Uzbekistan: notizie da Dmitry Shestakov, pastore evangelico condannato a 4 anni di prigione per “attività religiose illegali”

dmitry-shestakovOrmai conoscete tutti Dmitry Shestakov, il pastore affiliato alla Full Gospel Church ad Andijan (Uzbekistan) e arrestato il 21 gennaio del 2007 mentre guidava il culto domenicale. Il 9 marzo 2007 è stato condannato a 4 anni di prigione per “attività religiose illegali” ed è detenuto nel campo di lavori forzati di Navoi.

La famiglia di Dmitry vive ad Andijan, a ben 830 km di distanza dal carcere di Navoi: è un viaggio costoso e lunghissimo per la moglie e le figlie, solo per potergli far visita. Navoi è una città di per sé orribile; costruita dai russi come polo industriale brulica di aree adibite all’estrazione di gas naturale, petrolio e metalli di vario genere, con un tasso di inquinamento quindi elevatissimo.

Dalle notizie che abbiamo, il pastore Dmitry sta abbastanza bene, molti sono rimasti senza parole per il suo arresto. In carcere è rispettato da molti, ma non gli è permesso di pregare apertamente o di leggere la Bibbia: solo in pochi casi gli viene data l’opportunità di pregare a voce alta e tali occasioni sono preziose per lui.

Avrebbe potuto essere liberato se avesse firmato una dichiarazione di colpevolezza, cosa che si è rifiutato di fare. Gli appelli internazionali per una sua liberazione sono caduti nel vuoto, così Dmitry deve ancora affrontare più di un anno di carcere. E’ perfettamente conscio di tutti gli sforzi che sono stati fatti per lui e la sua famiglia è grata delle varie forme di supporto che hanno ricevuto dai cristiani di varie parti del mondo. Dmitry ha qualche problema di salute, per via della sua pressione alta. Recentemente, gli è stato assegnato nel campo lavori, un incarico più leggero e questa è davvero una buona notizia. La preghiera principale che lui stesso e la moglie rivolgono a Dio riguarda la sua salute psicofisica e spirituale.

Nel frattempo, Marina e le figlie Masha, Sasha e Vera gli fanno visita quando viene loro permesso (in 6 mesi solo 5 volte, di cui un’unica visita di lunga durata e 4 brevissime). “Il loro papà non ha fatto niente di criminale, non è un assassino o un ladro, e non si devono vergognare di lui” ci dice Marina. I cristiani in Uzbekistan sono messi sotto pressione, in costante tensione, derisi e offesi in diretta nazionale nel primo canale televisivo del paese attraverso programmi-farsa che istigano all’odio nei loro confronti e li mettono all’angolo come stolti creduloni, massa di ignoranti, un pericolo per la nazione intera (leggi anche l’articolo Uzbekistan: i cristiani sono il male! – dossier).
Il pastore Dmitry altro non è che una delle vittime di questa folle discriminazione.

Fonte: Porte Aperte Italia

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