ATLANTE – Brevi caratteristiche predominanti della maggior parte dei Paesi dove il Cristianesimo è vietato o contrastato

Afghanistan

L’Afghanistan non è nuovo ai conflitti. L’invasione sovietica del 1979 portò guerra e distruzione, ma la loro cacciata, dieci anni dopo, condusse a una nuova guerra civile dalla quale emersero vincitori i Talebani, musulmani estremisti, che imposero un regime islamico radicale. Sono stati cacciati nel 2001 da una coalizione internazionale guidata dagli USA.

La popolazione conta 22.720.000 di abitanti (al 2000), tra cui i musulmani al 98%, i parsi al 1,5% e altri, tra i quali i cristiani con una percentuale irrisoria.

In Afghanistan, dopo un governo provvisorio di unità nazionale, nel 2004 sono state effettuate elezioni democratiche.

La persecuzione pubblica è cessata con la cacciata dei Talebani, ma i cristiani non possono esercitare la loro fede senza rischiare di essere perseguitati da musulmani radicali.

L’Afghanistan è considerata una delle nazioni meno raggiunte dall’evangelo, è composta da oltre 70 popoli e quasi nessuno conosce Cristo.

Algeria

Guerre coloniali e guerre civili per quasi mezzo secolo hanno portato decine di migliaia di morti. Due terzi degli algerini sono giovanissimi, e non conoscono altro che la confusione e la povertà portate dal sistema socialista del governo.

Ha una popolazione di 32.277.942 di abitanti (al 2000), prevalentemente musulmani (97%).

Le elezioni del 1992, vinte dai partiti islamici, sono state annullate dai militari. Da Allora, e fino al 2000, l’Algeria ha vissuto in uno stato di endemica guerra civile, fino a che la proposta di una amnistia generale ha portato un po’ di pace. l fondamentalisti rimangono molto forti e caldeggiano l’adozione della legge islamica (Sharia).

Negli anni recenti, i cristiani hanno subito violenza dal Fronte di Salvezza Islamico, tristemente conosciuto perché i suoi membri sono soliti razziare innocui villaggi e tagliare la gola a chiunque non accolga il loro appello al fondamentalismo islamico.

Il proselitismo cristiano non è permesso e la presenza cristiana in Algeria è molto debole. Nelle città i cristiani tengono un basso profilo, mentre nei villaggi Kabyle le riunioni cristiane sono pubbliche. Negli ultimi anni però c’è stata una ripresa delle attività di evangelizzazione. Le chiese Cattolica e Protestante sono le uniche riconosciute dallo Stato.

Arabia Saudita

In questo paese desertico sono nati Maometto e l’islam e ci sono i luoghi islamici più sacri: la Mecca e Medina. Da questo ricchissimo paese petrolifero viene promosso “l’Islam puro” dentro e anche al di fuori del mondo musulmano.

Tutta la popolazione è considerata musulmana; al di fuori dell’islam è vietato praticare qualsiasi altra religione. Ciò vale anche per i numerosi lavoratori stranieri: non hanno il permesso di riunirsi in un luogo pubblico per pregare e per leggere la Bibbia.

Per questa ragione oltre settanta operai stranieri sono stati detenuti per un periodo più o meno lungo nel 2005. Tuttavia, grazie ai moderni mezzi di comunicazione come la radio, la televisione satellitare e internet, un numero sempre maggiore di arabi diventa cristiano, anche perché molti fra loro viaggiano all’estero. La quasi totalità dei cristiani però si trova fra gli immigrati provenienti da paesi come l’India e le Filippine.

Azerbaigian

L ‘Azerbaigian è stata una delle Repubbliche Socialiste Sovietiche ai tempi dell’URSS, fino al 1991 quando la federazione si è sciolta. Dopo quella data si sono susseguiti colpi di stato con rovesciamenti dei governi e scontri con la vicina Armenia. Nonostante una tregua dichiarata nel 1994 ufficialmente non è ancora finita la guerra con gli armeni per la questione del Nagorno-Karabakh, un’enclave armena in territorio azero. La maggioranza della popolazione vive in povertà.

Conta 7.798.497 di popolazione al 2002, tra cui: musulmani 83%: non religiosi 11%: cristiani 5%.

L’Azerbaigian è una repubblica con una corruzione pubblica a livelli elevatissimi.

La libertà religiosa, ufficialmente dichiarata, è condizionata dalla reazione contro i “cristiani” russi e armeni, e contemporaneamente dalla paura dell’estremismo islamico. Ai cristiani (lavoratori stranieri) è proibito partecipare in qualsiasi forma di propaganda religiosa.

La maggior parte delle città e dei villaggi azeri non sono mai stati evangelizzati. Ora esistono delle chiese cristiane e probabilmente il numero dei credenti azeri è di circa 2.000.

Il Nuovo Testamento in lingua azera e la Bibbia per i bambini, cosi come la Bibbia russa, sono largamente disponibili e in vendita. Nell’ottobre del 2004 è stato dato finalmente alle stampe anche l’Antico Testamento in lingua azera, ma è stato possibile portare in Azerbaigian solo poche copie.

