India: Il processo per l'attacco a Walter Masih

Il governo nazionalista indù del Rajasthan ha comunicato che si è conclusa l’investigazione della polizia, riguardo all’attacco di un anno fa, a Jaipur capitale dello Stato, ai danni del pastore Walter Masih, dove una dozzina di estremisti indù ha fatto irruzione nella sua Casa di Preghiera, aggredendolo con bastoni e verghe, e ferendolo in maniera da lasciargli segni piuttosto evidenti. In quell’occasione, le immagini video dell’attacco vennero diffuse attraverso TV e internet.

Secondo l’Associazione Legale Cristiana (ACL), il governo dello Stato, fortemente influenzato dal partito estremista indù, il Bharatiya Janata Party, si è rifiutato di sanzionare con le accuse più pesanti i 14 estremisti esecutori dell’aggressione, in un primo tempo arrestati ma poi rilasciati dietro pagamento di una cauzione. Infatti non sono state imputate agli aggressori le aggravanti derivanti dal movente di tipo religioso, in quanto queste prevedrebbero severe azioni penali. La Polizia ha minimizzato l’accaduto ridimensionando il tutto ad un normale attrito tra cittadini; per giustificare le offese di natura religiosa, più tardi i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno aggiunto che le frasi d’insulto di tipo religioso erano da collegare al fatto che si trovavano in un luogo religioso: niente a che vedere dunque con l’intolleranza religiosa. Secondo ACL, “Il caso fomenterà negli estremisti la fiducia di poter mettere in atto azioni simili, in tutta impunità”, “questo perché il reato è stato declassato a livello di pure e semplici offese”.

Fonte: Porte Aperte Italia

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