ADI: i morti in Cristo non sono in cielo con il Signore Gesù

Fratelli nel Signore, le Assemblee di Dio in Italia insegnano che coloro che muoiono in Cristo si dipartono dal corpo ma vanno in un luogo appartato, dove non sono realmente con il Signore. In altre parole, essi si trovano in una sorta di anticamera del cielo e non vedono il Signore, che vedranno solo al Suo ritorno! Detto ancora in altre parole, i morti in Cristo non incontrano Cristo in cielo e non godono quindi della Sua reale (o letterale) presenza con loro.

Confesso che fino all’altro giorno non sapevo che le ADI insegnassero questo. Qualcuno forse si chiederà come l’ho scoperto o meglio come Dio me l’ha fatto scoprire, e allora lo racconto.

Il 3 Ottobre 2011 ricevo sul mio telefono cellulare un messaggio da parte di un fratello che frequenta una Chiesa ADI – un fratello peraltro che non conosco di persona – che mi dice: ‘… sono dispiaciuto che ieri il pastore abbia detto che mia mamma non è con Gesù ma in un luogo di aspettazione. Tu fratello insegni la verità. Grazie’.

Pensando che il fratello avesse capito male quello che aveva detto il pastore, gli telefono per parlare a voce con lui, ma mi conferma che ha detto proprio così, e che questo è l’insegnamento di quel pastore.

A questo punto, dato che la cosa era a me sconosciuta e mi pareva incredibile, mi metto in contatto con una persona fuoriuscita dalle ADI che conosce molto bene le dottrine ADI, che mi ha confermato che le ADI insegnano questa dottrina dicendo che il suo ex pastore affermava che ‘coloro che muoiono sono in una ‘saletta’ anti ingresso e non vedono il Signore’.

Allora il 5 Ottobre contatto un fratello che è stato pastore nelle ADI e gli chiedo: ‘… dato che sei stato pastore delle ADI. Ti risulta che viene insegnato dai pulpiti ADI che quando un Cristiano muore, si diparte dal corpo ma va in un luogo appartato, ma non è con il Signore in cielo. In altre parole, che si trova in una sorta di saletta anti ingresso e non vede il Signore, perché lo vedrà solo al suo ritorno?…’. La sua risposta è stata prima per iscritto: ‘Sì, vero’, e poi a voce: ‘I morti in Cristo vanno in un luogo di attesa, tipo un’anticamera del cielo, in attesa di andare in cielo quando Gesù tornerà. Già godono delle benedizioni del cielo ma non è ancora il cielo. Non vedono il Signore, ma lo vedranno al suo ritorno’.

Cerco delle conferme nei libri e negli articoli delle ADI, e sul sito della Chiesa ADI di Modugno (Bari), trovo un file pdf dal titolo ‘Che cosa viene dopo la morte?’ in cui a proposito dello stato intermedio dei morti in Cristo si legge quanto segue: ‘Ora, tutti i salvati che muoiono, vanno direttamente nel Paradiso di sopra, ove Cristo è a sedere ….. È ovvio che il luogo d’attesa è superiore allo stato attuale del credente. In esso il redento gusta una più intensa comunione con il Signore, ciò sottintende la coscienza di “essere con Cristo”‘.

Da: http://www.adimodugno.it/evangelici/che-cosa-viene-dopo-la-morte.html

Notate come venga detto che questa più intensa comunione con il Signore che il credente morto godrà sottintende la coscienza di ‘essere con Cristo’, per cui il fatto che sottintende la coscienza di essere con Cristo vuol dire che egli non è realmente con Cristo o che Cristo non è realmente presente con esso. La volontà di non dire chiaramente che egli non è con Cristo e quindi non lo vede, o che Cristo non è presente con il credente morto, è evidente.

