I coraggiosi parlano, i codardi tacciono

Fratelli, ci troviamo in un periodo della storia della Chiesa durante il quale la corruzione, la mondanità, e la carnalità, stanno dilagando in una misura e ad una velocità mai visti prima d’ora. Qui in Italia in ambito sia delle Chiese Protestanti storiche che di quelle Pentecostali, si può tranquillamente dire che spesso il male viene chiamato bene, e il bene male, le tenebre sono state mutate in luce e la luce in tenebre; e l’amaro è stato reso dolce, e il dolce amaro.

L’ultima abominazione pubblica perpetrata in ordine di tempo in ambito Evangelico è quella che si è verificata nella Chiesa Valdese, che prima in un suo sinodo ha approvato la benedizione delle coppie omosessuali e poi ha proseguito con il mettere in pratica questa decisione, benedicendo pochi giorni fa una coppia di omosessuali nel tempio valdese di Milano.

Ovviamente, come era da aspettarselo, questo evento ha fatto immediatamente il giro del mondo, essendo stato ripreso da tutti i mass media. Esso ha avuto un eco fortissimo. E come al solito, adesso, molti Cattolici Romani ed anche non Cattolici, si sono messi a fare un discorso simile a questo: ‘Ecco, vedete, i protestanti o evangelici italiani adesso approvano e praticano la benedizione delle coppie omosessuali’.

Per causa quindi di questa minoranza di Evangelici, che hanno naufragato quanto alla fede, qui in Italia la via della verità è diffamata, biasimata da tanti Cattolici Romani come anche da persone di altre religioni che a giusta ragione non approvano questa empietà.

Non si può dunque rimanere in silenzio, facendo finta di niente, come se la cosa non ci riguardasse da vicino, perché la cosa ci riguarda, eccome se ci riguarda.

Innanzi tutto perché la Chiesa Valdese, approvando e praticando la benedizione delle coppie omosessuali ha rigettato la dottrina di Dio esponendo quest’ultima alla diffamazione da parte degli avversari del Vangelo.

E poi perché per causa loro ci vanno di mezzo tutti quei cristiani che invece onorano ed osservano la sana dottrina di Dio, studiandosi di rinunciare alle mondane concupiscenze e all’empietà, per vivere in questo mondo una vita temperata, giusta e pia, come ci ordina di fare la Parola; i quali vengono equiparati a questi apostati valdesi.

Noi Cristiani quindi siamo in obbligo di levare alta la nostra voce contro l’empietà, in questo caso perpetrata, approvata ed incoraggiata dalla Chiesa Valdese; e questo per amore del Signore e poi per amore dei santi.

Dobbiamo fare come fece Gesù nei confronti degli scribi e dei Farisei, che avevano annullato la Parola di Dio con la loro tradizione; o come fece Giovanni Battista nei confronti di Erode, che si teneva la moglie di suo fratello; od ancora come avevano fatto prima di loro i santi profeti di Dio nei confronti dei capi del popolo d’Israele e del popolo stesso, che avevano abbandonato i comandamenti di Dio per volgersi al male: riprovare l’empietà, e farlo con ogni franchezza, facendo anche i nomi di coloro che fanno diffamare la Parola di Dio. Fare questo è un dovere, non è un opzione; perchè ce lo comanda Dio.

Certo, costa fare questo, perchè ci si fa nemici i Valdesi, che secondo la carne sono peraltro potenti perchè nel loro mezzo hanno degli uomini politici che contano nei palazzi istituzionali qui in Italia, ma spiritualmente sono morti tranne poche eccezioni. Valdesi che hanno delle parole dure contro quegli Evangelici che li rimproverano severamente e li confutano pubblicamente.

Ma coloro che amano Dio, temono Dio, e servono Dio, sono disposti a pagare questo prezzo, perchè hanno deciso di piacere a Dio anziché agli uomini, rifacendosi a queste parole dell’apostolo Paolo ai Galati: “Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo” (Galati 1:10), ed anche a queste altre: “Son io dunque divenuto vostro nemico dicendovi la verità?” (Galati 4:16).

Costoro sono uomini coraggiosi, pronti a mettere a repentaglio la loro vita, a soffrire, a subire persecuzioni, insulti di ogni genere, per amore della verità.

Ma in mezzo alla Chiesa a fianco dei coraggiosi esistono i codardi, che sono persone che si ritirano per pusillanimità e vigliaccheria di fronte a rischi, pericoli e doveri. Nel libro dell’Apocalisse vengono citati i codardi, secondo che è scritto: “Ma quanto ai codardi, agl’increduli, agli abominevoli, agli omicidi, ai fornicatori, agli stregoni, agli idolatri e a tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda” (Apocalisse 21:8).

