“Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto”

Nel Vangelo scritto da Giovanni troviamo scritto questo episodio della vita di Gesù, che avvenne dopo che fu arrestato mentre si trovava davanti al sommo sacerdote Anna. “Il sommo sacerdote dunque interrogò Gesù intorno ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: Io ho parlato apertamente al mondo; ho sempre insegnato nelle sinagoghe e nel tempio, dove tutti i Giudei si radunano; e non ho detto nulla in segreto. Perché m’interroghi? Domanda a quelli che m’hanno udito, quel che ho detto loro; ecco, essi sanno le cose che ho detto. E com’ebbe detto questo, una delle guardie che gli stava vicino, dette uno schiaffo a Gesù, dicendo: Così rispondi tu al sommo sacerdote? Gesù gli disse: Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Giovanni 18:19-23).

Dunque, Gesù, essendo stato percosso da una guardia per avere dato quella risposta al sommo sacerdote in quanto quella risposta era stata da essa giudicata sbagliata, esortò quella guardia a dimostrare il male che aveva detto. Potè quella guardia dimostrare ciò? No, non potè farlo, perchè Gesù aveva risposto bene e non male al sommo sacerdote. Questo ci insegna che se uno dice una cosa giusta, o parla bene, quand’anche i suoi nemici lo percuotessero, lo perseguitassero, lo offendessero, quest’ultimi non potranno mai dimostrare che egli ha parlato male o ingiustamente o bugiardamente.

Ora, molto spesso io vengo accusato di parlare male di tutto e di tutti, rendendomi così colpevole dinnanzi a Dio. Ma come stanno realmente le cose?

Innanzi tutto voglio ricordare ai miei accusatori che io non parlo male di tutto e di tutti, ma parlo male del peccato e di coloro che in mezzo alle Chiese prendono piacere nel peccato. Faccio esattamente quello che facevano gli apostoli. Parlavano infatti forse bene gli apostoli dell’arroganza, della superbia, della vanagloria, del disordine, delle concupiscenze mondane, dell’ipocrisia, delle false dottrine, presenti tra i santi allora? Non mi pare che lo facessero. Come non mi pare che essi parlassero bene dei falsi apostoli, dei falsi dottori, e di coloro che mettevano sottosopra gli animi dei discepoli, sovvertendo la loro fede; persone che esistono ancora oggi in mezzo alla Chiesa, e che sono in maggior numero di quanto lo erano a quel tempo.

Ascoltate per esempio come parla l’apostolo Paolo dei falsi apostoli che erano in seno alla Chiesa di Corinto: “Poiché cotesti tali sono dei falsi apostoli, degli operai fraudolenti, che si travestono da apostoli di Cristo. E non c’è da maravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque gran che se anche i suoi ministri si travestono da ministri di giustizia; la fine loro sarà secondo le loro opere” (2 Corinzi 11:13-15). Ed ascoltate sempre Paolo come parlava di coloro che camminavano seguendo le loro concupiscenze in mezzo alla Chiesa: “Perché molti camminano (ve l’ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), da nemici della croce di Cristo; la fine de’ quali è la perdizione, il cui dio è il ventre, e la cui gloria è in quel che torna a loro vergogna; gente che ha l’animo alle cose della terra” (Filippesi 3:18-19). E dato che ci siamo, ascoltate pure come parlava Paolo di coloro che cercavano di sedurre le anime del Signore con i loro vani ragionamenti e le concupiscenze mondane: “Poiché vi son molti ribelli, cianciatori e seduttori di menti, specialmente fra quelli della circoncisione, ai quali bisogna turar la bocca; uomini che sovvertono le case intere, insegnando cose che non dovrebbero, per amor di disonesto guadagno. Uno dei loro, un loro proprio profeta, disse: ‘I Cretesi son sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri’. Questa testimonianza è verace. Riprendili perciò severamente, affinché siano sani nella fede, non dando retta a favole giudaiche né a comandamenti d’uomini che voltan le spalle alla verità. Tutto è puro per quelli che son puri; ma per i contaminati ed increduli niente è puro; anzi, tanto la mente che la coscienza loro son contaminate. Fanno professione di conoscere Iddio; ma lo rinnegano con le loro opere, essendo abominevoli, e ribelli, e incapaci di qualsiasi opera buona” (Tito 1:10-16), ed infine ascoltate le parole di Paolo ai santi di Roma su quelli che operavano scandali e contrastavano la sana dottrina: “Or io v’esorto, fratelli, tenete d’occhio quelli che fomentano le dissensioni e gli scandali contro l’insegnamento che avete ricevuto, e ritiratevi da loro. Poiché quei tali non servono al nostro Signor Gesù Cristo, ma al proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore de’ semplici” (Romani 16:17-18).