Ho trovato anche una conferma in uno scritto dal titolo ‘Cose di gran lunga migliori’, di Eliseo Cardarelli, pastore ADI, apparso su Risveglio Pentecostale. Ecco cosa afferma Cardarelli dove parla di ‘una comunione migliore’: ‘….E di essere con Cristo …’ E’ una espressione significativa. Nelle sue epistole, l’apostolo Paolo, per descrivere la vita nuova e la comunione spirituale dei credenti con il loro Signore qui sulla terra, utilizza ripetutamente l’espressione ‘in Cristo’. Mentre oggi noi siamo ‘in Cristo’, cioè viventi in Lui, spiritualmente ricchi in Lui, protetti in Lui, consolati in Lui, vittoriosi in Lui, ed Egli è con noi: ‘…. ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente’ (Matteo 28:20), un giorno noi saremo ‘con Lui’ (Risveglio Pentecostale, Settembre 2010, pag. 5).

Avete notato come anche qui non viene detto che i morti in Cristo sono realmente con il Signore e lo vedono, come neppure che Gesù è letteralmente presente con loro ed essi quindi godono e beneficiano della Sua reale presenza? Infatti il Cardarelli dice praticamente questo, che come adesso sulla terra noi godiamo comunione con Cristo in quanto Lui è con noi, benchè Egli non sia fisicamente presente con noi e noi non lo vediamo, così dopo la morte noi saremo con il Signore in una maniera simile, cioè godremo comunione con Lui (una più intensa o migliore comunione con lui) benchè non ci sarà la sua presenza con noi e quindi non lo vedremo. E questo perchè noi saremo con Cristo e lo vedremo solo al ritorno di Cristo dal cielo, solo allora infatti potremo dire di essere realmente con Cristo, o detto in altre parole, solo allora potremo dire che Cristo sarà presente con noi.

Vorrei però che notaste ancora una volta l’astuzia che viene usata per presentare il loro falso insegnamento.

Qualcuno si domanderà: ‘Come mai le ADI sostengono ciò?’ A motivo del rapimento segreto, altra falsa dottrina che loro insegnano, che loro dicono è la venuta di Cristo per la Sua Chiesa, da distinguersi dalla venuta di Cristo con la Sua Chiesa alla fine della grande tribolazione dopo alcuni anni. Per cui la presenza di Cristo con i Suoi inizierà al rapimento.
Farò parlare le ADI tramite un loro libro, affinché vi rendiate conto personalmente di ciò.

Nel libro Essere con Cristo: cosa di gran lunga migliore, al capitolo 6 intitolato ‘La seconda venuta ed il giudizio’ è scritto: ‘Il termine Parousia è quello più frequentemente usato per indicare la seconda venuta di Cristo. Essa ricorre ventiquattro volte nel Nuovo Testamento. Pietro la usò anche in relazione alla prima venuta del Signore – senza dubbio un evento storico. ‘… vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta (Parousia) del nostro Signore Gesù Cristo’ (II Pietro 1:16). Mentre l’idea base della parola è ‘presenza’, essa significa molto di più di questo. Come ha detto Louis Berkhof (1873-1957. Uno dei maggiori insegnanti di teologia sistematica della Chiesa Cristiana Riformata. Di origine olandese, ha svolto la maggior parte del suo ministerio negli U.S.A. fino al termine dei suoi giorni. N.d.E.): ‘Essa indica la venuta che precede la presenza’. Si riferisce ad una presenza corporea piuttosto che spirituale. La parola fu anche applicata a Paolo. I suoi detrattori dissero di lui: “Le sue lettere sono severe e forti; ma la sua presenza fisica (Parousia) è debole e la sua parola è cosa da nulla” (II Corinzi 10:10 – Vers. N.R.). Quando nei tempi antichi un re o un imperatore progettavano di visitare una città, venivano fatti dei preparativi accurati, come ai nostri giorni, per la parousia dell’importante visitatore. I primi cristiani avevano familiarità con questa parola e la impiegavano in quel senso per descrivere l’arrivo di Cristo come Re dei re in potenza e gloria. ‘La parousia di Cristo denota la Sua venuta dal Cielo, che consisterà nell’apparizione della Sua gloria, per il rapimento della Sua chiesa …. la speranza dei credenti’. Il termine parousia, quindi, si riferisce alla venuta di una persona ed alla sua susseguente presenza. Questo ci assicura che quando il nostro Signore ritornerà, Egli verrà per la Chiesa (Matteo 24:37-42; 1 Tessalonicesi 4:15-17; II Tessalonicesi 2:1). ‘In questo contesto, tale parola riguardante la venuta di Cristo per rapire la chiesa, non implica semplicemente la Sua momentanea ‘apparizione’ per i santi, ma la Sua presenza con loro fino al momento della successiva manifestazione al mondo unitamente alla chiesa (Apocalupsis)’ (Vine’s. Dizionario Espositivo dei Termini Biblici, Thomas Nelson Publishers, 1985). La promessa della seconda venuta del nostro Signore segnerà per noi l’inizio delle gioie del Cielo. Ciò equivarrà ad essere con Cristo, la qual cosa è di gran lunga migliore’ (J. Oswald Sanders, Essere con Cristo: cosa di gran lunga migliore, ADI-Media, 1999, pag. 114-115).

