Kenya, massacro nella Chiesa di Kiambaa: Assolti i 4 imputati

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Un sopravvissuto al massacro nella Chiesa di Kiambaa, vicino a Eldoret. Foto: AFP / Roberto Schmidt

Quattro uomini accusati di essere coinvolti nel delitto di almeno 33 persone bruciate vive nell’incendio doloso di una chiesa nel gennaio 2008, durante le violenze post-elettorali in Kenya, sono stati assolti giovedì dalla giustizia keniota, secondo una fonte giudiziaria.

Questa decisione conclude l’unico processo di keniani accusati di omicidio nel corso delle violenze dopo la contestata rielezione del presidente Mwai Kibaki, a seguito delle elezioni generali del 27 dicembre 2007. Più di 1.500 persone morirono in quelle violenze, secondo la polizia, e circa 300.000 furono sfollate.

Il 1° gennaio 2008, vicino alla città di Eldoret (300 km ad ovest di Nairobi), degli assalitori avevano incendiato con della benzina il luogo di culto in legno (della Chiesa Evangelica Pentecostale delle Assemblee di Dio di Kiambaa, ndr) nel quale si erano rifugiate da 300 a 400 persone, compreso donne e bambini, per fuggire dalle violenze, secondo dei funzionari kenioti che citano dei sopravvissuti e delle fonti di polizia.

Almeno 33 persone, essenzialmente dell’etnia kikuyu del presidente Kibaki, erano morte bruciate vive o erano state uccise con machete mentre tentavano di fuggire dall’edificio religioso.

Questo attacco, che aveva gettato il paese nel terrore era accaduto in un contesto di violenze omicide che avevano travolto il paese dopo la rielezione del presidente Kibaki contestata dal suo avversario Raila Odinga.

Il giudice David Maraga, dell’Alta Corte di Nakuru, vicino a Eldoret, ha detto giovedì che egli doveva assolvere gli imputati: “Credo che la pubblica accusa abbia fallito nel provare l’accusa a carico degli imputati e, di conseguenza, li assolvo ed ordino che siano rimessi in libertà”.

Questo attacco “era certamente ben pianificato ed orchestrato e a questo proposito, sono rimasto stupito di non trovare alcuna traccia dell’intenzione comune degli imputati o di premeditazione dietro questo attacco”, ha aggiunto.

“Gli eventi precedenti l’attuazione di questo attacco non possono essere sfuggiti alla polizia”, ha detto ancora Maraga.

Eldoret e Kisumu, situate a circa 80 km a est dal confine con l’Uganda, sono le due città keniane maggiormente colpite dalle violenze.

Via | La Croix/AFP

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