«Mai più avremmo fatto debiti con le banche»

Questa è la testimonianza di un fratello in Cristo che tutti dovrebbero leggere, e sulla quale tutti dovrebbero meditare, perché conferma pienamente quello che dice la Scrittura, e cioè che “chi prende in prestito è schiavo di chi presta” (Proverbi 22:7), e che quindi per rimanere liberi i discepoli di Cristo non devono contrarre debiti con le banche.

Giacinto Butindaro

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Pace a tutti. Mi chiamo Maurizio P. Faiazza e desidero esortarvi, con la mia testimonianza, a non contrarre debiti con nessuno e in particolar modo con le banche.

Nel 1982 mio padre ha contratto un mutuo ipotecario per una cifra che ancora oggi non conosco, perché lui non ha mai voluto caricarci di tali responsabilità. Il mutuo serviva per acquistare macchinari per costituire una piccola confezione di abbigliamento. La banca ipotecò un solo piano dei tre che costituivano l’immobile. Il valore totale della casa, in quell’anno si aggirava sui 500 milioni di Lire. L’attività di mio padre è andata benissimo, fino alle aperture dei confini con l’est Europa, dove la manodopera era molto più economica rispetto all’Italia.

Alla fine del 1989, il lavoro era sceso e mio padre non riusciva più a stare al passo con il pagamento delle rate del mutuo e gli stipendi degli operai, senza escludere tutti gl’altri pagamenti che comporta una attività e una casa; cosi che si recò in un altra banca dove, ipotecando il secondo piano, ottenne un altro prestito. Sembrava una vera boccata di ossigeno, ma era l’inizio di un periodo terribile della vita della nostra famiglia, composta dai miei genitori, da me e mio fratello più piccolo. Nel 1993 la situazione non era affatto migliorata, anzi, era peggiorata drasticamente, al punto che mio padre decise di ipotecare anche l’ultimo piano solo per poter pagare gli stipendi e trattamenti di fine rapporto a tutto il personale e dichiarare bancarotta. Immediatamente le banche avviarono il procedimento per il pignoramento dell’immobile e nel giro di qualche tempo, eventualmente mandarla all’asta. In quel periodo ho veramente rischiato di perdere mio padre che entrò in una profonda crisi depressiva, al punto che il medico di famiglia, amico di mio padre, prese da parte me e mio fratello dicendoci che se non facevamo qualcosa e in fretta, come portarlo fuori e farlo svagare sarebbe entrato in uno stato irreversibile che lo avrebbe portato alla morte. Anche mia madre ha sofferto lo stress con diversi sintomi come la perdita di capelli che le lasciavano degli spazi vuoti, grossi come palline da golf.

Per motivi burocratici, le aste cominciarono solo nel 1996 e se ne tennero solo una all’anno, quindi fino al 2000 effettuarono un totale di 5 aste e nessun acquirente si presentò a fare offerta.

Nel frattempo la mia famiglia si ricompose e prendemmo coraggio per cercare di sistemare la situazione. Mio fratello si trasferì a Torino per lavoro, mentre i miei genitori mi raggiunsero negli Stati Uniti. Mio padre tornò a fare il suo lavoro di sarto e negli Stati Uniti è molto apprezzato, tanto è che lo chiamavano da nord a sud del paese cosi come da est a ovest e persino in Messico. Questo ci permise di mettere da parte dei soldi per poter provare a partecipare alla prossima asta e tentare di ricomprare la nostra abitazione. A me mancavano dei soldi e presi un prestito di circa 15 mila euro; lo presi con un tasso fisso, cosi sapevo che la rata era di 255 euro al mese senza oscillazioni o preoccupazioni che il mercato potesse alzarmi la rata alle stelle. Anche questo aveva un prezzo che alla fine dei 10 anni, tanto era la durata del mutuo, avrei pagato poco più di 30 mila euro.

Finalmente partecipiamo all’asta e ricompriamo la nostra casa. Fummo chiamati dal direttore della banca che aveva maggior credito nei confronti di mio padre per complimentarsi con noi, ma covava dell’altro.

Finalmente tutto risolto e la vita sembrava sorriderci, ma durò poco. Alla fine del 2005 a perdere il lavoro fui io, chi aveva contratto il muto, e il direttore della banca, adesso era lo stesso direttore della banca che aveva prestato i soldi a mio padre. Esattamente non conoscevo la legge come funzionasse e a dire il vero ne so ben poco anche oggi, ma quello che so per certo è che dopo aver saltato il pagamento di tre rate, mi giunge una notifica da parte del tribunale di Teramo, per un nuovo pignoramento dell’immobile. In quell’anno, l’immobile venne valutato all’incirca 500 mila euro, e la pignorarono per meno di 15 mila che dovevo. E’ stato come cadere in un baratro oscuro senza fine, una spirale infinita dal quale sembrava non esserci uscita. A peggiorare tutta la situazione è stato che a questo punto mi ero sposato e avevo un figlio. Ho passato notti e notti senza dormire, tormentato dai pensieri e a volte pensieri estremi, dove pensavo di farla finita, ma avrei lasciato in difficoltà moglie e figlio.

La solita burocrazia ha impiegato tempo e nel 2007 ho ricominciato a lavorare, questa volta con un lavoro più stabile. Mi sono ripresentato dal direttore della banca, che ha bloccato il procedimento per le aste e mi ha concesso la possibilità di ricominciare a pagare le rate, ma senza togliere il pignoramento dall’immobile.

Alla fine del 2008 mia moglie si converte a Cristo e nel 2009 il Signore mi ha fatto visita e sono nato di nuovo anche io. Nel 2010, la mia famiglia si è allargata con altri 2 figli. Il nostro nuovo cammino ci ha trasformati e inevitabilmente ci ponevamo domande sul come affrontare le situazioni secondo le sacre scritture. Tra tante domande, c’era anche quella sui prestiti. Ci chiedevamo: “Cosa dice la Parola di Dio per quanto riguarda i prestiti?”

Ebbene, leggendo e pregando, il Signore ci ha rivelato che non è saggio fare debiti perché si diventa schiavi di chi presta e posso assicurarvi che è cosi, l’Eterno non mente. Ci siamo guardati io e mia moglie e ci siamo detti che mai più avremmo fatto debiti con le banche una volta finito di pagare il mutuo in corso.

Nel 2012 finisco di pagare. Ottengo la restituzione della casa e presso un notaio effettuiamo la divisione a metà tra me e mio fratello. Avete presente quando Israele fu tratto fuori dall’Egitto da Mosè e liberato dalla schiavitù di 400 anni? Ecco, mi sono sentito liberato di un peso simile.

Nel 2017, improvvisamente rimango senza automobile, indispensabile per dove vivo che è molto isolato ed è servito da pochissimi mezzi pubblici. Lavorando presso una azienda provinciale, le banche mi accoglierebbero a braccia aperte per offrirmi decine di mutui a tassi di ogni genere, ma ho dato uno sguardo ai risparmi che erano esattamente 4 mila euro. Ho cercato un auto usata con buone caratteristiche e che non superasse i 3 mila e 700 euro, questo perché dovevo includere il passaggio di circa 300 euro e senza superare i 4000 che avevo, tutto per non chiedere un prestito. Cosi ho fatto e cosi son rimasto fuori dalle banche, agenzie, uffici postali, ecc…