Le ADI hanno aperto la porta alle ere geologiche, e quindi alla teoria dell’evoluzione della terra

Le Assemblee di Dio in Italia hanno aperto la porta alle ere geologiche della terra, in quanto ammettono che i sei giorni della creazione descritti nel capitolo 1 del libro della Genesi possono riferirsi ad ere geologiche.
Ecco infatti cosa si legge nel Nuovo Commentario Biblico Illustrato, di Merrill Unger, riveduto, aggiornato ed ampliato dal Prof. Gary N. Larson, e che è stato ‘tradotto’ dalle ADI ed ha la prefazione di Francesco Toppi (ex-presidente delle ADI): ‘I sei giorni della creazione in Gen. 1 possono rappresentare: (1) letteralmente giorni di 24 ore di creazione; 2) letteralmente giorni di 24 ore di rivelazione divina della creazione; (3) ere geologiche estese o epoche preparatorie per il successivo insediamento da parte dell’uomo; oppure (4) uno schema di rivelazione per riassumere l’attività creativa di Dio, affermando che ‘in Lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili’ (Col. 1:16)’ (Merrill F. Hunger – Gary N. Larson, Nuovo Commentario Biblico Illustrato, ADI-Media, 2009, pag. 37-38). Quindi le ADI ammettono che la teoria che sostiene che Dio dopo avere creato la materia la fece ordinare e disporre nel corso di secoli innumerevoli, lunghi periodi geologici – che peraltro è sostenuta anche dalla Chiesa Cattolica Romana – possa avere una base biblica.
Ecco che cosa leggono molti credenti anche qui in Italia in questo Commentario Biblico, che ha ‘l’imprimatur’ delle ADI, a proposito dei 6 giorni della creazione descritti nella Genesi: che essi possono rappresentare ere geologiche estese. Questi sono vani ragionamenti, imposture che non hanno nulla a che fare con la verità. E noi dinnanzi a queste parole che rodono come fa la cancrena non possiamo starcene in silenzio ma vogliamo levare la nostra voce contro di esse e dimostrarne la falsità.

Nel libro della Genesi a proposito della creazione sono scritte per ben sei volte queste parole: “Così fu sera, poi fu mattina;…” (Genesi 1:5,8,13,19,23,31), e dopo di esse, ogni volta, il numero del giorno che si compì. Ma questi giorni furono giorni di ventiquattro ore come quelli di adesso; nè più nè meno. Perché diciamo questo? Perché quando Dio scrisse le dieci parole sulle tavole scrisse col suo dito quanto segue: “Ricordati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fà in essi ogni opera tua; ma il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno, ch’é l’Iddio tuo; non fare in esso lavoro alcuno, nè tu, nè il tuo figliuolo, nè la tua figliuola, nè il tuo servo, nè la tua serva, nè il tuo bestiame, nè il forestiero ch’è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato” (Esodo 20:8-11).
Come potete vedere, Dio disse al popolo d’Israele che Lui in sei giorni aveva creato i cieli, la terra, il mare e le cose che sono in essi, in altre parole che Egli compì l’opera delle sue mani (così è definito il creato) in sei giorni; per cui quei sei giorni non potevano non essere letterali giorni di ventiquattro ore perché Egli dice poco prima agli Israeliti di lavorare sei giorni e di fare in essi ogni loro opera. Come avrebbe infatti Dio potuto dire agli Israeliti di lavorare sei giorni prenden¬do come esempio Lui che aveva lavorato sei giorni per compiere la sua opera, se ciascuno di quei giorni in cui Lui aveva lavorato fosse stata un’era geologica? Non sarebbe stata una menzogna? Certo che lo sarebbe stata! Ma Dio disse il vero quando disse che aveva creato i cieli, la terra e il mare e tutto ciò che è in essi in sei giorni cioè in poco meno di una settimana. E siamo sicuri che quando Mosè e gli Israeliti sentirono dire a Dio queste parole, essi accettarono i sei giorni della creazione in senso letterale e non in senso simbolico. Mentono invece tutti quei credenti che dicono che quei giorni erano o possono essere delle ere geologiche per cercare di conciliare quello che dicono i geologi con quello che dice la Parola di Dio, in quanto essi hanno deciso di spiegare la Parola di Dio non usandosi della Parola di Dio (perché noi sap¬piamo che la Scrittura spiega la Scrittura), ma con i libri degli scienziati; insomma hanno cercato di fare ubbidire la Parola di Dio alle teorie fantastiche e prive di fondamento di molti scienziati che hanno stimato l’età della terra in circa 4,5 miliardi di anni, quando la terra, secondo dei calcoli biblici non ha che circa seimila anni.

