La testimonianza di Nunzia Sasso

Pace a voi, cari fratelli.

Mi chiamo Nunzia Sasso, sono nata nel 1976 e vivo a Brusciano, un paesino in provincia di Napoli.

Voglio raccontarvi la storia del mio incontro con Gesù avvenuto il giorno 26 novembre del 2005, premettendo importantissimi antefatti.

Fin da ragazzina sono stata una persona dal carattere chiuso ed introverso, piuttosto timida, con grossi problemi di socializzazione, un tipo alquanto solitario, in eterno conflitto con se stessa, facile preda della malinconia, della tristezza, di crisi ansiosodepressive. Ero conscia di essere perennemente infelice e di non poter fare nulla per cambiare questo stato: andavo malissimo a scuola a causa della mia insicurezza cronica (malgrado passassi ore ed ore sui libri, sacrificando le amicizie e gli svaghi adolescenziali), avevo pochissimi amici, il ragazzo di cui m’invaghivo puntualmente non mi calcolava affatto. Cominciai allora ad attaccarmi ai Santi, alla Madonna, a recitare interminabili preghiere, ad andare spesso in chiesa, e avevo tantissimi oggetti sacri (spille, cornici, portachiavi, rosari d’ogni tipo e colore, quadretti, adesivi, immagini sacre, preci, e persino foto di morti) conservati dappertutto, usati come portafortuna. Ricordo che ero molto legata all’immagine della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, perché lo erano i miei genitori, e ogni giorno le recitavo le preghiere, che ormai conoscevo a memoria, ovunque mi trovassi. Imparai presto anche a recitare da sola il Rosario. Con gli anni il mio stato emotivo peggiorava, così mi convinsi di consultare delle cartomanti per telefono (come tutte le adolescenti, volevo conquistare un ragazzo che mi piaceva tanto, sapere qualcosa sul lavoro dopo la scuola ecc) e andai persino a Reggio Emilia da una sensitiva, la quale affermava che avevo una fattura a morte addosso, per fare dei bagni purificatori e per la quale spesi molti soldi all’insaputa dei miei. Lei mi diede dei sacchettini (che contenevano del sale) di tre diversi colori da mettere sotto il materasso: uno per il cuore, uno per la salute ed uno per il lavoro, e poi continuava a farmi le carte. Col tempo, sempre più spaventata dal fatto di avere una fattura a morte e di non poter pagare la cifra richiesta per tutti i trattamenti a cui dovevo sottopormi, decisi di rivolgermi ad un sacerdote del mio paese che si diceva facesse anche l’esorcista. Lui mi accolse, gli spiegai tutto e poi mi fece mettere la mano in un calice colmo di acqua santa freddissima. Poi mi rassicurò che non avevo nulla e mi lasciò tornare a casa in pace.

Mi diplomai al liceo e in quel periodo nel mio paese c’era un’opera di evangelizzazione chiamata “Cammino Neocatecumenale”. Incuriosita decisi di andare a sentire cosa dicessero quelle persone.

Ci rimasi per ben sei anni e nel frattempo frequentavo tutte le domeniche la chiesa, prendevo la comunione e facevo la confessione come richiesto, ma ogni volta ricadevo negli stessi peccati, malgrado l’assoluzione del prete e tutta la mia buona volontà, e non riuscivo in nessun modo a liberarmene, anzi, ne soffrivo ulteriormente sapendo di doverli nuovamente confessare al sacerdote. Si era creato un circolo vizioso ed oramai mi ero pure stancata di fare la confessione, tanto nessuno poteva aiutarmi, ed io mi sentivo ogni volta sempre più umiliata e privata di ogni dignità che potesse esistere in una persona.

Contemporaneamente seguivo delle sedute di psicoterapia perché avevo grossi problemi legati all’ansia e alla depressione (le cosiddette malattie psicosomatiche) ed usavo un ansiolitico, ma decisi di interrompere dopo soli due anni nell’impossibilità di pagarla. Mi arrangiavo con piccole attività ( babysitter, doposcuola, commessa, segretaria …) miseramente fallite sempre a causa della mia forte emotività e dell’ansia sociale che mi impediva di fare qualsiasi cosa. Non avevo un fidanzato, quello che avevo avuto mi aveva lasciata dopo neanche un anno, e dal cui rapporto ero uscita distrutta ed ancora più insicura. Dopo pochi mesi cominciai a vedermi con un ragazzo della comitiva che frequentavo. Fu un rapporto molto tormentato fin dall’inizio perché non tolleravo dei vizi di cui Giovanni era schiavo. Ciononostante il bene tra noi s’intensificava di giorno in giorno, malgrado tutte le liti, le profonde crisi, i numerosi prendersi-lasciarsi.

