Algeria, «culto illegale»: condannati altri 4 cristiani

Erano stati arrestati un mese fa mentre andavano a un incontro religioso Scagionati altri due

DI LORENZO FAZZINI
Condanne (sospese con la condizionale) e multe di varie migliaia di euro: così ieri il tribunale di Tiaret, città a sudovest di Algeri, ha punito quattro dei sei cristiani algerini accusati di essersi convertiti dall’islam. Arrestati un mese fa, i sei accusati dovevano rispondere dell’accusa di «pratica illegale di un culto non musulmano» in base alla nuova normativa riguardante le religioni non islamiche, approvata nel febbraio del 2006 e contestata dalle diverse presenze cristiane nel Paese così come dalle porzioni più “illuminate” della società algerina.
A subire la sorte più pesante è stato Rachid Seghir, 36enne, tecnico di computer, condannato a un anno di carcere e a una sanzione di 200mila dinari (circa duemila euro). È stato lui all’uscita dal tribunale a dichiarare: «Siamo cristiani e non abbiamo vergogna a dirlo».
Pene più lievi per altri tre indagati: Jillali Saidi, Abdelhak Rabih e Chaabane Baikel hanno ricevuto due mesi di condanna e una multa di circa 1000 euro. Gli altri due indagati, Mohamed Khan e Abdelkader Hori, sono stati invece scagionati. L’avvocato dei sei cristiani, la signora Khelloudja Khalfoun, ha dichiarato di voler presentare appello contro la decisione dei giudici di Tiaret: «Il verdetto conferma un atteggiamento di mancanza di rispetto per la libertà di coscienza. Tutte e sei le persone dovevano essere prosciolte». Il rappresentante della Chiesa protestante in Algeria, Mustapha Karim, ha rivolto un appello «alle più alte cariche dello Stato» affinché «mettano fine alle persecuzioni di cui è vittima la comunità cristiana in Algeria», garantendo «il suo diritto al libero esercizio di culto».
L’avvocato dell’accusa, in rappresentanza del ministro degli Affari religiosi, Larbi Drissi, ha così commentato: «Siamo soddisfatti perché volevamo che queste persone, a prescindere dalla loro fede, pratichino il culto all’interno del quadro normativo». I sei erano stati arrestati mentre uscivano dall’abitazione di uno dei soggetti implicati con l’accusa di aver tenuto un incontro religioso in un luogo non autorizzato.
A risultare vittima di questa nuova legislazione è anche un’altra cristiana algerina, Habiba Kouider, 37 anni, nei confronti della quale un magistrato ha chiesto una condanna di tre anni di carcere per «aver praticato un culto non musulmano senza autorizzazione». Nelle scorse settimane Habiba era stata arrestata perché “sorpresa” con 12 libri religiosi, Bibbie e Vangeli, nella propria borsa mentre si stava recando nella città di Orano per frequentare un corso biblico. Nei giorni scorsi il tribunale di Tiaret ha chiesto «un supplemento di indagini » per verificare meglio il caso di Habiba.
Intanto si levano voci contrastanti sulla situazione della libertà religiosa in Algeria: ieri la Federazione protestante francese ha stigmatizzato «la denigrazione dei cristiani, accusati senza alcun fondamento di voler favorire l’ingerenza straniera nel loro Paese». Il presidente dell’Alto consiglio islamico algerino, Cheikh Bouamrane, ha invece puntato il dito sulle «attività clandestine del movimento evangelico che in Algeria attentano al Corano».

Fonte: Avvenire.it – 04.06.2008

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