Domando a questo punto ai miei accusatori: ‘Paolo parlava male o bene di quegli individui?’ Io ritengo che ne parlasse male, non vi pare?’ Ma male nel senso che esprimeva la sua disapprovazione verso di essi, il suo rigetto di quelle persone e delle loro dottrine false e delle loro opere malvagie, mettendo in guardia i santi da essi. D’altro canto però egli parlava bene, nel senso che nelle sue parole non c’era niente di sbagliato detto contro quelle persone, niente di inventato, niente di diffamatorio, perchè egli diceva il vero di quelle persone. E quindi le parole di Paolo non erano le parole di un maldicente, perchè la maldicenza è un’altra cosa.

Ma ascoltate pure quello che l’apostolo Pietro dice dei falsi dottori presenti in mezzo alla Chiesa: “Ma sorsero anche falsi profeti fra il popolo, come ci saranno anche fra voi falsi dottori che introdurranno di soppiatto eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si trarranno addosso subita rovina. E molti seguiranno le loro lascivie; e a cagion loro la via della verità sarà diffamata. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole finte; il loro giudicio già da tempo è all’opera, e la loro ruina non sonnecchia. Perché se Dio non risparmiò gli angeli che aveano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi per esservi custoditi pel giudizio; e se non risparmiò il mondo antico ma salvò Noè predicator di giustizia, con sette altri, quando fece venire il diluvio sul mondo degli empi; e se, riducendo in cenere le città di Sodoma e Gomorra, le condannò alla distruzione perché servissero d’esempio a quelli che in avvenire vivrebbero empiamente; e se salvò il giusto Lot che era contristato dalla lasciva condotta degli scellerati (perché quel giusto, che abitava fra loro, per quanto vedeva e udiva si tormentava ogni giorno l’anima giusta a motivo delle loro inique opere), il Signore sa trarre i pii dalla tentazione e riserbare gli ingiusti ad esser puniti nel giorno del giudizio; e massimamente quelli che van dietro alla carne nelle immonde concupiscenze, e sprezzano l’autorità. Audaci, arroganti, non hanno orrore di dir male delle dignità; mentre gli angeli, benché maggiori di loro per forza e potenza, non portano contro ad esse, dinanzi al Signore, alcun giudizio maldicente. Ma costoro, come bruti senza ragione, nati alla vita animale per esser presi e distrutti, dicendo male di quel che ignorano, periranno per la loro propria corruzione, ricevendo il salario della loro iniquità. Essi trovano il loro piacere nel gozzovigliare in pieno giorno; son macchie e vergogne, godendo dei loro inganni mentre partecipano ai vostri conviti; hanno occhi pieni d’adulterio e che non possono smetter di peccare; adescano le anime instabili; hanno il cuore esercitato alla cupidigia; son figliuoli di maledizione. Lasciata la diritta strada, si sono smarriti, seguendo la via di Balaam, figliuolo di Beor, che amò il salario d’iniquità, ma fu ripreso per la sua prevaricazione: un’asina muta, parlando con voce umana, represse la follia del profeta. Costoro son fonti senz’acqua, e nuvole sospinte dal turbine; a loro è riserbata la caligine delle tenebre. Perché, con discorsi pomposi e vacui, adescano con le concupiscenze carnali e le lascivie quelli che si erano già un poco allontanati da coloro che vivono nell’errore, promettendo loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione; giacché uno diventa schiavo di ciò che l’ha vinto. Poiché, se dopo esser fuggiti dalle contaminazioni del mondo mediante la conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, si lascian di nuovo avviluppare in quelle e vincere, la loro condizione ultima diventa peggiore della prima. Perché meglio sarebbe stato per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento ch’era loro stato dato. È avvenuto di loro quel che dice con verità il proverbio: Il cane è tornato al suo vomito, e: La troia lavata è tornata a voltolarsi nel fango” (2 Pietro 2:1-22). Ma vi pare che l’apostolo Pietro parla bene di questi individui che un giorno avevano conosciuto la verità e poi hanno rinnegato il Signore, pur rimanendo in mezzo alla Chiesa? A me non pare proprio, perchè dice che sono audaci, arroganti, adescatori di anime instabili, che sfruttano i santi con parole finte, che sono come bruti senza ragione, nati alla vita animale per esser presi e distrutti, che hanno occhi pieno di adulterio, che hanno il cuore esercitato alla cupidigia, che son figliuoli di maledizione, dati alle gozzoviglie e quindi dei dissoluti, e schiavi della corruzione. E’ maldicenza questa? Se lo è, allora Pietro era un maldicente. Ma questa non è maldicenza, la maldicenza è un’altra cosa.

