Secondo uno studio del Congressional Quarterly e del Pew Forum su religione e vita pubblica, soltanto l’1% dei membri del 111esimo Congresso rifiuta di specificare il proprio credo religioso e soltanto un deputato afferma esplicitamente di essere ateo. La stragrande maggioranza degli eletti dichiara invece di aderire ad una fede.
La composizione religiosa di Camera e Senato riflette l’evoluzione sociale del popolo americano in fatto di fede. Nel 1961, all’insediamento del cattolico John Kennedy alla Casa Bianca, il 18,8% dei membri del Congresso si dichiarava cattolico a fronte di una popolazione di fedeli negli Usa leggermente inferiore. Oggi i cattolici contano per il 30% del Parlamento, con una popolazione cattolica stimata al 24%. Cresce al Congresso anche la rappresentanza di ebrei e mormoni: entrambe le fedi coprono l’1,7% della popolazione ma hanno rappresentanti rispettivamente per l’8,4 e 2,6%.
Maggioritaria ma in calo la presenza protestante: nel 1961 contava per il 74,1% mentre oggi è scesa al 54%. Due rappresentanti buddisti e due musulmani indicano una rappresentanza al di sotto del numero di fedeli fra la popolazione.
I numeri descrivono un popolo americano fortemente legato alla dimensione religiosa. Uno studio pubblicato l’estate scorsa dallo stesso istituto evidenzia che il 92% degli americani dice di credere in Dio o in uno spirito universale. Non sorprende dunque che la maggioranza degli elettori preferisca eleggere al Congresso uomini e donne di fede.
Fonte: Voce Evangelica/ATS
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