Messico, Chiapas: Massacrata una famiglia di evangelici

La casa della famiglia Gomez Hernandez. Elio Henríquez. CP

Quando la figlia undicenne di Antonio Gomez iniziò a lamentarsi per i dolori addominali, il padre ne attribuì la causa alla “stregoneria” del suo vicino evangelico.
Gomez, del villaggio di Jolitontic, municipalità di Chalchihuitan, stato federale del Chiapas, ha riunito sette uomini per assassinare la famiglia del presunto colpevole. Secondo l’accusa dopo la mezzanotte del 23 agosto gli otto uomini hanno assassinato i genitori e il figlio maggiore e ferito a colpi di machete sei bambini.
Secondo il procuratore della Giustizia Indio Mariano Lopez Perez i vicini consideravano il padre della famiglia assalita, Pedro Gomez Diaz come “un evangelico molto impegnato a pregare” e la sua famiglia non era dedita a pratiche esoteriche.
Il quotidiano Cuarto Poder, con sede a Tuxtla Gutierrez riferisce che gli otto uomini accusati del massacro della famiglia di Jolitontic sono detenuti nella prigione di San Cristobal de las Casas, in attesa di giudizio.

Gli assalitori hanno fatto irruzione nella baracca della famiglia uccidendo per primo il figlio maggiore Rene, di 32 anni, poi la madre Marcela Hernandez Giron Gomez e il padre Gomez Diaz. Quest’ultimo con le sue urla ha allertato il resto della famiglia, senza tuttavia riuscire a impedire che gli assalitori ferissero seriamente i sei figli: Esteban (4 anni), Ernesto (6 anni), Anita (7 anni), Maria (14 anni), Petrona (16 anni) e Martin (18 anni), tutti ricoverati all’ospedale di San Cristobal de las Casas.
Le condizioni di salute più preoccupanti sono quelle di Petrona Diaz; due dei figli sono stati sottoposti a interventi chirurgici. Il personale dell’ospedale non ha voluto fornire all’agenzia Compass ulteriori informazioni, tuttavia pare che Petrona Diaz abbia subito l’amputazione di un pollice e una frattura esposta.
Maria Diaz probabilmente è quella che è rimasta più seriamente traumatizzata, i suoi fratelli Ernesto e Anita sono stati dimessi dall’ospedale il 25 agosto e sono a casa della nonna in un’altra città.
Le autorità hanno rinvenuto tre machete impiegati nel massacro e nascosti nella boscaglia. La polizia ha provveduto alla sepoltura delle tre vittime in una fossa comune dietro la loro casa perché non avevano parenti nel villaggio.

Fonte: Porte Aperte Italia

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