Ascoltate ora in che termini si espresse Giacomo su quei credenti che si erano messi ad amare il mondo: “Voi bramate e non avete; voi uccidete ed invidiate e non potete ottenere; voi contendete e guerreggiate; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere ne’ vostri piaceri. O gente adultera, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Ovvero pensate voi che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito ch’Egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia? Ma Egli dà maggior grazia; perciò la Scrittura dice: Iddio resiste ai superbi e dà grazia agli umili. Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio, ed Egli si appresserà a voi. Nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo! Siate afflitti e fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegrezza in mestizia! Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli vi innalzerà” (Giacomo 4:2-10). Ma vi pare che Giacomo parli bene di queste persone? A me non pare, in quanto li chiama ‘gente adultera’, ‘peccatori’, ‘doppi d’animo’, ‘superbi’, e implicitamente ‘nemici di Dio’. E maldicenza questa? Se lo è, allora Giacomo era un maldicente. Ma questa non è maldicenza, in quanto lo ripeto la maldicenza è un’altra cosa.

Dunque se noi chiamiamo falsi apostoli i falsi apostoli; se noi chiamiamo ‘nemici della croce di Cristo’ coloro che in seno alla Chiesa hanno l’animo alle cose della terra, e il cui dio è il ventre e che si gloriano di ciò che torna a loro vergogna; se noi chiamiamo cianciatori, seduttori di menti, e ribelli coloro che insegnano per amore di disonesto guadagno cose che non dovrebbero; se chiamiamo i falsi dottori oltre che falsi dottori anche arroganti, audaci, figli della maledizione, corrotti, adescatori di anime instabili, sfruttatori dei santi con parole finte, bruti senza ragione, persone con il cuore esercitato alla cupidigia, dissoluti, e schiavi della corruzione; se noi chiamiamo ‘gente adultera’ coloro che sono diventati amici del mondo; noi non stiamo praticando nessuna forma di maldicenza nei confronti di queste persone, perchè stiamo dicendo il vero su di esse. Ma è chiaro che è proprio perchè diciamo il vero su di esse che non possiamo parlarne bene. Se parlassimo bene di queste persone, noi mentiremmo, perchè diremmo cose non vere di esse. Detto in altre parole, se noi dicessimo dei falsi apostoli e dei falsi dottori che costoro sono dei cari servi del Signore che dedicano la loro vita alla propagazione del Vangelo, e degli uomini santi, noi diremmo il falso perchè la verità è che essi sono riprovati quanto alla fede e servono il loro ventre. Come diremmo il falso se dicessimo di tutti quei credenti che sono apertamente superbi, mondani, disordinati e che rifiutano di rinunciare alle mondane e carnali concupiscenze che sono dei fratelli che fanno la volontà di Dio. E quindi se parlassimo in questa maniera, noi davanti a Dio saremmo colpevoli, e non solo inganneremmo noi stessi ma anche quelli che ci ascoltano.

Fratelli, la Bibbia ci insegna che coloro che sono dati al male e prendono piacere in esso vanno chiamati malvagi, e non buoni; che quelli che sono ingiusti vanno chiamati ingiusti e non giusti; che quelli che dicono menzogne vanno chiamati bugiardi e non veraci; che coloro che sono falsi ministri vanno chiamati falsi ministri; che quelli che rifiutano di ubbidire ai comandamenti di Cristo vanno chiamati ribelli e non ubbidienti; che coloro che con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici vanno chiamati ‘seduttori di menti’; che coloro che proclamano profane ciance o si dono dati a vani ragionamenti vanno chiamati ‘cianciatori’; che coloro che compiono scandali vanno chiamati ‘operatori di scandali’; che coloro che sono diventati amici del mondo vanno chiamati ‘gente adultera’ e potrei proseguire con la lista ma mi fermo qui.

Cosa voglio dire con questo? Che noi non possiamo trattare i malvagi alla stessa stregua dei giusti, nè i ribelli alla stessa stregua degli ubbidienti, nè coloro che amano e praticano la menzogna alla stessa stregua di coloro che amano la verità e la mettono in pratica; e così via. Perchè Dio stesso non lo fa, infatti Egli li chiama come meritano di essere chiamati in base alle loro opere; e non mostra il Suo favore verso di essi e le loro opere. E quindi, come imitatori di Dio, noi non possiamo fare altrimenti.