I codardi, pur sapendo che una determinata cosa è male agli occhi di Dio, per paura di quello che gli può accadere in reazione ad una loro eventuale denuncia pubblica del male, vengono meno al loro dovere di cristiani, di figli della luce, e perciò stanno in silenzio, fanno finta di niente, e rimangono fuori da questa guerra.

Costoro sono degli uomini da nulla, che pur di non esporsi al vituperio degli stolti, pur di difendere i loro interessi personali, pur di mantenersi in buoni rapporti con i Valdesi, non dicono nulla contro di essi, non condannano pubblicamente, senza se e senza ma, questa abominazione dei Valdesi, usando parole dure come si conviene in questi casi in cui la riprensione deve essere severa.

E di questi codardi ce ne sono molti in mezzo a noi Pentecostali, cosa di cui nel corso degli anni ho dovuto prendere spesso atto. Confesso che quando mi sono convertito, non avrei immaginato di trovare tanta codardia ed omertà in mezzo a noi Pentecostali, e badate che questa codardia è in tutte le denominazioni pentecostali.

Costoro stanno cercando il male della Chiesa, perché dal di dentro con il loro silenzio tollerano l’omosessualità che si sta diffondendo velocemente in mezzo alle Chiese Evangeliche Storiche e da esse piano piano anche in mezzo a noi Pentecostali.

Costoro non amano la verità, non amano la giustizia, non amano la santità; perchè se l’amassero parlerebbero. La Scrittura infatti ci insegna che coloro che nei tempi antichi amarono queste cose, parlarono pubblicamente contro le menzogne, contro l’ingiustizia e contro la corruzione presenti in mezzo al popolo di Dio.

E badate che sono proprio costoro che poi dicono che dobbiamo avere amore, e ci accusano di non avere amore: sì proprio i codardi. Sarebbe questo l’amore che dovremmo avere? Un amore che dinnanzi alle abominazioni perpetrate in mezzo alla Chiesa da sedicenti Cristiani sta zitto? Un amore che tollera la menzogna e l’iniquità? Ma questo è un falso amore, e certamente non un vero amore.

Quindi, fratelli, vi esorto non solo a continuare a levarvi in favore della verità contro la menzogna, in favore della santità contro la corruzione, in favore della giustizia contro l’empietà; ma anche a guardarvi dai codardi, che per un pezzo di pane e qualche lenticchia hanno deciso di rimanere in silenzio, silenzio che è la forza dei malvagi perchè quest’ultimi si sentiranno le mani fortificate a fare il male e quindi a perseverare nel male.

Quanto a me, io dirò come il profeta Geremia: “Tu m’hai persuaso, o Eterno, e io mi son lasciato persuadere, tu m’hai fatto forza, e m’hai vinto; io son diventato ogni giorno un oggetto di scherno, ognuno si fa beffe di me. Poiché ogni volta ch’io parlo, grido, grido: ‘Violenza e saccheggio!’ Sì, la parola dell’Eterno è per me un obbrobrio, uno scherno d’ogni giorno. E s’io dico: ‘Io non lo mentoverò più, non parlerò più nel suo nome’, v’è nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; e mi sforzo di contenerlo, ma non posso” (Geremia 20:7-9).

Il profeta Geremia piangeva a motivo della malvagità a cui il popolo si era abbandonato, e per stornarlo da essa non si trasse indietro dall’annunciargli il ravvedimento e avvertirlo dei giudizi di Dio che si sarebbero abbattuti su di esso se non avesse dato ascolto alla voce di Dio. E per questa sua opera fu insultato, e perseguitato dal popolo e dai suoi capi, fino al punto che i ribelli che detestavano le sue parole complottarono di ucciderlo senza però riuscire a portare a compimento la loro macchinazione.

Ecco l’esempio di un uomo coraggioso che cercò il bene del popolo di Dio nell’antichità; imitiamolo, non curanti di quello che potrà accaderci.

Io sono servo dell’Iddio vivente e vero, che è il Creatore di tutte le cose, e la mia opera è per Lui. Mi insultino e perseguitino pure i ribelli, io continuerò a fare quello che Dio mi ha comandato di fare: “Grida a piena gola, non ti rattenere, alza la tua voce a guisa di tromba, e dichiara al mio popolo le sue trasgressioni, e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!” (Isaia 58:1), “A questi figliuoli dalla faccia dura e dal cuore ostinato io ti mando, e tu dirai loro: Così parla il Signore, l’Eterno. …. … riferirai loro le mie parole, sia che t’ascoltino o non t’ascoltino, poiché sono ribelli. E tu, figliuol d’uomo, ascolta ciò che ti dico; non esser ribelle com’è ribelle questa casa ….” (Ezechiele 2:4, 7-8).

Chi ha orecchi da udire, oda

Giacinto Butindaro

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