Bangladesh

Il Bangladesh è una terra continuamente afflitta da gravi disastri naturali. Quasi la metà del territorio consiste di isole piatte, la maggior parte delle quali emergono a meno di cinque metri dal livello del mare. Questa distribuzione geografica causa un grande numero di perdite di vite umane quando si scatenano le frequenti inondazioni e maremoti.

Conta una popolazione di 133.376.684 (stime 2002), di cui: musulmani 85%; indù 12%; cristiani 1%; buddisti 1%; e altri.

Il Bangladesh ha la forma di governo con una democrazia parlamentare, ma la corruzione e 18 tentativi di colpo di stato, negli ultimi 25 anni, hanno lasciato però gravi ferite. l partiti di opposizione hanno assunto posizioni sempre più vicine all’estremismo islamico e stanno premendo per l’introduzione della legge islamica (sharia). Nel 1988 l’Islam è stato proclamato religione di stato.

La costituzione garantisce il diritto di professare la propria religione anche pubblicamente, ma nella realtà i cristiani sono costretti a sottostare a molte limitazioni. Le chiese devono essere registrate e si manifestano molti casi di discriminazione, come il divieto di usare l’acqua dei pozzi dei musulmani.

Negli ultimi 40 anni le chiese sono cresciute al doppio della popolazione, ma la povertà, l’analfabetismo e la mancanza di leadership esperta stanno frenando l’espansione. C’è grande domanda di letteratura cristiana. Cresce il desiderio di raggiungere con la Parola di Dio le altre comunità religiose.

Bhutan

Il Bhutan è uno stato himalayano circa sei volte più piccolo dell’Italia. Per secoli il Paese è rimasto isolato dal resto del mondo e i governanti odierni hanno preferito che rimanesse così. Solo il bisogno di valuta straniera ha aperto le frontiere al turismo.

Il Buddismo è religione di Stato e l’Induismo è tollerato. Tre quarti degli oltre due milioni di abitanti sono buddisti e un quarto è indù. Meno dell’uno per cento è costituito da cristiani, ma il loro numero sta crescendo.

Il corvo è l’uccello nazionale e il dragone orna la bandiera della nazione; questo simboleggia bene le tenebre di cui questo paese è sommerso.

Nel 1969 il cristianesimo fu ufficialmente vietato dal governo, e nel 1996 cominciò una vera persecuzione. La costruzione delle chiese è vietata e i pastori delle chiese esistenti vengono catturati.

Regolarmente in ogni villaggio si indaga sulla presenza di cristiani. I cristiani vengono discriminati dalle autorità; non possono ottenere un impiego governativo ne dare vita a un’azienda. I loro figli non hanno il diritto di frequentare le scuole. E’ vietato frequentare una chiesa o tenere riunioni cristiane nelle case.

I cristiani spesso devono scegliere se rinnegare la loro fede o essere espulsi dal paese. Dei 19.000 cristiani del Bhutan, 10.000 vivono all’estero, soprattutto in India.

I cristiani in carcere vengono torturati. Alcuni hanno abbandonato la loro fede, ma la maggioranza persevera.

Bielorussia

La Bielorussia è una repubblica indipendente da quando si è dissolta L’Unione Sovietica nel 1991, ma non ha ancora trovato una sua identità e soffre di una grave crisi economica.

La popolazione di 10.322.151 (al 2000) e composta di: cristiani (79%), non religiosi/altro (20%), ebrei (1%) e altro.

Nel novembre 2002 è stata introdotta una nuova legge repressiva in materia religiosa. Secondo questa nuova legge tutte le attività religiose non registrate, le comunità con meno di 20 membri e le attività religiose in case private sono considerate illegali. Inoltre la letteratura religiosa viene sottoposta a censura.

La Bielorussia ha ricevuto molta meno attenzione da parte delle missioni rispetto alla Russia e all’Ucraina; comunque, ultimamente il film “Jesus” ha avuto una grande circolazione ed è stato visto da molti in lingua russa e bielorussa.

Cina

Con i suoi 1,3 miliardi di abitanti e con circa 70 milioni di cristiani, la Cina è il Paese restrittivo con il quale si hanno frequenti contatti. La realtà della Chiesa cinese è costituita da una denominazione ufficialmente riconosciuta, quella delle “Tre Autonomie”, e poi da una rete immensa di chiese clandestine, le cosiddette comunità familiari.

Il movimento delle Tre Autonomie conta 23 milioni di membri e gode una relativa tolleranza da parte delle autorità, purché rispetti le restrizioni che il governo le impone.

Il movimento delle comunità familiari, invece, non vuole sottoporsi a quelle restrizioni, perché riconosce solo l’autorità di Gesù Cristo sulla Chiesa, per questo è spesso costretta a svolgere le sue attività clandestinamente.

La Chiesa cinese cresce fortemente, ma non ha sempre un fondamento solido e profondo, per questo vi è la necessità di aiutare questi nostri fratelli con la diffusione di Bibbie e corsi biblici, e sostenuti dalle nostre preghiere e incoraggiamenti.

Corea del Nord

In questo paese di 20 milioni di abitanti si stima che ci siano fra i 200.000 e i 400.000 cristiani.

