Corea del Nord, pacchi di Bibbie arrivano tramite palloni a idrogeno

Bibbie confezionate in pacchi da mille copie l’uno e legate a palloni a idrogeno.

Bibbie attraversano la frontiera del Nord Corea in palloncini

Bibbie che attraversano la cortina di ‘bambù’ e arrivano ai fedeli nord coreani con un palloncino: più di 10 mila copie delle Sacre Scritture sono state distribuite ai cristiani che vivono nella Corea del nord – paese dove la libertà religiosa è vietata.

Grazie alla singolare iniziativa dell’organizzazione “International Christian Concern”(ICC), con sede negli Stati Uniti, che realizza una grande opera di sensibilizzazione, monitoraggio e aiuta le comunità cristiane perseguitate nel mondo.

L’ICC informa aver pensato nell’utilizzo dei palloncini per attraversare uno dei confini più militarizzati del mondo e far arrivare le Bibbie alle comunità clandestine della Corea del nord: “E’ uno dei paesi più chiusi, dove le persecuzioni sono terribili”.

La chiesa lotta per diffondere l’evangelo; atti di culto o semplicemente avere una Bibbia può essere punito con la reclusione nei campi di concentramento”- spiega un relato. Le Bibbie sono state messe in pacchi da mille copie e legate a dei palloncini che sono stati fatti ‘esplodere’ successivamente, in intervalli di tempo prestabiliti.

Altre Bibbie, prese dall’esercito – informa l’ICC- sono commercializzate nel mercato nero all’interno del proprio paese, amministrato dai militari. Dato lo scarso numero di copie in circolazione, le Bibbie hanno un cospicuo valore, anche economicamente. Questo canale è anche “una forma di diffusione della parola di DIO”- nota l’ICC. Secondo alcune stime attuali, ci sono 440 mila fedeli cristiani nella Corea del Nord- aggiunge l’organizzazione – che ha anche distribuito più di 100 mila Bibbie in Cina.

Uno dei paesi che più perseguitano i cristiani, per questo motivo IDDIO sta dando strategie affinché la Sua parola arrivi nelle mani di coloro che Lo adorano. Preghiamo in ogni momento in cui lo Spirito Santo ci tocca, in favore di coloro che si trovano nella Corea del nord.

tratto da: http://gospel.azumare.com/biblias-atravessam-fronteira-na-coreia-em-baloes-para-chegar-aos-cristaos

tradotto da: Haiaty Varotto

Fratelli e sorelle ricordatevi del continuo di pregare per coloro che soffrono la persecuzione a motivo di Cristo; pregate per i nostri fratelli e sorelle che sono torturati, picchiati, maltrattati e che rischiano di essere uccisi a motivo della loro fede. RICORDATEVI di loro nelle vostre preghiere, perchè se una parte del corpo soffre, TUTTO il corpo soffre.

Haiaty Varotto

Da: destatevi.wordpress.com

Nel video qui sotto vengono mostrate le fasi preliminari ed il lancio di palloni a idrogeno in Corea del Nord che trasportano letteratura cristiana come: trattati, volantini, copie del Nuovo Testamento.

[vimeo http://vimeo.com/32122155]

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[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #1 Corea del Nord

Il primo posto sulla World Watch List 2010 spetta nuovamente alla Corea del Nord, il paese dove ogni attività religiosa è considerata una forma di ribellione ai principi socialisti nordcoreani. In questo momento la situazione per i cristiani è estremamente dura, anche se il regime nordcoreano sta lentamente e progressivamente perdendo il controllo sulla società e la salute fisica di Kim Jong-Il è peggiorata dopo i recenti problemi fisici. Mobilitando ogni risorsa di potere la Corea del Nord cerca disperatamente di controllare la società per sradicare le attività cristiane. Tramite le terribili “campagne di combattimento” di 150 e di 100 giorni, il governo nordcoreano cerca con tutte le sue forze di demolire il sistema dei mercati di strada. Durante le rigorose perquisizioni sono stati scoperti molti credenti nascosti, poiché proprio durante queste “campagne” il regime prende di mira in modo particolare i cristiani in tutta la nazione arrestandoli, torturandoli o addirittura uccidendoli. Vi sono terribili testimonianze che confermano che in alcuni casi i cristiani sono stati usati come cavie per provare l’efficacia di armi biologiche e chimiche. Malgrado tutte queste atrocità, però, il Cristianesimo sta crescendo. Le possibilità di essere raggiunti dal Vangelo aumentano, specialmente per coloro che vivono nelle città vicino alla Cina.

Fonte: Porte Aperte Italia

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Corea del Nord, Pyongyang: esecuzione pubblica per una cristiana, distribuiva Bibbie

Attivisti sud-coreani per i diritti umani affermano che la donna è stata giustiziata perché “distribuiva copie della Bibbia” ed era “una spia” di Seoul e Washington. I genitori, il marito e i figli sono stati rinchiusi in un campo per prigionieri politici. Il regime nord-coreano dichiara “guerra contro le religioni”.

