Israele, Pasqua: Ingresso gratuito a numerosi musei e parchi

Una cinquantina di musei e parchi naturali apriranno le loro porte durante le vacanze di Pasqua e proporranno visite gratuite al pubblico. Si tratta di un’iniziativa della Banca Hapoalim che viene rinnovata da sette anni. Il Ceo dell’istituto Kenan Zion ha detto che invitava tutto Israele a cogliere questa opportunità per rilassarsi nella natura o nei musei.

via israel7.com

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Israele, Un nuovo sentiero attraverso la storia

Il governo prevede di investire 500 milioni di NIS nell’arco di cinque anni per restaurare e conservare i siti del patrimonio culturale sparsi nel paese.

L’intenzione è di rafforzare il rapporto di Israele e del mondo ebraico con il patrimonio storico e sionista.

Circa un mese fa Haaretz ha annunciato l’esistenza del piano, il cui gruppo direttivo è guidato dal Segretario del Consiglio Zvi Hauser.

All’inizio del mese scorso il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha riservato gran parte del suo discorso alla Conferenza di Herzliya per descrivere il progetto.

Il premier ha spiegato che la garanzia dell’esistenza di Israele dipende non solo dalle armi o dalla forza militare o economica o dalle innovazioni e dalle esportazioni, tutte forze molto vitali ma non sufficienti. Dipende in primo luogo dalla capacità intellettuale e dai sentimenti nazionali inculcati dai genitori ai figli, e dallo stato mediante il sistema educativo.

Netanyahu ha presentato un progetto al governo il 25 di febbraio scorso che comprende, tra le altre cose, l’inaugurazione di due itinerari, in aggiunta al già esistente Israel National Trail (“Shvil Yisrael”).

Uno è un percorso di carattere storico, che tocca decine di siti archeologici, il secondo comprende oltre cento luoghi importanti per la storia più recente della nazione e interesserà edifici che devono essere preservati, insediamenti, piccoli musei e monumenti.

Al momento il piano comprende circa 150 progetti.

I più antichi

Sono trentasette i siti archeologici che saranno inseriti nello schema del programma.

Questi comprendono alcuni siti già considerati ben conservati, come quello del Caesarea National Park o Masada, dove saranno necessari solo lievi interventi, come l’introduzione di nuove attrezzature di suoni e luci.

Altri importanti siti archeologici, come Tel Lachish o la sinagoga a Hurvat Amudim vicino al raccordo Golani, richiederanno ampi restauri e interventi di tutela.

A Tel Lachish, a cui Netanyahu ha fatto riferimento nel suo discorso, l’idea è di recuperare la porta di entrata e le mura della città, di predisporre percorsi, di costruire una sala di entrata e di disporre delle segnalazioni.

Altri siti segnalati per il restauro sono Neot Kedumim, Susya, Qumran, la Tomba di Giasone nel quartiere di Rehavia a Gerusalemme, il Giardino del Sinedrio, la grotta di Eshkolot, Umm al-Amad, le antichità di Beit Shean, Tel Megiddo, Tiberiade, Tel Arad, Tel Dan, Hurvat Madras, il parco intorno alla città vecchia di Gerusalemme e la città di Davide.

I più recenti

Esistono altri 109 siti che fanno parte del patrimonio storico a quali corrispondono altrettanti progetti destinati al loro recupero e conservazione. Sono sparsi per il paese e comprendono siti come l’Independence Hall di Tel Aviv, la tenuta di Aronson e la stazione di segnalazione ad Atlit, il treno di Emek tra Haifa e Tzemah e la stazione di Tzemah, l’Old Courtyard Museum a Ein Shemer, le abitazioni originali dei coloni a Migdal ad Ashkelon, la strada del Buluim e la cantina a Gedera, il cortile a Kinneret, il quartiere Montefiore di Tel Aviv, la scuola agraria a Mikveh Yisrael, la vecchia stazione di Gerusalemme e altri siti.

Il progetto prevede anche corsi di guide e la creazione di squadre di pronto intervento per lavori di conservazione così come la costituzione di un database nazionale degli edifici storici.

