Tiberiade, il lago dei tesori

REPORTAGE – Sullo specchio d’acqua galileo ha camminato Gesù, lungo le sue rive ha chiamato i discepoli, ha compiuto la pesca miracolosa, ha sedato la tempesta… La zona però è centrale pure per la storia civile: qui sorgevano le terme romane, circondate da splendide ville; qui è stato finito il Talmud

da Tiberiade Marie Boeton

È dunque questo e questo soltanto il lago di Tiberiade? Che cosa ha di più rispetto a un altro lago? Sono sufficienti pochi giorni qui per ripartire sbalorditi per lo splendore delle vestigia del luogo. Perché la Storia – o piuttosto le storie: romana, ebraica e cristiana – qui si sono svolte conferendo al sito un’inesauribile ricchezza archeologica. Perché dunque un incrocio di civiltà nel bel mezzo della piana, lontano dalle coste dove arrivano i viaggiatori? «La storia è una questione di geografia’ scherza un abitante del luogo. In effetti è l’attività tellurica dei bordi del lago che, facendo zampillare sorgenti d’acqua calda, spiega l’attrattiva del luogo. Fin dall’antichità le terme della città sono tra le più apprezzate del Medio Oriente e molto presto la città di Tiberiade diventa luogo di passaggio dove si incrociano nel corso dei secoli ebrei, cristiani, drusi e musulmani. I terremoti a ripetizione hanno da tempo cancellato dalla carta geografica la città antica, fondata da Erode Antipatro in onore dell’imperatore Tiberio (intorno al 21 a.C.). Il foro, il tribunale, il teatro e lo stadio dove avvenivano i combattimenti dei gladiatori, tutto è sparito, tranne qualche terme romana a due chilometri a sud della città attuale.
«Queste rovine attirano solo i tombaroli – s’inorgoglisce Katerina, dell’ufficio turistico -.
Sono nascoste da vari anni e i maggiori archeologi sono ormai convinti che la sede ufficiale del Sinedrio, la più alta autorità religiosa dell’ebraismo, si trovava proprio qui». Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C., la città diventò in effetti il rifugio principale degli ebrei cacciati dalla Giudea. È qui che è stato terminato il Talmud, cosa che ha permesso alla città di diventare il quarto luogo santo di Israele, insieme a Gerusalemme, Hebron e Safed.
Appena 5 chilometri più a nord sorge Cafarnao, luogo fondamentale per la predicazione di Cristo in Galilea. Gli scavi effettuati nel secolo scorso hanno portato alla luce i resti di una sinagoga del IV secolo e diverse abitazioni, tra cui quella che si pensa sia stata dell’apostolo Pietro. Più ancora della raffinatezza di queste rovine, ciò che colpisce è il genio del luogo. Il visitatore resta stordito dall’alta spiritualità dei posti. Come se gli uni chiamassero gli altri. A qualche minuto da qui, il monte delle Beatitudini: è lì che, sempre secondo la tradizione, Gesù esaltò le otto virtù nel Sermone della montagna.
Dall’alto di questa collina, la vista sul lago di Tiberiade e sull’immensa valle del Giordano è a perdita d’occhio. Regna un’atmosfera da inizio del mondo. Stranamente i turisti non sono molti. Niente a che vedere con le rive del Giordano, invase dagli americani. «Con la bella stagione arrivano decine di auto con i carismatici americani per farsi battezzare nel fiume», constata Daniel Rosenblum, guida turistica. Ai bordi del lago, gli appassionati di ornitologia si danno appuntamento due volte all’anno per osservare gli stormi di uccelli che partono per svernare in Africa, prima di ritornare in Europa e in Asia. Qui passa una delle rotte migratorie più importanti del mondo. Cicogne, pellicani e fenicotteri rosa incrociano senza paura gli avvoltoi che raggiungono le montagne del Golan, a est del lago. Su queste alture, i paesaggi desertici e sassosi, punteggiati da rari pini di Aleppo, creano un’atmosfera quasi lunare. Nulla a che vedere con la vegetazione lussureggiante che circonda il lago. In pianura infatti, gli escursionisti si perderanno tra i palmeti, i bananeti, gli oliveti e le piantagioni di mango. Forse si confonderanno tra le piantagioni di mandarini, aranci, cedri e pompelmi. Un’abbondanza vegetale che colpisce anche di più a causa della siccità che regna nei dintorni. A qualche centinaio di metri, nelle montagne della Samaria e nel deserto di Giudea, tutto è immobile. Si comprende allora il ruolo cruciale giocato dal lago nell’irrigazione. L’agricoltura ha potuto svilupparsi nel resto del paese soltanto grazie alla canalizzazione delle sue acque. Il lago, costituendo la sola riserva d’acqua dolce d’Israele e una delle rare riserve in tutta la regione, rifornisce un terzo della popolazione.
Non c’è da meravigliarsi se le alture del Golan, attraversate da numerosi fiumicelli che si riversano nel lago, sono di grande importanza strategica. Conquistato da Israele nel 1967, il luogo viene rivendicato dai siriani. «Un giorno bisognerà forse andare via di qui» osserva, realista e pensieroso, il direttore del centro culturale di Katzrin, piccola località israeliana a est del lago. La Storia con l’esse maiuscola continua a svolgersi qui.

(per gentile concessione del quotidiano «La Croix», Parigi)

Fonte: Avvenire.it – 09.03.2008

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