I giorni di cui parla la Scrittura nella creazione non sono ere ma giorni di 24 ore anche per questa ragione: perché quando Dio disse all’uomo circa il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male: “Nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” (Genesi 2:17), intese dire che egli sarebbe morto nel giorno stesso che ne avrebbe mangiato e non in un periodo di tempo più lungo come per esempio mille anni, il che avrebbe significato che Adamo sarebbe morto durante mille anni. Qualcuno dirà: ‘Ma Adamo in effetti morì a novecentotrent’anni!’ (cf. Genesi 5:5). Sì, egli morì fisicamente a novecen¬totrent’anni, cioè diversi secoli dopo avere peccato, ma spiri¬tualmente morì quello stesso giorno solare in cui disubbidì a Dio mangiando di quel frutto proibito. Questo è confermato dal fatto che gli occhi a lui e ad Eva si aprirono appena mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, e dal fatto che la Scrittura dice che l’uomo e la donna “udirono la voce dell’Eterno Iddio, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino” (Genesi 3:8). Di quale sera parla la Parola? Della sera di quello stesso giorno in cui l’uomo e la donna peccarono.

Poi c’è un’altra ragione che ci fa dire che i sei giorni della creazione non furono lunghe ere geologiche, ma giorni di 24 ore: perchè la Bibbia dice che Dio “si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta” (Genesi 2:2-3). Infatti, se ammettessimo che i sei giorni sono delle ere, dovremmo ammettere pure che il settimo giorno in cui Dio si riposò fu un’era! Ma questa interpretazione andrebbe a contrastare quello che Dio stesso disse agli Israeliti il giorno che gli diede i dieci comandamenti, a proposito del giorno del riposo: “… poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò ch’è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno del riposo e l’ha santificato” (Esodo 20:11). Come potete vedere infatti Dio parlò sia dei sei giorni della creazione che del settimo giorno in cui Egli si riposò: settimo giorno che Egli benedisse e santificò, e per questa ragione comandò agli Israeliti di riposarsi in quel giorno.

Come potete vedere fratelli da qualsiasi lato si esamina la questione dei giorni della creazione si arriva sempre alla conclusione che essi furono giorni di 24 ore come i nostri.

I sostenitori di questa teoria dei sei giorni quali sei ere o lunghi periodi di tempo generalmente si appoggiano sulle seguenti parole di Pietro: “Ma voi diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Pietro 3:8); ma Pietro non ha detto che un giorno per il Signore è mille anni, ma è come mille anni, il che è differente. E non ha detto neppure che mille anni sono un giorno, ma come un giorno, per il Signore, il che è differente. Questo lo si deduce anche dal contesto in qui Pietro dice queste parole; egli vuole infatti fare capire ai credenti che il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa benché siano passati molti anni da che Egli promise di tornare; e li esorta ad essere pazienti ricordandogli che Dio misura il tempo in una maniera completamente differente da come facciamo noi. Che questo sia il vero significato delle parole di Pietro si deduce anche da questa similitudine fatta da Mosè: “Perché mille anni, agli occhi tuoi, sono come il giorno d’ieri quand’è passa¬to, e come una veglia nella notte…son come un sogno. Son come l’erba che verdeggia la mattina; la mattina essa fiorisce e verdeggia, la sera è segata e si secca” (Salmo 90:4,5-6). Mille anni agli occhi di Dio quindi non sono solo come un giorno, ma anche come una veglia nella notte, come un sogno, come l’erba che dalla mattina alla sera si secca, in altre parole, essi sono poca cosa.