Notate come le ADI sostengano piuttosto chiaramente che la presenza di Cristo con i santi in cielo avrà inizio al cosiddetto rapimento della Chiesa che – come ho detto innanzi – è una delle due fasi in cui loro suddividono il ritorno di Cristo, perchè l’altra fase avverrà alla fine della grande tribolazione e consisterà nel ritorno di Cristo dal cielo con la Sua Chiesa per regnare sulla terra mille anni.

Quindi per le ADI, le parole di Paolo “essere con Cristo” (Filippesi 1:23), si adempiranno realmente quando avverrà il rapimento segreto e non prima di allora, cioè tra la morte e la resurrezione. Vorrei però ricordarvi che quando Paolo disse quelle parole si riferiva soltanto al suo essere con Cristo immediatamente dopo la morte, e non al suo essere con Cristo dopo la resurrezione, cosa confermata dalle parole che disse prima e da quelle che disse dopo. Ascoltate le parole di Paolo: “Poiché per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno. Ma se il continuare a vivere nella carne rechi frutto all’opera mia e quel ch’io debba preferire, non saprei dire. Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore; ma il mio rimanere nella carne è più necessario per voi” (Filippesi 1:21-24).

Veniamo ora alla confutazione di questa ennesima falsa dottrina delle ADI, che devo dire toglie qualcosa di reale ai morti in Cristo esattamente come fa un’altra loro falsa dottrina verso coloro che muoiono nei loro peccati, infatti mentre nel caso degli empi le ADI sostengono che gli empi non sono tormentati da nessun fuoco reale presente nell’Hades, in merito allo stato intermedio dei morti in Cristo essi sostengono che costoro non sono realmente con Cristo e quindi non lo vedono, in altre parole le ADI hanno ‘tolto’ la reale presenza di Cristo alle anime di coloro che sono morti in Cristo, rendendola quindi allegorica o simbolica. Questo si capisce dal fatto che nello scritto di Eliseo Cardarelli le parole che indicano l’essere con Cristo dopo la morte vengano messe tra virgolette.

Che dire? Quello che le ADI insegnano è una menzogna, menzogna che contrista grandemente i cuori dei santi. Le parole degli apostoli non lasciano spazio ai vani ragionamenti che fanno le ADI, infatti Paolo afferma: “Io sono stretto dai due lati: ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore” (Filippesi 1:23), il che lascia chiaramente intendere che lui desiderava dipartirsi dal corpo perchè la sua dipartenza avrebbe segnato il passaggio ad una vita di gran lunga migliore, in quanto egli sarebbe stato CON Cristo, ossia assieme a Lui, e quindi lo avrebbe visto in tutta la sua bellezza e gloria. In altre parole, Paolo desiderava dipartirsi dal corpo perchè sapeva che avrebbe goduto da subito della presenza di Cristo con lui in cielo.