Seoul – Il regime nord-coreano ha giustiziato in pubblico una donna cristiana, accusata di “distribuire copie della Bibbia” e “attività di spionaggio” per gli Stati Unti e la Corea del Sud. Lo denuncia arriva da un gruppo di attivisti della Commissione investigativa sui crimini contro l’umanità, in un rapporto pubblicato ieri.

La sentenza di condanna a morte per Ri Hyon-ok, 33 anni, è stata eseguita il 16 giugno scorso a Ryongchon, città del nord-ovest poco distante dal confine con la Cina. Il giorno seguente, i genitori di Ri, il marito e i tre figli sono stati rinchiusi in un campo per prigionieri politici nella cittadina nord-orientale di Hoeryong.

Il documento riporta la foto del documento di identità rilasciato dal governo nord-coreano alla donna, a testimonianza dell’avvenuta esecuzione. Gli attivisti chiedono che Kim Jong-il venga processato per crimini contro l’umanità e confermano la crescita dei fedeli cristiani “sotterranei” nel Paese. Per questo Pyongyang – che a livello teorico ammette la pratica di culto – ha lanciato una vera e propria “guerra contro le religioni” con arresti, esecuzioni pubbliche e altri misure deterrenti. Fonti non ufficiali rivelano che in Corea del Nord vi sono più di 30mila fedeli cristiani.

Nei giorni scorsi un comitato indipendente sud-coreano ha diffuso un documento sui diritti umani in Corea del Nord: esso spiega che, pur diminuendo di numero, le condanne a morte sono tuttora applicate per una serie di reati che variano dall’omicidio alla distribuzione di film stranieri.

Fonte: AsiaNews/Agenzie – riprodotto con autorizzazione

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Corea del Nord: Ex agenti raccontano come si sono infiltrati tra i cristiani

Ex ufficiali della polizia e della sicurezza nazionale della Corea del Nord hanno raccontato ad un’organizzazione governativa americana come i loro superiori gli avevano insegnato a fingere di essere cristiani per infiltrarsi nelle riunioni di preghiera clandestine allo scopo di compromettere, arrestare, imprigionare, e talvolta giustiziare dei credenti nordcoreani.

posto-osservazione
Una delle frontiere più sorvegliate al mondo: posto di osservazione tra la Corea del Nord e la Corea del Sud

Intervistati per un rapporto rilasciato dalla Commissione americana sulla libertà di religione nel mondo (USCIRF), i sei ufficiali avevano ricevuto il compito – prima di fuggire dalla Corea del Nord – di trovare ed eliminare piccoli gruppi di cristiani.

Essi hanno dichiarato che il governo nordcoreano considera la religione, ed il Cristianesimo in particolare, come la prima minaccia per la sicurezza nazionale. Quattro dei sei agenti hanno lavorato in seno all’Agenzia per la sicurezza nazionale, due di loro hanno collaborato con l’Agenzia per la sicurezza del popolo e un altro per il Partito dei lavoratori coreani. Secondo questi sei agenti di sicurezza, ci sono sempre più tentativi di far cessare le attività religiose lungo la frontiera cinese, di organizzare sia false riunioni di preghiera per intrappolare i convertiti rifugiati, sia sessioni di formazione teologica per gli agenti di sicurezza per permettergli di infiltrarsi meglio nelle chiese cristiane in Cina e di stanare i fedeli nordcoreani.

Dei membri della polizia delle frontiere mandarono un altro rifugiato al centro di detenzione della provincia settentrionale di Hamgyeong, poi nella prigione di Onseong, “Mi chiesero se avessi avuto dei contatti con i cristiani. Mi presero a calci e mi picchiarono forte. Dovetti restare in piedi tutta la giornata senza muovermi o parlare…Quando mi chiesero, in serata, se avessi sentito parlare del cristianesimo, risposi di sì.

Quando dei rifugiati rimpatriati hanno avuto poco o nessun contatto con gruppi religiosi, la polizia delle frontiere li trasferisce all’Agenzia per la sicurezza del popolo per un breve periodo di detenzione. Se si scopre che c’è stato un contatto con i cristiani, la persona interessata è allora consegnata all’Agenzia per la sicurezza nazionale dove sarà probabilmente torturata, condannata ad un periodo di detenzione in un campo di lavoro o giustiziata.

Quando dei credenti sono arrestati non c’è un interrogatorio preliminare, ha detto uno degli agenti. “Noi li consideriamo come elementi contro-rivoluzionari. In Corea del Nord, quando questo tipo di trasgressori è arrestato, gli ufficiali dell’Agenzia per la sicurezza nazionale prima di interrogarlo lo circondano colpendolo e picchiandolo violentemente”.

Un altro agente ha confermato che “la domanda più importante che si faceva ai rimpatriati era quella di sapere se avevano incontrato dei missionari o degli evangelisti sudcoreani o se avessero fatto un’esperienza religiosa. Se confessano di aver incontrato dei missionari o dei diaconi, allora senza altra forma di processo saranno mandati all’Agenzia per la sicurezza nazionale dove sono destinati a morte certa. Tuttavia ci sono pochi casi che implicano contatti con dei cristiani.