Ogni forma di religione è severamente vietata, tranne la venerazione del presidente Kim Jong Il e della sua ideologia “juche”. Questa ideologia atea insegna che l’uomo deve redimere se stesso.

Questa ideologia condiziona sia la vita morale che la vita materiale del singolo e della comunità. E’ un concetto di autostima e autosufficienza che porta all’isolamento, condizionando e limitando il benessere individuale e sociale. Proprio a causa di questa dottrina di autosufficienza la Corea del Nord è diventata uno dei paesi più poveri del mondo, nel quale si soffre una fame cronica.

La persecuzione dei cristiani è mostruosa. Il possesso di una Bibbia basta per essere rinchiusi in un campo di rieducazione a regime severo da dove quasi nessuno esce vivo.

A scuola i bambini vengono spronati alla delazione, anche dei loro genitori.

Cuba

Cuba è la principale isola dei Caraibi ed è uno degli ultimi baluardi del socialismo reale. Nel 1959 Fidel Castro prese il potere al grido di “socialismo o morte”, con una sommossa popolare. La popolazione di 11.224.321 (stima al 2002) è costituita da: cristiani (47%); non religiosi (35%); spiritisti (17%); e altri.

Cuba è una repubblica socialista.

Negli anni sessanta Castro dichiarò cattolici e protestanti “parassiti sociali” e molti religiosi e laici credenti furono costretti nei campi di lavoro forzato in condizioni inumane. La costituzione di Cuba fu modificata nel 1992, garantendo libertà di religione, ma ancora oggi i cristiani sono imprigionati e le chiese distrutte.

La Società Biblica Cubana ha riaperto nel 1990 e fino ad ora ha stampato oltre un milione di copie della Bibbia.

Emirati Arabi Uniti

Gli Emirati Arabi Uniti nascono nel 1971 quando gli Stati Truciali, fino ad allora sotto protettorato britannico, si uniscono in una blanda confederazione di emirati. La popolazione conta 2.484.818 di abitanti ed è composta da musulmani (65,5%), indù (17%), cristiani (9,5%), buddisti (4%) e altro.

Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di stati con specifici poteri delegati al governo centrale e altri di pertinenza di singoli emirati. Non sono permesse elezioni o partiti politici. L’Islam è la religione di stato, con una maggioranza Sunnita e una piccola minoranza Sciita.

La legislazione e l’atteggiamento dei governanti sono piuttosto tolleranti, ma solo con i lavoratori stranieri. Infatti è severamente proibito testimoniare la propria fede ai cittadini musulmani e le organizzazioni umanitarie devono rigidamente limitarsi all’aiuto materiale. E’ proibita la distribuzione di letteratura cristiana ai residenti.

La legislazione permette ai residenti stranieri di incontrarsi e professare liberamente la propria religione; è possibile persino chiedere ai governanti locali di ricevere della terra per stabilirvi luoghi di culto. Non è però possibile evangelizzare, e la distribuzione di materiale evangelistico alla popolazione locale deve essere fatta con grande discrezione e solo in privato. Vi è comunque una calda accoglienza per questo materiale e per l’opera umanitaria delle missioni cristiane.

Eritrea

La guerra e la siccità hanno dominato la vita di questo Paese africano negli ultimi 50 anni.

L’Eritrea è stata una colonia italiana del 1890 al 1941, e venne annessa all’Etiopia nel 1951 dalle Nazioni Unite.

A partire dal 1961 tre movimenti di liberazione nazionale di stampo marxista hanno lottato per oltre 30 anni per ottenere l’indipendenza, che giunse finalmente dopo un referendum del 1993.

La guerra contro l’Etiopia proseguì quasi ininterrottamente fino al 2000, ma la pace non portò benessere, ma una dittatura militare tutt’ora al potere.

La popolazione è composta da musulmani (48%), cristiani (47%) e diverse religioni tribali (5%).

La maggioranza quindi della popolazione è suddivisa tra musulmani e cristiani ortodossi e le ali più intransigenti di queste due confessioni hanno spesso attaccato altri gruppi religiosi, principalmente i cristiani evangelici. nel 2002 il governo ha proibito tutte le confessioni religiose eccetto quella musulmana, la cristiana ortodossa, la cattolica romana e la luterana, mentre tutte le altre confessioni subiscono una dura persecuzione.

Solo pochi missionari operano oggi in Eritrea. Le chiese evangeliche sono costrette dalla persecuzione ad agire clandestinamente, e sono in crescita i gruppi di cellule.

India

La diversità razziale, etnica, religiosa e linguistica fa dell’India una nazione molto caratteristica. Una popolazione di oltre un miliardo di abitanti sta uscendo lentamente da un sistema ancora basato sulle “caste”, e fatica a trovare una sua dimensione di modernità.

I gruppi religiosi predominanti sono: indù (78%), musulmani (12,5%), cristiani (2,5%), sikh (2%) e altri minori.

L’India si è resa dipendente dalla Gran Bretagna nel 1947, e attualmente è la più grande democrazia funzionante al mondo, ma una serie di movimenti estremisti indù, musulmani e partiti di stampo nazionalista, negli ultimi anni sono cresciuti riuscendo a influenzare le maggiori strutture di potere.

