India, continuano le violenze anti-cristiane in Orissa e Karnataka

Continuano gli incidenti negli stati indiani colpiti dall’ondata di violenze contro i cristiani iniziata ormai il mese scorso. Fonti attendibili di Porte Aperte registrano negli stati di Orissa e Karnataka altri omicidi, stupri e distruzioni di chiese e abitazioni di cristiani. Secondo un quotidiano indiano, circa 2.000 persone del villaggio di Masakadia hanno circondato la stazione di polizia di Raikia, chiedendo minacciosamente di rilasciare due concittadini accusati di violenze e disordini. In un contesto di crescente minaccia, le forze di polizia sono state costrette ad aprire il fuoco per disperdere la folla che stava cercando di entrare nella stazione di polizia, con un pesante bilancio: un morto e due feriti gravi.

Nello stesso tempo continuano gli attacchi e le violenze nel distretto di Kandhamal, al centro di numerosi incidenti in queste settimane. Domenica scorsa, una giovane donna cristiana (20 anni) è stata la vittima prescelta da parte di un gruppo di 15 rivoltosi, che l’hanno rapita da casa di sua nonna, portata nella foresta e ripetutamente violentata. Iswar Digal, un cristiano che viveva nel campo rifugiati di Ghumusar Udayagiri approntato dopo gli eventi di questi giorni, è stato rapito mentre andava a visitare il padre malato: alla moglie, che era con lui, gli estremisti indù hanno detto che l’avrebbero ucciso se lei fosse tornata in quel villaggio senza aver rinnegato la propria fede cristiana. Alla centrale di polizia, le forze dell’ordine hanno semplicemente preso atto del sequestro, mentre la moglie ormai crede che il marito sia stato ucciso.

10 edifici abitati da cristiani sono stati dati alle fiamme a Gochhapada, mentre due uomini, Sadhu Astey, un prete di 56 anni, e Mercy, un suo aiutante di 32, sono stati trovati morti nel villaggio di Chotta Rampur (nello stato di Uttarakhand), all’interno del centro di preghiera Samarpanalaya.

L’emergenza continua, raccontare tutti i fatti sembra impossibile dato che nemmeno la polizia riesce a controllare il territorio. I numeri aumentano, ma sono cifre approssimative. Sono 14 i distretti dove si è registrata l’imponente ondata di violenze, con Kandhamal come epicentro, mentre sono approssimativamente 50.000 le persone di 300 villaggi differenti colpite dalla follia degli estremisti indù, di cui parecchie centinaia disperse nelle foreste. 4.000 le case e 115 le chiese bruciate o distrutte, mentre sono 45 gli omicidi di cui si hanno notizie chiare, tutto questo secondo l’All India Christian Council (AICC), ma, ripetiamo, continuiamo a ricevere aggiornamenti dalle nostre fonti: le cifre non sono quindi precise, poiché in certe zone regna il caos e non si è potuto verificare da vicino quanto sta succedendo.

Fonte: Porte Aperte Italia

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