Musei ed archivi

Il progetto riguarda anche la ristrutturazione e la conservazione di musei, collezioni, archivi e arte pubblica.

Al momento sono in corso di pianificazione 39 progetti, tra cui il più importante è l’organizzazione di un centro per la documentazione in Israele, che sovrintenderà agli archivi.

Ci sono anche progetti con l’obiettivo di documentare gli album fotografici privati, conservare e rendere accessibili gli archivi di pellicole di Steven Spielberg riguardanti gli ebrei e quelle dell’archivio dell’Educational Television, e il materiale dei Central Zionist Archives.

Il patrimonio non materiale della nazione, che comprende opere d’arte, sarà recuperato attraverso processi di digitalizzazione e restauro.

I promotori del progetto hanno intenzione di rivalutare anche l’eredità letteraria, ristampando sceneggiature, storie e poesie che raccontano il passato della nazione e possono presentare la storia dei siti sotto il profilo letterario.

Adattamento: R.P.

Fonte: Noah Kosharek, Haaretz.com (17 febbraio 2010) via SBF Taccuino

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Spagna, a Siviglia un Museo dell’Inquisizione

Il Castello di San Giorgio a Siviglia ha aperto le porte al pubblico il mese scorso. L’edificio, che fu un quartier generale dell’Inquisizione nella città dal XV al XVIII secolo, è ora a tutti gli effetti un museo sugli orrori che si perpetrarono tra le sue mura.

Il nome esatto del percorso di visita della parte del castello aperta è: “Uno spazio di riflessione: il Castello di San Giorgio“. Una sala offre ai visitatori un video che mostra loro cosa significasse essere vittima di un processo dell’Inquisizione, e soffrire in prima persona l’abuso di potere. Il percorso guidato conduce poi lungo un corridoio e mostra i resti delle mura dove i prigionieri gridavano in agonia durante le sessioni di tortura. Pannelli informativi descrivono la vita quotidiana nelle varie parti del castello: le scuderie, gli uffici legali, le cucine, le cantine e la casa dell’Inquisitore capo.

Una sezione ricorda i molti che soffrirono nell’edificio, tra cui molti protestanti, come Casiodoro de Reina, Constantino Ponce de la Fuente e Maria de Bohorques. Quest’ultima è descritta come “appartenente al gruppo protestante di Ponce de León, figlio del conte di Bailén, che fu accusato di aver ricevuto letteratura protestante da un mulattiere di nome Julián Hernández“. Era una donna colta che cercò di far passare le proprie idee come cattoliche, ma prima dell’esecuzione due gesuiti e due domenicani cercarono di “salvarle l’anima“. Se ne andarono impressionati dalla sua saggezza e da come difese la propria fede, ma questo non fu sufficiente a salvarle la vita. Fu bollata come “luterana” e il suo corpo fu in seguito bruciato.

Casiodoro de Reina, che viene ricordato con particolare ammirazione dagli evangelici per il suo lavoro di traduzione della Bibbia in spagnolo, è descritto come “un insegnante evangelico che studiò nel monastero geronimita di San Isidoro del Campo“. Era uno di quelli che riuscirono a scappare in esilio a Ginevra, e insieme a uomini come Cipriano de Valera e Antonio del Corro, divenne uno dei personaggi di spicco nella Riforma. L’Inquisizione si dovette accontentare di bruciare una sua effigie in un “processo” del 1562.

Un altro dei protestanti di cui si fa menzione è Constantino Ponce de la Fuente, “canonico in Siviglia per ordine del Vaticano“. Nel 1558 fu accusato dall’Inquisizione di essere un luterano. Avevano già in precedenza bruciato i suoi libri in pubblico, diffamato la sua persona e l’avevano confinato nel Castello di Triana, dove morì prima di essere processato.

