Turchia: Strage di Malatya contro cristiani, scandalo al processo

Uno dei killer: “Mi avevano promesso protezione dello Stato”

Istanbul, 17 ott. (Apcom) – (Apcom-Nuova Europa) – Continua fra i colpi di scena il processo sulla strage di Malatya; la mente degli omicidi di 3 cristiani ha affermato che gli era stata promessa “protezione dallo Stato”. Il 18 aprile 2007 Necati Aydin, Ugur Yueksel e Tilman Ekkehart, tre cristiani presbiteriani, due turchi e uno tedesco, furono sgozzati dopo essere stati torturati per ore nella sede della Casa editrice Zirve – a Malatya appunto – autorizzata a stampare la Bibbia e altri testi afferenti al Cristianesimo.

Gli autori del delitto furono quattro giovani, Hamit Ceker, Abuzer Yildirim, Cuma Ozdemir e Salih Gurler, tutti con meno di 22 anni, capeggiati da Emre Gunaydin, che dopo cercò una via di fuga gettandosi dalla finestra e che è sempre stato considerato la mente della strage.

Ebbene proprio da Gunaydin è arrivato l’ennesimo colpo di scena. Interrogato durante la dodicesima udienza del processo Gunaydin ha detto che un uomo chiamato Varol Bulent gli aveva offerto protezione da parte dello Stato in cambio del delitto. “Mi aveva promesso che sarei stato protetto – ha detto Gunaydin – dovreste interrogare anche lui”.

Secondo la ricostruzione di alcuni quotidiani turchi, dietro il nome Varol Bulent, si nasconde un membro dell’organizzazione ultra nazionalista Ergenekon, che andrà a processo la settimana prossima e che è accusata di aver insanguinato il Paese per 10 anni, mettendo in campo una vera e propria strategia della tensione, volta a destabilizzare anche il governo islamico-moderato guidato da Recep Tayyip Erdogan.

Stando alla testimonianza di Gunaydin, Bulent avrebbe parlato con lui diverse volte dell’attività dei tre missionari, che, secondo lui, era finalizzata a “distruggere l’unità nazionale”. Bulent avrebbe anche detto che le tre vittime del massacro agivano coordinandosi con il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Secondo il quotidiano Zaman, Bulent è già stato interrogato dai magistrati e avrebbe smentito di aver promesso a Gunaydin protezione, confermando però i suoi sospetti sull’attività dei tre presbiteriani.

Fonte: Virgilio Notizie

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