«Lapidate le adultere e uccidete gli apostati» In Gran Bretagna dilagano i libri dell’odio

di VIRMAN CUSENZA

LONDRA – Tollerante sì, ma non troppo. Due anni dopo gli attentati del 7 luglio, Londra si risveglia con interi scaffali di “libri dell’odio” sotto gli occhi. Tra le bancarelle che affollano le principali moschee del Paese gli esperti hanno intercettato fior di volumi che predicano la lapidazione e la segregazione femminile, l’uccisione di chi abiura o trasgredisce le regole dell’Islam. E lanciano pressanti appelli ad evitare l’integrazione dei fratelli musulmani che oggi vivono nel Regno Unito.
Così, nei giorni in cui il contestato monarca Abdullah varca la soglia di Downing Street accusando l’intelligence inglese di non aver prestato abbastanza attenzione agli allarmi lanciati dagli 007 sauditi prima del luglio 2005, la risposta inglese non s’è fatta attendere. Alla fine a vincere, più che la naturale indignazione politica, è stata una denuncia nero su bianco firmata da “Policy Exchange”, un think tank indipendente ma vicino ai Tories. L’indagine ha toccato cento tra le principali moschee britanniche (se ne contano oltre 1500) da Londra a Birmingham a Manchester fino a Edimburgo. Una su quattro è risultata “contagiata”. Sono finiti nel mirino un’ottantina di libelli. Cinque di questi sono gli stessi trovati da Scotland Yard nel corso di varie perquisizioni antiterrorismo dal 2001 ad oggi. L’occhio cade inevitabilmente sui testi scovati nella libreria della Moschea Centrale di Londra, ma anche sotto le enormi volte di quella di East London, a Whitechapel (entrambi mete delle visite ufficiali di ministri e monarchi inglesi). Tra le pagine di Fatwa islamica si legge: «E se l’apostata persevera nonostante tutto, gli sia tagliata la testa, nel rispetto dell’Editto che dice “Uccidi chiunque cambia la sua religione”». Ma sono le pagine dedicate all’universo femminile a preoccupare di più gli esperti di Policy Exchange, che hanno redatto il rapporto “Dirottamento dell’Islam britannico”. Ecco qualche altro assaggio della Fatwa. «Chiunque prenda parte alla lapidazione di una adultera è giustificato. E non è concesso ad alcuno di astenersi se la pena della lapidazione è stabilita». I toni si fanno più descrittivi nel tomo Generi di donne che meritano l’Inferno. «1) La mugugnatrice, quella donna che si lamenta del marito ad ogni ora, merita l’Inferno. 2) La donna che ama adornare la sua figura. 3) La donna che imita gli uomini, i tatuaggi, porta i capelli corti e altera la sua natura».
Sfoghi di una frangia estremista, sicuramente. Ma il problema è che alcuni dei volumi finiti sotto l’indice degli esperti è stato pubblicato negli anni scorsi da ministri del governo saudita, come quello per gli Affari Islamici, in pieno regno di re Fahd (il predecessore di Abdullah). Un particolare pamphlet dato alle stampe sotto l’egida governativa (“Correct Beliefs and what opposes them”) attacca i traditori della fede e un altro dedicato alle donne condanna la deriva femminista di quelle donne musulmane che cercano lavoro fuori di casa. Giustificazione di Ynes Teinaz, della moschea centrale londinese: «La nostra Liberia è in franchising… certi libri riflettono solo l’opinione dei loro autori». Inutile dire che le musulmane d’Inghilterra sono già sul piede di Guerra per rivendicare i loro diritti. La loro leader, Hazel Blears, in una mega adunata alla Queen Elisabeth Hall ha annunciato una crociata che rischia di far saltare la pace familiare dei nuclei più tradizionalisti.

Fonte: IlMessaggero.it – giovedì 01 novembre 2007

Condividi