Processo di una convertita al cristianesimo in Algeria: Parigi spera nella clemenza

PARIGI, 25 maggio 2008 (AFP) – Il segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade, in una conversazione oggi a Radio J. ha definito “triste” e “scioccante” il processo in Algeria di una donna convertita al cristianesimo, dicendo di sperare in un “gesto di clemenza” nei suoi confronti.

“E’ triste, è scioccante, per prima cosa perché ciò contravviene alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”, che proclama nell’articolo 18 la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, ha dichiarato la signora Yade.

“Conformemente all’articolo 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e conformemente alla tradizione di ospitalità dell’Algeria, credo che sarebbe bene avere un gesto di clemenza” ha aggiunto.

Il procuratore di Tiaret, nell’ovest dell’Algeria, ha richiesto martedì tre anni di carcere senza condizionale contro Habiba Kouider, 37 anni, convertita al cristianesimo e giudicata per esercizio illegale di un culto non musulmano, in virtù di una legge del 2006. Il verdetto è atteso martedì, secondo il presidente della Chiesa Protestante d’Algeria.

“Il cristianesimo non minaccia l’islam in Algeria” ha detto la signora Yade. “I cristiani in Algeria sono l’1% della popolazione, cioè all’incirca 11.500 persone, 32 chiese rispetto a 32.000 moschee, quindi non penso che ci sia una minaccia religiosa”.

Il segretario di Stato ai diritti umani ha rilevato che non si trattava “del primo caso di questo tipo”, ricordando quello di un sacerdote cattolico francese, Pierre Wallez, condannato in aprile a due mesi di carcere con la condizionale per proselitismo, dalla corte d’appello di Tlemcen (ovest dell’Algeria).

“Io però ho fiducia nella tolleranza del popolo algerino” ha ancora indicato la signora Yade.

Fonte: La Croix/AFP

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