Avevo circa 26 anni, quando un giorno mio fratello Giuseppe mi mostrò delle pagine stampate da Internet da un sito evangelico. Lui frequentava in quel periodo, assieme alla fidanzata, la comunità di padre Arturo di Visciano, un’opera missionaria che si prodigava soprattutto per gli orfani e gli anziani, ma nel suo cuore si sentiva perennemente insoddisfatto, come se gli mancasse qualcosa ed era alla costante ricerca della VERITA’. Incuriosita mi misi subito a leggerle e ne rimasi talmente colpita ed affascinata che decisi di lasciare definitivamente il Cammino Neocatecumenale (già da mesi abbandonato perché non m’interessava più e perchè si era fatto troppo impegnativo e noioso) e ogni tipo di pratica legata al culto cattolico. Trovai persino il coraggio di affrontare i miei ex catechisti del Cammino ed il sacerdote stesso durante un culto della comunità a cui appartenevo, per esporre personalmente le ragioni per cui avevo deciso di andarmene, ma loro mi assalirono, umiliandomi davanti a tutti i confratelli riuniti. Fu come se fossi entrata nella fossa dei leoni e ne fossi uscita sbranata; ero stata ferita, ma non a morte.

Tolsi ogni immagine dalla mia stanza; ho buttato ogni più piccolo materiale iniquo (mi si riempì una grossa busta, non sapevo di averne tanto), cominciai a leggere giornalmente il Vangelo e a studiare con interesse sempre vivo da sola sul computer tutto quello che era scritto in quel sito evangelico. Erano passati intanto quasi due anni, il mio distacco dalla chiesa cattolica si era fatto netto, ero arrabbiatissima per il fatto di essere stata ingannata per così tanti anni, ed avevo incontrato molti avversari per questo, che mi chiedevano le ragioni per cui avessi “cambiato religione”, ma le spiegazioni non convincevano nessuno, anzi, erano motivo di ostilità soprattutto con familiari ed amici.

Intanto sentivo nascere in me il desiderio di condividere con qualcuno la mia “nuova fede”, ma non avevo il coraggio di entrare nella chiesa evangelica del mio paese. L’occasione giunse quando una signora, madre di mio cognato, si ammalò gravemente di cancro e per lei non c’era più nulla da fare. Una sera del mese di febbraio 2005 decisi di recarmi nella chiesa evangelica per chiedere quella guarigione. Ma quello che trovai mi spiazzò del tutto: gli uomini e le donne sedevano in banchi separati; le donne, che erano in netta maggioranza, disturbavano di continuo l’incontro quando pregavano (nel senso che non si rivolgevano al Signore in silenzio) al punto che non riuscivo a concentrarmi sul discorso del pastore, né a porre la dovuta attenzione sull’argomento della serata (il sale), né a pregare come speravo (volevo ottenere la guarigione per quella donna ). A fine serata mi sentivo alquanto confusa ed avvertivo quasi spento il desiderio di ritornarci; mi aspettavo di trovare una situazione differente… il mio desiderio era quello di trovare un luogo dove si pregasse silenziosamente e si praticassero guarigioni. Qualche giorno dopo chiamai Giacinto, l’autore del sito evangelico, per ricevere dei chiarimenti e lui m’incoraggiò fortemente a frequentare la chiesa evangelica, discorrendo in maniera più che esauriente sulla magnificenza del nostro Signore Gesù, tanto che mi convinse a ritornarci. Il mese seguente purtroppo quella signora morì tra atroci sofferenze. Passarono alcuni mesi ed io frequentavo regolarmente la chiesa, mi trovavo abbastanza bene, mi ero ambientata piuttosto velocemente ed avevo stretto alcune amicizie, anche se non condividevo certi modi di fare e pensare dei nuovi fratelli, che contrastavano con quanto avevo appreso nel sito evangelico (infatti, proprio per questo sono nati alcuni contrasti anche in seguito). Anche mia sorella e mia madre si erano decise a frequentare questa chiesa con notevole entusiasmo. Tuttavia, la mia rimaneva ancora una conoscenza puramente intellettuale; una sera del mese di giugno sotto una tenda a Volla, per invito del pastore che predicava, mi alzai per ricevere la salvezza e feci un patto col Signore, quello di abbandonare definitivamente i miei soliti peccati se in cambio mi avesse concesso di stare bene di salute. Così dal quel giorno non sono più ricaduta in quei peccati, e posso dire in sincerità che non è stata forza mia, malgrado il diavolo abbia cercato incessantemente di farmi cedere con varie tentazioni (lo fa tuttora soprattutto durante il sonno, in cui sono più indifesa, ma sono corazzata con la completa armatura di giustizia).

Nel mese di novembre, sabato sera 26, si svolse nella mia chiesa di Brusciano un culto di evangelizzazione. Durante il sermone, la parola del Signore si era rivolta particolarmente al mio cuore; si parlava di riposare in Cristo Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo” (Matteo 11: 28). Quante volte l’avevo letta e riletta quando frequentavo il Cammino Neocatecumenale, ma non aveva mai sortito alcun effetto nel mio cuore.

Ebbene, quella sera avvertivo tutta la stanchezza e la pesantezza provenienti dalla miseria, dall’inutilità e dagli innumerevoli fallimenti della mia vita (un lavoro precario, il mio fidanzato inconvertito, i miei problemi psicologici…). Mentre pregavo sottovoce, immaginando che fosse lì presente Gesù stesso in persona circondato di luce, Gli dissi delle semplici parole: “Io Ti do la mia vita”, e poi mi rilassai completamente. Dopo alcuni attimi sentii come se qualcosa scendesse dall’alto e inondasse totalmente il mio essere. Fu talmente intensa quella sensazione d’immenso amore e calore, come se Gesù mi avesse stretta a sé in un forte e caldo abbraccio, che, ricordo benissimo, non ci sentivo più da entrambe le orecchie. E poi mi ritrovai a lodare il Signore con tutto il fiato che avevo in gola, mentre il mio corpo era attraversato da scossoni. Dopo mi sentii talmente euforica ed elettrizzata che di notte non riuscii a prendere sonno, ma continuavo a lodare e ringraziare il Signore per quell’esperienza soprannaturale.

Dopo alcuni giorni, trascorsi nella continua lettura delle Scritture e tenendomi ancora in contatto con Giacinto, finalmente avevo compreso che il Signore quella sera mi aveva salvata donandomi una certa misura di Spirito Santo, che io sentivo in me come una fiamma che ardeva nel mio cuore, simile ad un terremoto.

Da allora il Signore ha mantenuto le Sue promesse: mi ha fatto una Sua figliuola, ha perdonato i miei peccati azzerandoli e da buon pastore mi pasce, si prende cura di me ogni giorno e mi preserva dal male. Mi ha tratto dal pantano, dalle tenebre in cui giacevo da 29 anni e dal grigiore di un’esistenza insignificante e vuota, mi ha dato una speranza ed un senso alla mia vita, quello di servirLo, aspettando il Suo ritorno, e di non vivere più per me stessa. Mi ha dato una nuova famiglia nella fede, ossia i miei fratelli di comunità evangelica.

Per il mondo io sono un fallimento ed uno scarto della società, ma agli occhi del mio Salvatore sono preziosa più dell’oro fino. “Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto”(Luca 19: 10), per cui non si può fare più nulla; ma proprio quando l’uomo non può cambiare le situazioni, Gesù può operare ancora molto. Io sono stata così disperata ed umile nel credere in Gesù, nella Sua parola, l’ho cercato con tutto il cuore e sono stata AFFERRATA e salvata per grazia. “ Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore” (Geremia 29: 13). Egli mi fa gustare la vera gioia, la Sua pace, il Suo amore per me ogni volta che Lo cerco e vado ai Suoi piedi; mi ristora l’anima e mi consola quando sono abbattuta, scoraggiata e senza forze, e quando la mia vecchia natura fatta di tristezza, ansia e depressione vuole imporsi ed emergere nuovamente, ecco che il Signore è più forte e mi viene in soccorso rivestendomi di potenza di Spirito (anche se non ho ancora ricevuto il battesimo nello Spirito Santo). Egli è più forte della mia eterna timidezza!!!

“Ecco, è per la mia pace che io ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati”(Isaia 38: 17).

“Il Signore protegge i semplici; io ero ridotto in misero stato ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il Signore t’ ha colmata di grazie”(Salmo 116: 6-7).

Adesso vivo giorno per giorno accontentandomi di ciò che il Signore mi dona con ringraziamenti. Venerdì 2 giugno 2006 mi ha donato anche una bellissima nipotina, Fabiana, figlia di mio fratello Giuseppe. Il Signore mi sta formando il carattere, mi sta “lavorando”, mi ammaestra con la Sua parola e sta togliendo tutto ciò che in me non è buono al suo cospetto. A Gesù sia ogni onore e gloria nei secoli dei secoli. AMEN.

Nunzia Sasso

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