’omelia di aver sottratto denaro dai fondi delle confraternite ma non aveva menzionato il tentativo di vendita di un quadro del XVII secolo della parrocchia di Noez per 9’000 euro, che secondo “Abc” avrebbe provato a realizzare.

L’arcivescovo di Toledo Mgr Braulio Rodriguez ha destituito il sacerdote dal ministero, riferisce la stampa spagnola, per le “irregolarità economiche individuate nella parrocchia e nelle confraternite”. Nei suoi confronti è stata avviata una procedura disciplinare secondo il codice di diritto canonico.

Fonte: SwissInfo

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Spagna, a Siviglia un Museo dell’Inquisizione

Il Castello di San Giorgio a Siviglia ha aperto le porte al pubblico il mese scorso. L’edificio, che fu un quartier generale dell’Inquisizione nella città dal XV al XVIII secolo, è ora a tutti gli effetti un museo sugli orrori che si perpetrarono tra le sue mura.

Il nome esatto del percorso di visita della parte del castello aperta è: “Uno spazio di riflessione: il Castello di San Giorgio“. Una sala offre ai visitatori un video che mostra loro cosa significasse essere vittima di un processo dell’Inquisizione, e soffrire in prima persona l’abuso di potere. Il percorso guidato conduce poi lungo un corridoio e mostra i resti delle mura dove i prigionieri gridavano in agonia durante le sessioni di tortura. Pannelli informativi descrivono la vita quotidiana nelle varie parti del castello: le scuderie, gli uffici legali, le cucine, le cantine e la casa dell’Inquisitore capo.

Una sezione ricorda i molti che soffrirono nell’edificio, tra cui molti protestanti, come Casiodoro de Reina, Constantino Ponce de la Fuente e Maria de Bohorques. Quest’ultima è descritta come “appartenente al gruppo protestante di Ponce de León, figlio del conte di Bailén, che fu accusato di aver ricevuto letteratura protestante da un mulattiere di nome Julián Hernández“. Era una donna colta che cercò di far passare le proprie idee come cattoliche, ma prima dell’esecuzione due gesuiti e due domenicani cercarono di “salvarle l’anima“. Se ne andarono impressionati dalla sua saggezza e da come difese la propria fede, ma questo non fu sufficiente a salvarle la vita. Fu bollata come “luterana” e il suo corpo fu in seguito bruciato.

Casiodoro de Reina, che viene ricordato con particolare ammirazione dagli evangelici per il suo lavoro di traduzione della Bibbia in spagnolo, è descritto come “un insegnante evangelico che studiò nel monastero geronimita di San Isidoro del Campo“. Era uno di quelli che riuscirono a scappare in esilio a Ginevra, e insieme a uomini come Cipriano de Valera e Antonio del Corro, divenne uno dei personaggi di spicco nella Riforma. L’Inquisizione si dovette accontentare di bruciare una sua effigie in un “processo” del 1562.

Un altro dei protestanti di cui si fa menzione è Constantino Ponce de la Fuente, “canonico in Siviglia per ordine del Vaticano“. Nel 1558 fu accusato dall’Inquisizione di essere un luterano. Avevano già in precedenza bruciato i suoi libri in pubblico, diffamato la sua persona e l’avevano confinato nel Castello di Triana, dove morì prima di essere processato.

Il museo è stato aperto dal sindaco di Siviglia, Alfredo Sánchez Monteseirín, e l’intero progetto è costato 2.5 milioni di euro. Lo scopo è quello di analizzare la natura umana, e in particolare come si possa essere vittima di un’intolleranza ed in seguito essere attivamente partecipe in un’altra intolleranza. Emilio Monjo, membro dell’Unità per gli Studi Protestanti di Siviglia, dice: “Essere all’interno di quelle mura che testimoniarono la fede dei nostri padri è un’emozione molto forte. L’intolleranza e l’oppressione che si percepiscono nel castello sono una sfida per il visitatore. Ognuno di noi si può vedere impotente davanti al potere, ma anche esercitare il potere sugli altri“. I fondatori del museo sperano che i visitatori mettano in discussione le proprie motivazioni e si chiedano quali sono i problemi della società di oggi, in modo che un’intolleranza di questo genere non debba ripetersi in futuro.

Fonte: Protestante Digital, El País, Diario de Sevilla, Emilio Monjo Editing: Daniel Hofkamp, ACPress.net

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