Infine vorrei dire quest’altra cosa che ritengo anch’essa importante. Le ADI, ammettendo che i sei giorni della creazione possano essere ere geologiche, aggiungono confusione a confusione, in quanto le ADI sostengono pure la gap-theory, che Francesco Toppi ha spiegato così su Cristiani Oggi: ‘Nel principio Iddio creò i cieli e la terra, e la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia della terra, e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque (Genesi 1:1-2). Genesi 1:1: “Nel principio Iddio creò i cieli e la terra” non descrive il primo passo della creazione, non si riferisce alla creazione dal nulla della materia informe, ma ad una creazione perfetta: “i cieli e la terra”. (…) Questa creazione fisica originale risulta completa in sé, come tutte le cose che Dio crea, anche se di questa prima creazione non si conoscono i particolari. (…) Genesi 1:2 sarebbe il risultato di una distruzione di una catastrofe e sottintende un risultato di un episodio della “protostoria” dell’universo. A questa iniziale creazione originale di Genesi 1:1 sarebbe seguita da un periodo indeterminato di tempo, al quale possono corrispondere tutte le ere geologiche di miliardi di anni, attualmente rilevati con mezzi radiometrici (…) Il grande cataclisma che ridusse la terra “informe e vuota e le tenebre coprivano l’abisso” dev’essere stato un evento di portata cosmica e quindi può riferirsi soltanto alla ribellione di Satana, alla sua espulsione dal cielo e alla sua caduta sulla terra’. (…) Di conseguenza Genesi 1:3-31 descrive la “ri-creazione” durante la quale il Creatore, ricostruì dalla materia informe della creazione originale preesistente la creazione adamica’. (Cristiani Oggi, 1988 N° 4, pag. 2). Questa interpretazione ‘permette di affermare che la Bibbia non contrasta con la scienza’ (Ibid., pag. 2). Teoria che le ADI confermano nel Nuovo Commentario Biblico dove si legge: ‘La frase: ‘Ora la terra era informe e vuota’ è stata resa: ‘E la terra divenne …’ per descrivere una visitazione caotica del giudizio divino sulla terra originale. Ora, sembra improbabile che Dio abbia creato qualcosa di caotico e disordinato. Pertanto, non è da escludere che tra Gen. 1:1 (prima creazione) e Gen. 1:2 (seconda creazione) si sia verificato qualcosa che abbia provocato quel disordine. Anche se la struttura della teoria Restituzionista ha sempre meno sostenitori, essa si presenta come potenziale spiegazione per il giudizio di Satana e per le scoperte della scienza moderna, che suggeriscono lunghe ere geologiche nella preistoria della terra’ (Nuovo Commentario Biblico Illustrato, pag. 37).
Stando così le cose, dunque, cioè che tra Genesi 1:1 e 1:2 si possono collocare ‘tutte le ere geologiche di miliardi di anni, attualmente rilevati con mezzi radiometrici’, e che i sei giorni della creazione furono giorni di ‘ri-creazione’ ma che questi possono rappresentare ere geologiche, il quadro che ne viene fuori è che ci furono ere geologiche anche prima che iniziassero i sei giorni della ‘ri-creazione’! Fu insomma un susseguirsi di lunghe ere geologiche!! Fratelli, affermare queste cose significa annullare la Parola di Dio con profane ciance e creare una grande confusione nella mente dei credenti, confusione che andrà via via aumentando con il tempo perchè le profane ciance conducono sempre ad altre profane ciance, in quanto rodono come fa la cancrena.

Fratelli, nessuno dunque vi seduca con vani ragionamenti, e state molto attenti perchè le ADI hanno preso una china pericolosissima che in un futuro più o meno vicino potrebbe portarle ad ammettere la possibilità anche di una evoluzione umana del tipo di quella che ha accettato la Chiesa Cattolica Romana, che sostiene che Dio mediante uno speciale intervento è causa principale del corpo umano, ma si è servito di un bruto come di materia e strumento; in altre parole, che ‘l’uomo è frutto, a un tempo, dell’evoluzione biologica e di un concorso particolare creativo di Dio’, perché si è evoluto da un essere inferiore creato da Dio. Lo ripeto, fratelli, state molto attenti, vigilate.

Giacinto Butindaro

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