Recentemente sono cresciuti anche episodi di violenza, soprattutto contro i cristiani, come conseguenza della rinnovata aggressività dei movimenti radicali indù.

Molti stati dell’India hanno varato leggi “anti conversione”, che puniscono severamente ogni tentativo di conversione, ma spesso vengono usate come pretesto per perseguitare missionari e pastori cristiani.

I missionari stranieri hanno fatto molto anche nel sociale, ma di fronte alla vastità della realtà indiana c’è molto ancora da fare per arrivare alla realizzazione dei valori di democrazia e di libertà.

Indonesia

L’Indonesia è una collezione di 13.000 isole nell’Oceano Indiano, ed è stata teatro di un fallito colpo di stato comunista nel 1965. Dagli scontri emersero vincitori gli islamici, che uccisero molti avversari politici. Altri si convertirono al cristianesimo. L’influenza dei partiti islamici si sta estendendo sempre più nella società indonesiana, originariamente laica.

Conta 231.328.092 abitanti di cui: musulmani 80%; cristiani 16%; indù 2%; ed altri.

L’Indonesia è una repubblica. Secondo la legge, gli indonesiani devono scegliere una delle quattro principali religioni: Islam, Buddismo, Induismo e Cristianesimo (protestante o cattolico). Questa indicazione viene inserita sulla carta d’identità. Nella realtà i musulmani ricevono un trattamento preferenziale sugli altri gruppi religiosi, e usano questo potere per restringere la libertà delle altre confessioni, soprattutto quella cristiana.

Già dagli anni ’90, molti gruppi islamici hanno lanciato ripetutamente la Jihad contro la popolazione cristiana, che ha causato oltre 8.000 morti e oltre 600 chiese distrutte dal 1996. Inoltre è stata organizzata una massiccia migrazione di musulmani nelle aree tradizionalmente abitate dai cristiani. In questo modo i cristiani sono sempre più emarginati e il livello della persecuzione continua a salire.

Negli ultimi 40 anni gli evangelici sono cresciuti in Indonesia da 1,3 milioni a 11,5 milioni. Le persecuzioni hanno compattato la chiesa e accresciuto lo sforzo di evangelizzazione.

Iran

Nel 1979 si è scatenata la rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeini. Da allora hanno sempre aspramente perseguitato i cristiani e hanno esportato in tutto il mondo la rivoluzione islamica.

L’Iran e la madre della corrente Sciita, che si distingue dall’altra corrente Sunnita, perché non riconoscono le dinastie Abbaside e Omayyade. Promuove un integralismo militante, sovvenzionando governi e guerriglie in vari parti del mondo.

Ogni iraniano è considerato musulmano e non deve entrare in una chiesa. Solo le minoranze etniche possono avere locali di culto cristiano.

Molti musulmani sono stanchi dell’islam, sotto la cui bandiera vengono perpetrati tanti crimini e ingiustizie in questo paese. Di conseguenza ci sono pochi paesi come l’Iran, dove tanti musulmani si sono convertiti al Signore Gesù.

Il nuovo presiedente Ahmedineiad ha deciso di impedire le conversioni al cristianesimo adottando misure rigide, di conseguenza le chiese non osano più accogliere gli (ex) musulmani per paura di ritorsione e di spie.

Gli ex musulmani convertiti a Cristo ora sono costretti a riunirsi segretamente in piccoli gruppi difficilmente controllabili dalle autorità, ma anche difficilmente raggiungibili da sostenitori esterni.

Iraq

Questa è la terra dove gli Ebrei furono portati in cattività, e dove il profeta Daniele servì il re di Babilonia. Dal 1979 al 2003 ha governato con pugno di ferro il dittatore Saddam Hussein. La popolazione conta 23.114.884 (al 2000), ci cui: musulmani (97%); cristiani (1,5%); e altri.

In Iraq recentemente si è stilata la nuova costituzione, grazie anche all’occupazione americana e si sono svolte le prime elezioni democratiche nel 2005.

Dopo la caduta di Saddam Hussein i cristiani possono professare più liberamente la propria fede, ma gli estremisti islamici, che si ribellano all’occupazione della coalizione anglo-americana, continuamente prendono di mira chiese e luoghi cristiani, sottoponendoli a vari attentati e violenze.

Al momento ci sono circa 70 congregazioni evangeliche in Iraq, ma le nuove conversioni stanno solo rimpiazzando coloro che sono emigrati con il passato regime dittatoriale.

Isole Comore

Le Comore hanno ottenuto l’indipendenza dalla Francia nel 1975. Da quel momento l’arcipelago allargo dell’Africa orientale è stato funestato da ben 19 tentativi di colpo di stato. Nel 1997 due isole (Nzwani e Mwali) hanno dichiarato la propria indipendenza; nel 1999, dopo la salita al potere del colonnello Azali, è stato trovato un accordo di confederazione, sancito dalla nuova costituzione del 2001,  che ha conferito grande influenza alla religione islamica.

La popolazione conta 614.382 di abitanti nel 2002, di cui: musulmani 98%; non religiosi/altro 1%; cristiani 1%.

Le isole Comore sono una repubblica federale ed erano governata da un solo partito fino al 1990, quando fu eletto un governo democratico. Dopo la secessione delle due isole, il colpo di stato del 1999, l’abrogazione della costituzione e la dichiarazione di una nuova struttura confederale più blanda non hanno unificato le Comore.

È proibita la testimonianza pubblica da parte dei cristiani, e i credenti non possono riunirsi apertamente. l cristiani hanno sofferto periodi di oppressione e di persecuzione e non godo no dello stesso status civile e sociale dei musulmani.

Nelle Comore esistono 780 moschee, ma nessuna chiesa. Fino al 1973 la nazione non era praticamente evangelizzata. Una gran parte dei musulmani delle Comore è coinvolta in pratiche occulte e spiritiche.

Kuwait

Il Kuwait è un piccolo principato situato in un punto cruciale del Medio Oriente: tra Arabia Saudita, Iraq e Iran, affacciato sul golfo Persico. Ricco di riserve petrolifere, venne invaso nel 1990 dalle truppe irachene di Saddam Hussein e successivamente liberato nella cosiddetta “Guerra del Golfo”. Da quel momento si è aperta una stagione di riforme e sono state tenute elezioni legislative.

La popolazione conta 2.183.000 abitanti, di cui molti lavoranti stranieri. Gruppi religiosi sono composti di musulmani (87%), cristiani (8%), indù (2, 50%), e altri.

E’ una monarchia costituzionale. Anche se la Guerra del Golfo ha fatto in modo che le rigide regole religiose del Kuwait fossero ammorbidite, la piena libertà religiosa non è ancora una realtà nel Paese arabo. L’Islam è la religione di stato. Solo i musulmani possono diventare cittadini. L’evangelizzazione è proibita e il governo scoraggia il cristianesimo dando incentivi economici ai musulmani; le autorità kuwaitiane hanno persino acquistato grandi quantità di Bibbie per poi bruciarle.

Nonostante il supporto ufficiale alla religione islamica, in Kuwait è il materialismo che imperversa. La morale pubblica è in declino. Sono necessarie letteratura e materiale didattico cristiano per marginare l’ignoranza e contrastare l’avanzamento del materialismo.

Laos

Anche questa nazione è retta da un regime comunista. In linea di massima, la situazione della chiesa laotiana è paragonabile a quella del Vietnam, ma il numero dei credenti è più esiguo. Ce ne sono circa 100.000, cioè il 2 per cento della popolazione.

Alcune tribù, come gli Hmong, abitano in entrambe le nazioni, e come in Vietnam, questi vengono perseguitati a causa dei loro presunti legami con l’America.

Anche in questa nazione la Chiesa cresce soprattutto fra le minoranze etniche.

Nel 2005 si è verificato un miglioramento nelle condizioni dei cristiani, soprattutto nel sud del Paese. Il governo centrale tratta con serietà le lamentele inoltrate a causa degli abusi perpetrati dalle autorità locali.

Libia

Da oltre 35 anni la Libia è governata da un solo uomo, il colonnello Muammar Gheddafi.

Dopo anni di amicizia con altri regimi estremisti e di appoggio a gruppi terroristi, Gheddafi sta operando un graduale riavvicinamento all’Occidente.

Le sanzioni comminate dalle Nazioni Unite alla Libia sono state tolte nel 2003 e nel 2004 il leader libico ha annunciato la rinuncia a progettare e costruire armi di distruzione di massa.

Gheddafi è preoccupato per la minaccia dell’estremismo islamico e per questo motivo ha cercato di placare i musulmani allargando l’applicazione della legge islamica.

La popolazione di 5.368.585 (al 2002) è composta da musulmani (96,5%) e cristiani (3%).

I libici sono estremamente difficili da raggiungere con l’evangelizzazione e un certo numero di espatriati sta cercando di raggiungere i propri connazionali in Libia, ma sono frenati dalla sofisticata rete dei servizi segreti libici. La letteratura cristiana può entrare nel Paese solo segretamente.

I cristiani libici sono molto pochi. Quasi tutti i cristiani sono lavoratori stranieri, e i loro incontri sono attentamente e costantemente monitorati dal governo. Le chiese cristiane sono limitate a una per denominazione in ogni città.

Maldive

Le Maldive costituiscono un arcipelago paradisiaco formato da numerosi atolli corallini nell’Oceano Indiano. La vita su queste isole è incantevole per i turisti, ma non per i cristiani indigeni.

L’Islam è l’unica religione riconosciuta per i 300.000 abitanti. Come in Arabia Saudita, è assolutamente vietato praticare altre religioni.

Nel 1998, circa quaranta cristiani indigeni furono imprigionati e torturati, mentre 19 lavoratori stranieri furono espulsi. Grazie alle proteste internazionali i prigionieri vennero rilasciati più tardi.

Le poche centinaia di cristiani che vi abitano devono tenere i loro culti nel segreto più assoluto. I turisti stranieri possono praticare la loro fede in privato, a condizione che non la condividano con gli abitanti.

Malesia

La Malesia è una federazione di 13 Stati costituitasi in monarchia nel 1963.

Il Paese è suddiviso in due parti: quella peninsulare, all’ovest, e quella insulare a est.

La popolazione conta 22.662.365 (al 2002), tra cui: musulmani (58%), buddisti/cinesi (21%), cristiani (9%), indù (5%) e altro.

L’Islam è la religione ufficiale e preferenziale nella penisola della Malesia, e il governo cerca di forzare questa situazione anche nella parte est, dove l’Islam è minoritario.

In Malesia vi è una monarchia costituzionale.

La costituzione della Malesia garantisce la libertà religiosa, ma i fondamentalisti islamici fanno tutto ciò che è in loro potere per limitare l’evangelismo cristiano. La letteratura cristiana è consentita solo ai non malesi. Ai malesi invece non è consentito avere un luogo di culto cristiano. Il permesso di costruire nuove chiese non viene quasi mai concesso e le chiese domestiche sono fortemente scoraggiate. Lo zelo del governo di evitare che vengano utilizzati termini religiosi “non autorizzati” ha portato a vietare la Bibbia e altri libri Cristiani.

In Malesia vi è mancanza di lavoratori cristiani, e molte chiese più piccole non hanno un pastore istruito nella Parola di Dio.

Marocco

Il Marocco è stato invaso da eserciti arabi nel settimo secolo, che portarono l’Islam con loro.

L’attuale re Hassan Il ritiene di essere un diretto discendente di Maometto.

Il Marocco ha una popolazione di 31.167.783 (stima al 2002), alla quasi totalità di musulmani: 99%.

Il Marocco è una monarchia costituzionale. L’Islam sunnita è la religione di stato, e il governo ha il dovere di proteggerla. Il Marocco è un ambiente ostile per i cristiani e per coloro che si convertono dall’Islam. Molti hanno subito l’allontanamento forzato dalle loro famiglie, la perdita del lavoro e la prigione a causa della loro fede cristiana.

Il lavoro missionario non è permesso, cosi come la conversione a un’altra religione. A fatica sta emergendo la Chiesa nazionale. Nel 2000 sembra che esistessero solo circa 20 piccoli gruppi di cristiani in tutto il Marocco.

Mauritania

Il Paese ha sofferto molto per le siccità prolungate e i conflitti etnici. La Mauritania è considerata una delle nazioni più povere del mondo, e circa un terzo dei bambini soffre di denutrizione.

Conta una popolazione di 2.669.547 (stima al 2000) e quasi al 100% musulmani.

La forma di governo è una repubblica, e nel 1992 la giunta militare si è trasformata in un governo multipartitico, apparentemente democratico, ma in realtà completamente dominata dal partito di governo. Nel 2000 i legami diplomatici con Israele hanno causato opposizione interna ed esterna al governo. La Mauritania è ufficialmente una repubblica islamica che pratica la sharia (legge coranica), ma questa non è sempre messa in pratica.

La libertà di religione semplicemente non esiste in questo stato che è dominato da oltre 1.000 anni dall’Islam. Per i cittadini è illegale entrare in case appartenenti a non musulmani, e chiunque confessi Cristo rischia, secondo la legge, la pena di morte. La diffusione di letteratura cristiana, cosi come radio cristiane, non sono permesse. Il governo si impegna con zelo a tenere il cristianesimo lontano dalla gente.

La popolazione della Mauritania non è mai stata raggiunta dall’Evangelo. Non esistono chiese composte da indigeni, ne ministri del posto. In vari parti del mondo vi è un pugno di credenti di origine mauritana. In passato coloro che hanno mostrato interesse per il cristianesimo sono stati imprigionati.

Nepal

Nei primi anni novanta il Nepal è stato trasformato da monarchia indù a stato democratico. La costituzione del 1990 garantisce teoricamente la libertà religiosa.

La popolazione (23.430.490) è a maggioranza indù (75%), poi buddisti (16%), musulmani (5%), e cristiani (2%).

Il Nepal ha una democrazia parlamentare e monarchia costituzionale. L’assassinio della maggior parte della famiglia reale nel 2001 ha gravemente destabilizzato la nazione. Il proselitismo è vietato. Negli ultimi tre anni l’estremismo indù è cresciuto, grazie anche a gruppi provenienti dall’India, che incitano all’odio soprattutto contro i cristiani.

La chiesa in Nepal è cresciuta da 200.000 membri nel 1990 a circa 400.000 nel 2000. Le missioni hanno contribuito al miglioramento nelle condizioni di vita dei nepalesi.

Nigeria

Dall’indipendenza dagli inglesi nel 1960 fino al 1999 la Nigeria ha goduto solo per un decennio di un governo liberamente eletto.

La popolazione è di 111.506.095 (al 2000), tra i quali il 52% di cristiani, il 41% di musulmani, il 6% a culti etnico/tradizionale.

La Nigeria è una repubblica in transizione da un governo militare a uno civile. L’attuale presidente Olusegun Obasanjo, un cristiano devoto, sta cercando di portare pacificazione tra il nord, prevalentemente musulmano, e il sud, a maggioranza cristiana.

La maggioranza musulmana del nord ha reintrodotto la legge islamica (Sharia) che nega i diritti civili ai cristiani. Molti di questi sono stati picchiati e uccisi, le chiese e le loro case distrutte, ma nonostante l’estremismo islamico e le religioni tradizionali la chiesa è forte e dalla Nigeria parono missionari per ogni parte del mondo.

Oman

Il sultano dell’Oman Qabus bin Said ha dichiarato: “Nel passato l’Oman era nelle tenebre… ma una nuova alba sorgerà”. Mentre Qabus è stato capace di incrementare la ricchezza del Paese, rimane un’altra fonte di oscurità: quella dei cuori degli abitanti dell’Oman, stretti nella morsa dell’Islam. Il sultanato dell’Oman ha una popolazione di 2.541.739 (stima al 2000), nella quasi totalità musulmani: 93%; mentre i cristiani sono solo il 3%.

Nel sultanato non sono permessi partiti politici, ma c’è un buon grado di libertà personale e di stabilità politica. L’Oman è una delle nazioni socialmente più progressiste della regione. L’Ibadi (una variante dell’Islam) è la vera religione di stato. Il sultano si è fortemente opposto al fondamentalismo islamico sin dall’inizio del suo regno, nel 1990.

Le chiese e le attività ecclesiastiche sono permesse per le comunità di lavoratori stranieri, ma è proibito fare proselitismo tra i musulmani.

La popolazione cristiana consiste quasi interamente di lavoratori stranieri, con forse non più di 20 credenti omaniti. Sono presenti quattro centri dove si incontrano cristiani di oltre 30 denominazioni e nazionalità diverse e dove vengono tenuti culti in varie lingue. La Chiesa Riformata Americana mantiene una buona rappresentanza in Oman fin dal 1890. Gli ospedali e le cliniche fondate da essa, e i lavoratori missionari cristiani sono stati incorporati dal servizio sanitario nazionale.

Siria

Nel 1970 Hafez-el-Hassad conquistò il potere con un colpo di stato militare, mantenendolo poi con il pugno di ferro fino alla sua molte nel 2000. attualmente il potere è nelle mani del figlio Bashar.

La popolazione è di 17.585.540 (stime di luglio 2000), prevalentemente musulmana (90%), i cristiani sono il 5%, i quali sono tollerati e hanno libertà di culto all’interno della loro comunità, ma qualsiasi attività che minacci il governo o l’armonia comune è sotto osservazione e l’evangelizzazione aperta non è consentita.

La minoranza cristiana è rispettata e influente nella sfera sociale, ma è in diminuzione per via dell’emigrazione negli Stati Uniti e in Africa. Ai missionari stranieri non è permessa la residenza.

Somalia

Dalla fine della guerra civile del 1991 e dopo il ritiro dell’ONU nel 1995, questo paese è in preda a una anarchia totale. Nel Somali-land, la parte settentrionale della Somalia, la situazione è migliore: questa regione si è dichiarata indipendente dalla Somalia, ma non viene riconosciuta tale dal mondo internazionale.

L’Islam è la religione ufficiale e la Sharia è applicata ovunque, spesso da giudici auto costituiti. I reati vengono regolarmente puniti con fustigazioni, taglio della mano e addirittura lapidazioni.

Quasi tutti i cristiani indigeni sono fuggiti o sono stati uccisi. Nel 2005 cinque musulmani convertiti sono stati assassinati.

I pochi cristiani rimasti vivono la loro fede nel segreto più assoluto. Ogni tanto una radio emittente cristiana riceve una lettera da un ascoltatore somalo che scrive di essere, o di voler diventare, cristiano.

Sri Lanka

Lo Sri Lanka è una fertile isola tropicale a sud dell’India; un potenziale paradiso, ma le guerre inter-etniche che si protraggono dal 1983 ne fanno invece una nazione altamente a rischio, con una popolazione di 20.064.776.

I gruppi religiosi predominanti sono: buddisti (72%), indù (12%), musulmani (8%) e cristiani (8%).

E’ una repubblica, ma, di fatto, dai primi anni Ottanta è in atto una continua guerra civile tra la maggioranza cingalese e la minoranza Tamil nel nordest del Paese, che ha causato oltre 60.000 morti. Dal 2002 è in atto un cessate il fuoco e i colloqui di pace favoriti dalla mediazione norvegese si sono interrotti nel 2003.

Il buddismo è la religione di stato, e per questo motivo è protetto e incentivato; sebbene la libertà di culto sia sancita ufficialmente dalla costituzione, di fatto i non buddisti vengono discriminati dal punto di vista della tassazione, del lavoro e dell’educazione. In particolare il cristianesimo è associato al colonialismo e come tale viene percepito come straniero.

Negli ultimi anni sono molto cresciuti gli attacchi contro chiese, ministri e singoli credenti cristiani, e i buddisti stanno cercando di imporre una legge contro le conversioni che renderebbe illegale qualsiasi forma di evangelizzazione.

Negli anni Ottanta e Novanta si è verificato un notevole fermento evangelico nello Sri Lanka, ma ora l’opera è divenuta molto più difficile a causa delle reazioni ostili dei fanatici buddisti e delle forti restrizioni poste dalle autorità locali.