E che sia così, Paolo lo conferma ai santi di Corinto quando dice: “Noi siamo dunque sempre pieni di fiducia, e sappiamo che mentre abitiamo nel corpo, siamo assenti dal Signore (poiché camminiamo per fede e non per visione); ma siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore” (2 Corinzi 5:6-8). Notate infatti che Paolo afferma che l’abitare nel corpo significa essere assenti dal Signore e non vederlo perchè noi camminiamo per fede e non per vista, mentre il partire dal corpo significa andare ad abitare con il Signore e vederlo, perchè in cielo non si cammina per fede ma per vista in quanto vedremo il Signore. E’ di una chiarezza quello che dice l’apostolo Paolo che non necessita alcun approfondimento. Se dunque andremo ad abitare con il Signore, è evidente che questo implica la Sua presenza con noi in cielo.

A conferma delle parole di Paolo, abbiamo anche queste scritte da Giovanni nel libro dell’Apocalisse: “E quando ebbe aperto il quinto suggello, io vidi sotto l’altare le anime di quelli ch’erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che aveano resa; e gridarono con gran voce, dicendo: Fino a quando, o nostro Signore che sei santo e verace, non fai tu giudicio e non vendichi il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra? E a ciascun d’essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completo il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che hanno ad essere uccisi come loro” (Apocalisse 6:9-11).

Ora, come potete leggere, le anime di quelli che erano stati uccisi a motivo della Parola erano in cielo, e precisamente sotto l’altare. Dobbiamo quindi domandarci dove si trova l’altare in cielo. La risposta è davanti al trono di Dio, secondo che è scritto più avanti: “E quando l’Agnello ebbe aperto il settimo suggello, si fece silenzio nel cielo per circa lo spazio di mezz’ora. E io vidi i sette angeli che stanno in piè davanti a Dio, e furon date loro sette trombe. E un altro angelo venne e si fermò presso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furon dati molti profumi affinché li unisse alle preghiere di tutti i santi sull’altare d’oro che era davanti al trono. E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell’angelo al cospetto di Dio. Poi l’angelo prese il turibolo e l’empì del fuoco dell’altare e lo gettò sulla terra; e ne seguirono tuoni e voci e lampi e un terremoto” (Apocalisse 8:1-5).

Dunque, l’altare è davanti al trono di Dio, e quindi praticamente davanti al Signore Gesù Cristo in quanto Gesù è seduto alla destra del trono di Dio, secondo che dice lo scrittore agli Ebrei: “Ora, il punto capitale delle cose che stiamo dicendo, è questo: che abbiamo un tal Sommo Sacerdote, che si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto” (Ebrei 8:1-2). E non potrebbe essere altrimenti, perchè la Scrittura afferma che Gesù Cristo alla destra di Dio intercede per i santi (Romani 8:34), e sull’altare che si trova davanti al trono di Dio ci sono proprio le preghiere dei santi che salgono nel cospetto di Dio perchè fatte nel nome di Gesù Cristo.
Quindi, quelle anime di persone morte in Cristo, potevano vedere non solo Colui che sedeva sul trono, ma anche Colui che era seduto alla sua destra. E se potevano vederlo loro allora, lo possono vedere anche tutti coloro che muoiono in Cristo adesso. Dio non ha riguardi personali, e quindi non si può pensare che solo quelle anime potevano vedere Dio e il Signore Gesù Cristo. Ed infatti Giovanni afferma che: “Dopo queste cose vidi, ed ecco una gran folla che nessun uomo poteva noverare, di tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, che stava in piè davanti al trono e davanti all’Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano. E gridavano con gran voce dicendo: La salvezza appartiene all’Iddio nostro il quale siede sul trono, ed all’Agnello. E tutti gli angeli stavano in piè attorno al trono e agli anziani e alle quattro creature viventi; e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono, e adorarono Iddio dicendo: Amen! All’Iddio nostro la benedizione e la gloria e la sapienza e le azioni di grazie e l’onore e la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen. E uno degli anziani mi rivolse la parola dicendomi: Questi che son vestiti di vesti bianche chi son dessi, e donde son venuti? Io gli risposi; Signor mio, tu lo sai. Ed egli mi disse: Essi son quelli che vengono dalla gran tribolazione, e hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Perciò son davanti al trono di Dio, e gli servono giorno e notte nel suo tempio: e Colui che siede sul trono spiegherà su loro la sua tenda. Non avranno più fame e non avranno più sete, non li colpirà più il sole né alcuna arsura; perché l’Agnello che è in mezzo al trono li pasturerà e li guiderà alle sorgenti delle acque della vita; e Iddio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro” (Apocalisse 7:9-17). Ora, come si può chiaramente vedere, anche costoro erano morti in Cristo e si trovavano davanti al trono di Dio e davanti all’Agnello, e quindi erano con il Signore e potevano vederlo. La Sua presenza era con essi.

