Algeria: Condannati a 6 Mesi Di Carcere Convertiti Al Cristianesimo

(Aki) – Sono stati condannati a 6 mesi di carcere, con la condizionale, i due cittadini algerini convertiti al cristianesimo ed accusati di aver fatto proselitismo in favore della loro nuova fede. Secondo quanto riferisce la Tv satellitare ‘al-Arabiya’ la sentenza, che è la seconda emanata da un tribunale algerino nei confronti di Rashid Saghir e Jalal Dahmani, è stata resa nota solo ieri sera a Tismasilt. Anche in occasione della condanna precedente i due hanno potuto evitare l’arresto immediato pagando una cauzione. I due cristiani algerini fanno sapere che faranno ricorso in appello perché “non abbiamo vergogna della nostra nuova fede”.

Fonte: AdnKronos via Yahoo! Italia Notizie


Condannati a sei mesi di carcere due algerini convertiti al cristianesimo

Algeri – Sono stati condannati a 6 mesi di carcere, con la condizionale, i due cittadini algerini convertiti al cristianesimo ed accusati di aver fatto proselitismo in favore della loro nuova fede. Secondo quanto riferisce la Tv satellitare al Arabiya la sentenza, che è la seconda emanata da un tribunale algerino nei confronti di Rashid Saghir e Jalal Dahmani, è stata resa nota solo ieri sera a Tismasilt. Anche in occasione della condanna precedente i due hanno potuto evitare l’arresto immediato pagando una cauzione.

Ricorso in appello I due cristiani algerini fanno sapere che faranno ricorso in appello perché “non abbiamo vergogna della nostra nuova fede”. La sentenza è stata subito condannata dal capo delle chiese protestanti algerine, Mustafa Karim, secondo il quale nel paese africano “si condannano delle persone per le loro convinzioni religiose”. Sebbene la costituzione algerina preveda la libertà religiosa, una legge emanata nel 2006 pone delle restrizione alla sua pratica e ne vieta la propaganda. Il governo ha accusato i protestanti e gli evangelici di condurre una intensa campagna missionaria nel loro paese cercando di convertire la popolazione. Si ritiene che siano circa 10 mila i cristiani in Algeria che ha una popolazione di 33 milioni di persone.

Fonte: Il Giornale


Algeria, cristiani condannati per proselitismo

I due protestanti accusati di attentare alla fede islamica non andranno però in carcere. «Verdetto ingiusto»

ALGERI. Compiere attività di evangelizzazione significa «attentare alla fede islamica», «crimine» che in Algeria rappresenta un reato punito con la condanna a 6 mesi di carcere.
Ieri a due cristiani protestanti, convertiti da tempo all’islam, sono stati comminati sei mesi di prigione (pena sospesa e quindi non andranno in carcere) e 100mila dinari (pari a circa 1000 euro di multa) per «aver distribuito documenti in grado di attentare alla fede islamica». Ad incappare nelle maglie della giustizia algerina sono stati Rachid Seghir e Djallal Dahmani, due protestanti condannati dal tribunale di Tissemsilt (200 chilometri a sudovest di Algeri) dove già nel novembre scorso avevano subito una condanna per lo stesso motivo. Allora il processo si era svolto senza la presenza degli imputati, i quali hanno chiesto, e ottenuto, la ripetizione del dibattimento al loro cospetto. Ma il risultato non è cambiato: «Siamo dispiaciuti da questa decisione ma non ci vergogniamo della nostra religione» ha dichiarato Seghir, 36enne, tecnico di computer, preannunciando ricorso contro la mossa del tribunale. Duro il commento di Mustapha Krim, presidente della Chiesa protestante d’Algeria: «Il verdetto è veramente ingiusto. Non capisco perché le persone possano essere condannate per le loro intenzioni». Per di più lo stesso Seghir è già stato condannato in un altro processo, avvenuto a inizio giugno: in quel caso ad incriminarlo era stata la corte di Tiaret che gli aveva comminato una pena di un anno di carcere e di 200mila dinari (2mila euro circa). Il verdetto di ieri è solo l’ultimo di una serie di procedimenti giudiziari che da qualche mese sta colpendo la minoranza cristiana in Algeria (10mila persone su circa 32 milioni di abitanti). Invocando una presunta «azione segreta di proselitismo nel Paese», alcune autorità islamiche nazionali hanno salutato con favore l’introduzione di una nuova legge sulla libertà religiosa – approvata a febbraio 2006 – che punisce ogni attività spirituale al di fuori delle strutture registrate presso il governo, vieta le conversioni dall’islam e impedisce la distribuzione di materiale che «attenta alla sicurezza dell’islam», come ad esempio Bibbie e libri cristiani. ( L.Faz.)

Fonte: Avvenire.it

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