L’inferno non è qui sulla terra [Audio Streaming]

È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’inferno non è qui sulla terra” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 13 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 14 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Trascrizione audio:

Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili ascoltate. Spesso ho sentito ripetere questa frase: “l’inferno è qui sulla terra”. Questa dichiarazione, questa affermazione, costituisce una menzogna perché l’inferno non è qui sulla terra, l’inferno è un luogo di tormento di cui parla la Sacra Scrittura, che è la Parola di Dio, dove scendono le anime di coloro che muoiono nei loro peccati. E adesso vi leggerò una storia raccontata da Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nella quale si parla chiaramente dell’inferno, di questo luogo di tormento. Così è scritto: “Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di la si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”. Dunque, l’esistenza dell’inferno è attestata in maniera inequivocabile dalla Sacra Scrittura. Gesù ha pronunziato queste parole che Luca ha messo per iscritto, noi sappiamo che le parole di Gesù Cristo sono parole veraci, fedeli perché sono parole di Dio. Dunque, quell’uomo ricco che godeva splendidamente ogni giorno, quando morì si ritrovò nell’Ades; così è chiamato, questo è un termine greco che indica appunto il soggiorno dei morti ed è un termine che è stato tradotto in diverse bibbie, appunto con ‘inferno,’ che significa luogo di sotto, luogo inferiore. Ebbene, questo uomo ricco, ossia l’anima di questo uomo ricco, si ritrovò nell’Ades, nei tormenti. Egli era morto nei suoi peccati, e dunque scese in questo luogo di tormento, era tormentato in mezzo al fuoco, tant’è che chiese ad Abramo di mandare Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescargli la lingua; eh perché? Perché era tormentato in mezzo al fuoco. Quindi all’inferno c’è il fuoco, un vero fuoco, non è un fuoco spirituale, o allegorico, metaforico, come dicono i bugiardi, è un fuoco reale. Dunque, voi che mi ascoltate, che siete sotto il peccato, dovete sapere questo, che voi siete sulla via che mena in perdizione, ossia che mena in questo luogo, all’inferno. Qualcuno dirà: “Ma perché merito l’inferno”? Sì, tu meriti l’inferno perché sei un peccatore, sei sotto il peccato, sei schiavo del peccato, servi il peccato e quindi meriti di andare, una volta morto, all’inferno. Questa è la sorte che aspetta, che attende, coloro che muoiono nei loro peccati, bada bene, che muoiono nei loro peccati; perché quelli che muoiono in Cristo Gesù, la Sacra Scrittura dice che si dipartono dal corpo e vanno ad abitare con il Signore in cielo, nella gloria e là si riposano dalle loro fatiche, ma là vanno dunque, solo che coloro che muoiono in Cristo Gesù, in paradiso nel Regno dei cieli, solo coloro che muoiono in Cristo Gesù. Allora, che cosa significa allora morire nei propri peccati? Significa morire con i propri peccati ritenuti, invece coloro che muoiono in Cristo, muoiono con i loro peccati che gli sono stati rimessi, perdonati, cancellati. Dunque, è evidente che ci deve essere dunque una maniera per scampare a questa sorte orribile, ci deve essere, e difatti c’è. E difatti c’è e io ve l’annunzio. Ora, cosa dovete fare per scampare all’inferno? Per essere strappati dal fuoco dove siete diretti? Dovete ravvedervi, quindi cambiare mente, modo di pensare, lasciare, abbandonare i vostri pensieri iniqui, vani, perversi. Dunque, dovete ravvedervi innanzitutto e poi dovete credere nell’Evangelo. L’Evangelo è la Buona Novella di Dio, ed essa, questa appunto Buona Novella, afferma che Gesù di Nazareth è il Cristo o Messia, che è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu seppellito, che risuscitò il terzo giorno dai morti secondo le Scritture, e che apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Questo è l’Evangelo nel quale dovete credere per ottenere la remissione dei vostri peccati, perché “Di Lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in Lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome”.Dunque, è credendo nell’Evangelo che l’uomo ottiene la remissione dei peccati, che l’uomo viene giustificato, perché la Scrittura dice che “Nell’Evangelo è rivelata da fede a fede la giustizia di Dio, secondo che è scritto: Ma il giusto vivrà per fede”. Nota bene “il giusto vivrà per fede”. Dunque, l’uomo non viene giustificato per le opere della legge, ma viene giustificato soltanto mediante la fede in Gesù Cristo, e solamente quando crede nel Signore Gesù Cristo che egli viene giustificato, ossia che ottiene la giustizia di Dio. Dunque, credendo nell’Evangelo si ottiene la remissione dei peccati, la giustificazione, e si ottiene la vita eterna. Eh sì, perché così è scritto e così io vi predico: “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna”. Hai compreso peccatore? Hai compreso uomo che stai andando all’inferno, che cosa c’è scritto? Dunque, “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna”. Ecco, dunque, che cosa dovete fare per ottenere la remissione dei vostri peccati, la giustificazione, e la vita eterna, e scampare quindi a questo orribile luogo di tormento che è l’inferno: Dovete credere nell’Evangelo, credete nella Buona Novella che Gesù di Nazareth è il Cristo, e il Signore avrà misericordia di voi, il Signore perdonerà tutti i vostri peccati, sarete giustificati, sarete riconciliati a lui, otterrete la vita eterna in Cristo Gesù, la vita eterna che è il dono di Dio. Anche la vita eterna, come la giustificazione, non si può ottenere per opere perché si ottiene per grazia mediante la fede. Dunque, se fino ad ora hai pensato che l’inferno è qui sulla terra, sappi che hai creduto a una menzogna, l’inferno non è qui sulla terra. E perché ti ho predicato questo messaggio? Perché il mio desiderio, la mia preghiera è che tu sia salvato, e che tu quindi scampi a questa fine a cui stai andando incontro. Te lo ripeto, l’inferno esiste, la Bibbia che è la Parola di Dio ne parla, non farti beffe della Parola del Signore perché l’inferno è un luogo reale, dove vanno appunto le anime di coloro che muoiono nei loro peccati. Ma io ti ho annunziato da parte di Dio, nel nome di Cristo Gesù, “l’Evangelo che è potenza di Dio per la salvezza di ogni credente, del Giudeo prima e poi del Greco”. Ti ho annunziato quella parola mediante la quale l’uomo viene salvato, giustificato, riconciliato con Dio, nel momento in cui crede in essa, quindi ravvediti e credi nell’Evangelo, e Dio avrà misericordia di te, come la ebbe molti anni fa misericordia di me che ti sto parlando. Dio è buono, Dio è pronto a perdonare, ravvediti dunque e credi nell’Evangelo. Chi ha orecchi da udire, oda.