Aggiungiamo a quanto detto sino a qua, le seguenti parole che Gesù rivolse al Padre in preghiera per i suoi discepoli: “Padre, io voglio che dove son io, siano meco anche quelli che tu m’hai dati, affinché veggano la mia gloria che tu m’hai data; poiché tu m’hai amato avanti la fondazion del mondo” (Giovanni 17:24), che fanno intendere che i discepoli di Cristo quando muoiono vanno in cielo a dimorare con Cristo e vedono la Sua gloria; e la visione che Stefano ebbe poco prima di morire in Cristo, secondo che è scritto: “Essi, udendo queste cose, fremevan di rabbia ne’ loro cuori e digrignavano i denti contro di lui. Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio, e disse: Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figliuol dell’uomo in piè alla destra di Dio” (Atti 7:54-56), che fa capire che se Gesù si fece vedere da Stefano poco prima che egli si dipartisse dal corpo, è evidente che una volta salito in cielo con la sua anima Gesù non si sarebbe ‘nascosto’ dalla sua vista!

Dunque, fratelli, rigettate questo falso insegnamento delle ADI sullo stato dei morti in Cristo, e dite assieme a Giobbe: “E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Iddio” (Giobbe 19:26), aggiungendogli ‘e il Suo Figliuolo Gesù Cristo’ perchè la Scrittura attesta in maniera inequivocabile che noi vedremo sia Dio che il Suo Figliuolo che sta alla sua destra.

Siate consolati, amati fratelli, sapendo che i vostri familiari o parenti morti in Cristo, sono veramente con Cristo in cielo, godendo già da ora la Sua presenza e quindi vedendo il Suo volto. E la stessa cosa riguarderà voi quando vi dipartirete dal corpo, se avrete perseverato fino alla fine nella fede, in quanto in quel preciso giorno andrete in cielo (e non in una sorta di anticamera del cielo) a stare con il nostro Signore Gesù Cristo. Nessuno di costoro dunque vi seduca con vani ragionamenti.

Esorto tutti coloro che frequentano Chiese ADI ad incalzare i loro pastori, e costringerli a dire pubblicamente quello che essi intendono realmente quando affermano che quando si muore si va con il Signore, perchè in realtà essi mentono sapendo di mentire quando parlano in questa maniera. E poi, ritiratevi da queste Chiese, perchè ormai è palese che le ADI contrastano sfacciatamente la verità, insegnando un numero impressionante di menzogne e ingannando così le anime. Le ADI si sono create una dottrina loro, che contrasta la dottrina di Dio.

La grazia del nostro Signore Gesù sia con voi.

Giacinto Butindaro

Post correlati: