Inchiesta sulla chiesa Renascer I giudici interpellano Kakà

I giudici di San Paolo vogliono sentire il milanista sui suoi rapporti con “Renascer”, i cui ministri sono stati condannati negli Usa per contrabbando di valuta. La richiesta al procuratore di Milano di poter interrogare il giocatore non ha finora avuto risposta

SAN PAOLO (Bra), 12 gennaio 2008 – La giustizia brasiliana vuole interrogare il milanista Kakà sui suoi rapporti con la chiesa evangelica Renascer (Rinascere), guidata dalla coppia Estevam Hernandes Filho e Sonia Haddad Moraes, due brasiliani condannati negli Stati Uniti per contrabbando di valuta. Il trofeo di migliore giocatore del mondo 2007, assegnato all’attaccante del Milan dalla Fifa, si trova attualmente nella sede della chiesa “Renascer em Cristo”, a San Paolo del Brasile, per volere dello stesso Kakà, che è considerato il più illustre appartenente alla chiesa Pentecostale.

DOLLARI – Si dice che Kakà paghi spontaneamente alla Renascer un importo annuo vicino al milione di dollari. La notizia è stata diffusa dalla rivista brasiliana di attualità Carta Capital, diretta dal genovese Mino Carta. Il giudice della prima Sessione criminale di San Paolo, Marcelo Batlouni Mendroni, ha chiesto al procuratore generale di Milano il 14 settembre 2007 il permesso di interrogare il giocatore. Finora la richiesta non ha avuto risposta.

DOMANDECarta Capital indica che le domande del giudice brasiliano a Kakà verterebbero sui suoi rapporti con i due, i quali gli avrebbero fatto visita in Brasile e in Italia: “A partire dal 31 luglio 2006, quando scattò l’accusa per riciclaggio, quante volte gli accusati hanno frequentato la sua casa? Kakà è a conoscenza del fatto che i due sono stati arrestati e condannati?”. Estevam e Sonia Hernandes sono stati arrestati negli Stati Uniti nel 2006 e condannati lo scorso agosto per il crimine di contrabbando di valuta. Estevam è stato liberato lo scorso 29 dicembre e a Sonia restano ancora da scontare 140 giorni di reclusione negli Usa. Ma i due sono anche indagati dalla polizia brasiliana.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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