India, Orissa: non cessano gli assassini di cristiani

Il delirio di violenza e sangue non cessa in Orissa, anzi mantiene una costante intensità che non sembra risentire del clamore mediatico dato all’eruzione di follia in quelle zone. A quanto pare il problema delle forze dell’ordine di riprendere il controllo del territorio non è stato di certo risolto, tanto che Porte Aperte è costretta nuovamente a riportarvi ulteriori notizie di omicidi di cristiani nello stato di Orissa.

Nel distretto di Kandhamal e di Boudh sono stati uccisi due cristiani e sono state date alle fiamme più di 400 abitazioni negli ultimi giorni, numeri che si aggiungono alle violenze del primo ottobre, in cui sono morti 3 cristiani massacrati a colpi di ascia.

Teatro della suddetta follia omicida è questa volta il villaggio di Sindhipankha, dove gli estremisti indù hanno ucciso Dushashan Majhi, un cristiano influente nel villaggio, prima sparandogli e poi facendolo letteralmente a pezzi. La vittima era accompagnata da un amico, Sanyasi Majhi, nei confronti del quale gli estremisti non hanno mancato di accanirsi, uccidendolo, a quanto pare, assieme ad una terza persona non ancora identificata. Il delirio di sangue e morte si è poi spostato – secondo alcuni testimoni che preferiscono per ovvie ragioni rimanere anonimi – sul bestiame e sulle case dei cristiani del villaggio.

Tornando invece agli accadimenti del primo ottobre, nel villaggio di Hrudangia gli estremisti indù hanno ucciso a colpi di ascia Lalji Nayak, un indifeso credente di 80 anni, e ferito a morte altri cristiani, per un bilancio di circa 15 persone ferite, vittime più o meno gravi degli attacchi. Anche l’anziana moglie di Nayak, Mandaki, ha riportato ferite da arma bianca, così come il fratello Junas, al quale invece hanno più volte sparato, e versano entrambi in gravi condizioni in un ospedale della zona.

Fonte: Porte Aperte Italia

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