Il museo è stato aperto dal sindaco di Siviglia, Alfredo Sánchez Monteseirín, e l’intero progetto è costato 2.5 milioni di euro. Lo scopo è quello di analizzare la natura umana, e in particolare come si possa essere vittima di un’intolleranza ed in seguito essere attivamente partecipe in un’altra intolleranza. Emilio Monjo, membro dell’Unità per gli Studi Protestanti di Siviglia, dice: “Essere all’interno di quelle mura che testimoniarono la fede dei nostri padri è un’emozione molto forte. L’intolleranza e l’oppressione che si percepiscono nel castello sono una sfida per il visitatore. Ognuno di noi si può vedere impotente davanti al potere, ma anche esercitare il potere sugli altri“. I fondatori del museo sperano che i visitatori mettano in discussione le proprie motivazioni e si chiedano quali sono i problemi della società di oggi, in modo che un’intolleranza di questo genere non debba ripetersi in futuro.

Fonte: Protestante Digital, El País, Diario de Sevilla, Emilio Monjo Editing: Daniel Hofkamp, ACPress.net

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Ultime scoperte in esposizione a Gerusalemme

L’Israel Antiquities Authority ha in programma di esporre antiche monete scoperte nell’area del Monte del Tempio e un coperchio di un sarcofago di 2000 anni fa. La nuova mostra verrà aperta l’11 novembre al Davidson Center e nel Jerusalem Archaeological Garden, proprio a sud del Monte del Tempio. Molti dei manufatti non sono mai stati mostrati prima al pubblico.

L’esposizione completa le più recenti ricerche riguardanti Gerusalemme. Essa comprende tre sezioni: una dedicata al coperchio del sarcofago (tomba) che reca l’iscrizione: “Ben HaCohen HaGadol” – “Figlio del sommo sacerdote”.

Un’altra sezione presenta Gerusalemme all’epoca del Secondo Tempio, mentre una terza propone manufatti del tempo della distruzione del Secondo Tempio.

La maggior parte delle scoperte provengono dal versante meridionale e dall’angolo sud-ovest del Monte del Tempio. Si tratta di oggetti rinvenuti nel corso degli scavi condotti dal Prof. Binyamin Mazar negli anni ‘70 e dal Prof. Roni Reich negli anni ‘90.

Il coperchio di sarcofago fu trovato a nord di Gerusalemme. Esso presenta un’iscrizione in caratteri quadrati che sono caratteristici dell’epoca del Secondo Tempio.

L’iscrizione “Figlio del sommo sacerdote” molto probabilmente si riferisce a un sommo sacerdote che officiò al Tempio tra il 30 e il 70 d.C.

Har-Even ha dichiarato che è la prima volta che è stato trovato un luogo di abitazione di un sommo sacerdote in Giudea del primo secolo, al tempo della ribellione degli ebrei. E’ stato trovato, inoltre, un vasto insediamento risalente al periodo del Secondo Tempio, dove vi sono molte grotte per la sepoltura che probabilmente erano utilizzate dalla famiglia del sommo sacerdote.

Molte delle monete esposte risalgono a 2000 anni fa e furono consumate da un incendio nel corso della Grande Rivolta, dopo la distruzione del Tempio. La collezione presenta una serie unica di monete coniate a Gerusalemme in quell’epoca, insieme a molte altre provenienti da tutte le parti del mondo portate nella città santa dai visitatori.

Queste monete, arrivate dalla Persia come dalla Francia, testimoniano l’importanza di Gerusalemme come centro culturale e religioso per gli ebrei del tempo. Le differenze tra le monete ebraiche e pagane della collezione sono sorprendenti. In conformità alla legge religiosa non si trova incisa sulle monete ebraiche nessuna immagine umana.

Adattamento: R.P.

Fonte: SBF Taccuino / Danielle Rothman, The Jerusalem Post ( 5 novembre 2009 )

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Israele: Nuovo Museo del Popolo ebraico

Un nuovo museo del popolo ebraico sarà costruito a Tel Aviv. Sarà il più grande museo sperimentale d’Israele che racconterà la storia del popolo ebraico. Questo progetto, il cui costo è stimato a 25 milioni di dollari, è stato annunciato nel corso di una riunione del Consiglio di Amministrazione Internazionale del Bet Hatefutsoth (Museo della Diaspora), tramite il suo presidente Leonid Nevzlin. Aprirà le sue porte al pubblico nel 2012.

(Guysen.International.News/ 2009-07-22 10:47:00 ISRAEL)

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