Dunque, alla luce della Sacra Scrittura, coloro che ci accusano di essere dei maldicenti, non fanno altro che diffamarci, mettendo in giro contro di noi una accusa ingiusta e inventata. Perchè noi stiamo chiamando con il loro vero nome sia il male nelle sue svariate forme che coloro che sono dati ad esso e prendono piacere in esso. E quindi i veri maldicenti sono proprio coloro che ci accusano: sono proprio loro che parlano male di noi in quanto ci attribuiscono un qualcosa di falso. E che sia così è dimostrato dal fatto che non possono dimostrare che abbiamo parlato male di queste persone, nel senso che abbiamo detto delle cose non vere. Esaminate attentamente i loro discorsi e vi accorgerete che loro non dimostrano proprio niente, ma proprio niente. E’ molto facile infatti da parte loro prendere i passi della Bibbia che parlano contro i maldicenti e contro la maldicenza, e usarli contro di noi: ma è impossibile da parte loro entrare nel merito della loro accusa e dimostrare che noi abbiamo sbagliato nel dire che Tizio o Caio è un servo di mammona, o un predicatore che insegna dottrine false, o che certi credenti sono amanti del mondo, e questo perchè essi mentono contro di noi. Già perchè i disonesti usano dei versi della Scrittura per mentire contro taluni, e ingannare così il prossimo.

Ma coloro che temono Dio e conoscono le Scritture non cadranno nella rete di queste volpi.

Quindi fratelli, state molto attenti a tutti coloro che vorrebbero farvi credere che il parlare male di qualcuno significa automaticamente fare maldicenza, perchè si può parlare male di qualcuno come facevano gli apostoli parlando bene, nel senso di dire ciò che è giusto e vero. La maldicenza invece è un parlare diffamatorio, e quindi un parlare di cose inventate, di cose non vere, che non sono dimostrabili, e che non sono conformi alla realtà delle cose: questo sì che è un parlare condannato da Dio e coloro che lo praticano si attirano l’ira di Dio.

E questi nostri accusatori, che peraltro va detto spesso si nascondono dietro l’anonimato o dietro un nickname perchè codardi, sono colpevoli proprio di questo peccato davanti a Dio. E purtroppo ci sono tanti credenti che ancora non hanno capito che sono proprio costoro le persone da cui si devono guardare, perchè costoro oltre a chiamare male il bene, e bene il male, trattano i malvagi come se avessero fatto l’opera dei giusti, e i giusti come se avessero fatto l’opera dei malvagi (cfr. Ecclesiaste 8:14). Infatti, siccome loro non aprono bocca contro il male e i malvagi che ci sono in mezzo alle Chiese, ma se possono ci mettono una buona parola, pur di venire contro di noi, costituiscono un enorme pericolo per i santi, perchè con il loro modo di agire li distolgono dalla verità e dalla giustizia, facendoli piombare in un profondo sonno, per poterli manipolare a loro piacimento spillandogli così denaro a più non posso. Perchè una delle caratteristiche di costoro è che amano il denaro, e questo loro amore li porta ad agire ingiustamente, cioè nella maniera da me sopra descritta.

Ma non vi meravigliate di quello che sta accadendo, perchè è normale che dei predicatori che fino a poco tempo fa pensavano di avere il pieno controllo delle Chiese, o del loro personale orticello, in quanto seminavano nei cuori dei fedeli tutto quello che volevano, e operavano come gli pareva, senza temere di essere ripresi e confutati pubblicamente per le loro false dottrine e i loro comportamenti scandalosi, ora che si vedono smascherati pubblicamente, si infurino e si scatenino con le loro menzogne contro coloro che grazie a Dio li hanno smascherati e fatto vedere quello che costoro di falso insegnano e di scandaloso operano. Ma sappiate che il Signore li giudicherà secondo le loro opere, come giudicò coloro che diffamarono e perseguitarono i profeti del Signore, i quali non fecero altro che riprovare le opere malvagie del popolo di Israele e riprendere severamente coloro che le compivano, e per questa loro opera giusta si attirarono l’ira dei ribelli, tra cui c’erano sia i sacerdoti che il popolo che prendeva piacere nella corruzione e nella menzogna, che i falsi profeti che lusingavano con la loro temerarietà gli empi fortificando così le loro mani.

Dunque fratelli siate avveduti, e quanto ad intelligenza siate uomini fatti. Guardatevi da tutti coloro che con le loro parole e le loro opere dimostrano di non amare la verità e la giustizia.

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti i santi

Giacinto Butindaro

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