Sudan

Il Sudan è la nazione più estesa dell’Africa. Il governo musulmano del Nord, sostenuto finanziariamente e politicamente da altre nazioni arabe, ha dichiarato la jihad contro il Sud con popolazione a maggioranza cristiana, causando oltre due milioni di morti dal 1985.

Il Sudan conta una popolazione di 29.489.719 (stima al 2000), tra cui: musulmani (65%); cristiani (23%); etnico/tradizionale (10%); e altri.

Dal 1989 è al potere una giunta militare e il governo è controllato dagli estremisti musulmani, dal 1983 in lotta con le province del sud prevalentemente cristiane.

L’obiettivo degli estremisti islamici è quello di eliminare il cristianesimo, e per far questo uccidono pastori, leader di chiesa e semplici credenti; bombardano e distruggono scuole, chiese e ospedali, e operano conversioni forzate all’Islam a coloro che prendono prigionieri nelle razzie dei villaggi.

La Chiesa, nonostante le atrocità, rimane viva e cresce. L’attività evangelistica è molto difficile, ma gli spostamenti in massa, dovuti alla guerra, hanno portato molti a conoscere Cristo.

Tunisia

La Tunisia è una delle nazioni e delle società più aperte del mondo arabo. La maggior parte delle persone ricerca valori laici: lavoro, ricchezza, e cosi via.

Ha una popolazione di 32.277.942 (stima al 2002), con la quasi totalità di musulmani: 97%.

E’ una repubblica, e l’Islam è la religione di stato; ma il governo mantiene un atteggiamento laicista, per cui l’Islam politicizzato viene fermamente contrastato da fanatici musulmani.

La letteratura cristiana non può essere distribuita pubblicamente, e il governo non è favorevole alla evangelizzazione, ma mostra una certa tolleranza verso i credenti stranieri.

I credenti conosciuti sono circa 300 in Tunisia, ma solo la metà di essi si incontra regolarmente per il culto. Un movimento di preghiera in accordo per la Tunisia verificatosi nel 1999 ha portato a un numero significativo di conversioni.

Turchia

Come Impero Ottomano è stata per secoli a guardia dei luoghi sacri dell’Islam. Nel ventesimo secolo il numero dei cristiani è calato fortemente, mentre l’influenza dell’Islam è cresciuta. Conta una popolazione di 66.590.940 (stima al 2000), di cui: musulmani (99%); cristiani 0,30%; e altri. La forma di governo è una repubblica democratica parlamentare, e dalle riforme degli anni ’20 la Turchia è ufficialmente uno stato non teocratico.

Le garanzie costituzionali di libertà religiosa spesso non sono rispettate. Molti politici, la polizia e gli estremisti islamici mostrano insofferenza per le minoranze religiose e i cristiani in particolare.

Il numero dei cristiani, dopo persecuzioni e massacri all’inizio del secolo, è calato dal 22% della popolazione allo 0,30%. Ben pochi turchi di oggi hanno sentito parlare del Vangelo.

Vietnam

In questo Paese c’è ancora il regime comunista al potere, dunque un regime ateo. La necessità di valuta estera, e quindi di consensi internazionali, costringe il governo a tollerare le chiese, pur mantenendole sotto controllo.

La persecuzione più aspra viene diretta contro le denominazioni e i gruppi che si sottraggono al controllo governativo.

Molti di questi gruppi si trovano sugli altopiani, fa le minoranze etniche montane. Queste tribù sono state perseguitate a causa della loro presunta collaborazione con gli americani durante la guerra; i cristiani fra loro sono doppiamente perseguitati.

La Chiesa evangelica del Vietnam cresce velocemente, anche grazie ai corsi per responsabili. Valutiamo che ci siano circa 1,3 milioni di evangelici, di cui i tre quarti appartengono alle etnie montane ferocemente perseguitate.

In confronto al 2004 la sorte lei cristiani vietnamiti è migliorata un pò.

Yemen

Lo Yemen figura per la prima volta fra i primi dieci paesi del mondo con restrizioni per il Cristianesimo.

La popolazione di questo paese più meridionale della penisola arabica è quasi al cento per cento islamica. Come nella confinante Arabia Saudita, la Sharia vige anche nello Yemen. Soltanto gli stranieri hanno il permesso di confessare un’altra fede, ma l’evangelizzazione è assolutamente proibita.

Tuttavia, grazie ai moderni mezzi di comunicazione, un numero sempre maggiore di yemeniti si converte a Cristo, anche se solo pochi osano dichiararlo. E’ possibile che ci siano molti più cristiani di quanto pensiamo.

Nel 2005 alcuni ex musulmani convertiti a Cristo sono stati arrestati e maltrattati, ma dopo aver pagato una multa la maggioranza li loro è stata rilasciata.

Ai tempi di Maometto lo Yemen era un regno cristiano che diede ospitalità ai musulmani che fuggivano dalla Mecca prima che questa città fosse conquistata dall’islam, ora invece gli yemeniti sono molto ostili verso cristiani.

Fonte: IncontrareGesù.it/Porte Aperte e ICA – Gennaio 2008

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