Questo agente ha continuato dicendo: “Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per arrestare qualcuno è una piccolissima prova, come il nome di una persona scritto su una Bibbia. Quando si scopre una Bibbia con un nome, l’Agenzia per la sicurezza nazionale la lascia sul posto finché il proprietario non si fa riconoscere.

Un altro agente ha spiegato che i team di sorveglianza erano suddivisi in quattro categorie: “L’Agenzia per la sicurezza nazionale, l’Agenzia per la sicurezza del popolo, il Partito dei lavoratori e l’Unità di osservazione del vicinato. Diamo istruzioni all’Unità di osservazione del vicinato e al comitato di base del partito affinché sorveglino delle persone precise. Gli chiediamo di osservare attentamente quelle persone e di stilare la lista delle persone che gli fanno visita. Questi team hanno il compito di farci un resoconto ogni quindici giorni”.

Secondo il rapporto dal titolo Prigioni senza sbarre, gli agenti ricevono delle ricompense concrete sotto forma di medaglie, aumento di salario o promozione se riescono ad identificare e ad arrestare dei “trasgressori religiosi”. Alcuni agenti di sicurezza sono talvolta anche “disperati perché se non riescono ad identificare almeno uno o due casi, non possono essere promossi e possono anche essere espulsi dall’Agenzia per la sicurezza nazionale”, ha spiegato uno degli agenti.

Un agente, che ha lavorato per vent’anni in un campo di concentramento per prigionieri politici, dove i cristiani sono spesso mandati, dice di essere stato testimone di esecuzioni segrete durante le quali “l’imputato scava la buca nella quale sarà sepolto” prima di essere giustiziato. Tuttavia, altri agenti hanno ammesso che le esecuzioni pubbliche di “delinquenti politici”, compreso quelle di cristiani, sono diminuite negli ultimi anni a causa di reazioni negative del pubblico.

Secondo uno degli agenti le punizioni variano in funzione dell’attività dell’individuo interessato, “secondo che è apertamente attivo o agisce nella clandestinità. Il fatto che una persona conserva una Bibbia significa che in futuro ha intenzione di credere in una religione…Le punizioni più severe sono applicate alle persone che sono impegnate nel nuovo attivismo religioso, a quelle che importano Bibbie dalla Cina e ai cristiani che aiutano i rifugiati nordcoreani in Cina”.

Un rifugiato ha riferito che uno dei suoi “parenti acquisiti era stato arrestato mentre regalava una Bibbia; così tutta la famiglia è stata trasferita nella prigione 22 (campo di lavoro). Sono stati internati lì perché facevano parte della categoria delle spie religiose”.

Un rifugiato rimpatriato è stato mandato per quindici mesi nella prigione dell’Agenzia per la sicurezza nazionale nella provincia settentrionale di Hamgyeong. Egli paragona la sua esperienza penitenziaria alla vita “di un animale senza un nome. La vita di ognuno dipende dal beneplacito delle guardie, perché uccidere un prigioniero non gli causa alcun danno…”

Tuttavia, sembra che la stretta sorveglianza e la lealtà obbligatoria al sistema comincino a battere in breccia. Sia gli agenti di sicurezza che i rifugiati intervistati per il rapporto hanno menzionato una disillusione largamente diffusa. Come ci ha detto uno degli agenti: “Il motivo per cui il sistema nordcoreano continua ad esistere dipende dal sistema di sorveglianza particolarmente stretto”.

Quando s’installa la disillusione, sempre più persone possono volgersi alla fede ed è la cosa che Kim Jong-il teme di più. Come ha detto un ex prigioniero detenuto in un campo di lavoro: “Avevo l’impressione che ci fossero circa dieci credenti nella mia cella. Non cessavano di pregare. Mi sono quindi messo a pregare con loro”.
dic.

Fonte: AEM – Aide aux Eglises dans le Monde. Bulletin Urgence, Janvier 2009, pag. 4,5

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Corea del Nord: Infiltrati del governo per 'stanare' i cristiani

In un’intervista realizzata dalla Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale (U.S. Commission on International Religious Freedom, USCIRF), sei tra poliziotti ed agenti di sicurezza hanno ammesso di essere stati specificatamente formati ed istruiti dai loro superiori per infiltrarsi, fingendosi cristiani, nelle riunioni di preghiera di fratelli nord coreani, al fine di incriminare, arrestare e, a volte, giustiziare i credenti in Corea del Nord. L’obiettivo dichiarato è quello di scovare i piccoli gruppi cristiani ed eliminarli.
Gli agenti intervistati hanno anche spiegato che il Governo Nord Coreano considera la religione, ed in particolare il Cristianesimo, un attentato alla sicurezza nazionale. Perciò il governo forma agenti specificatamente dedicati ad “arginare” la diffusione della fede cristiana, preparandoli a creare finte riunioni di preghiera, dando loro basi teologiche ed infiltrandoli nelle chiese in Cina. Hanno fatto sapere che le detenzioni e gli interrogatori di cristiani sono continui, dato che il Governo crede che i missionari sud coreani siano un pericolo per la stabilità dello Stato.

Fonte: Porte Aperte Italia

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