Repubblica Dominicana: Relatori ONU confermano discriminazione verso haitiani e neri

“Sebbene non esista una politica statale ufficiale di discriminazione, esiste nella società dominicana un atteggiamento razzista profondamente radicato contro gruppi della popolazione, come gli haitiani, i discendenti di haitiani e, più in generale, verso la popolazione nera”: lo ha detto in una conferenza stampa a Santo Domingo il relatore speciale dell’Onu sul razzismo, il senegalese Doudou Diené, a conclusione di una missione nel Paese effettuata insieme alla relatrice per i diritti delle minoranze, l’americana Gay McDougall. “È necessaria una strategia culturale ed etica per strappare le profonde radici della discriminazione. La lotta contro questo fenomeno deve essere strettamente vincolata alla costruzione di una società multiculturale basata sui principi della democrazia, della giustizia, dell’equità e dei diritti umani per tutti” ha aggiunto Diené. Secondo i due relatori gli haitiani e i discendenti di haitiani nella metà ‘ricca’ dell’isola di Hispaniola vivono in condizioni di “povertà o estrema povertà rispetto ai dominicani”; i neri, in generale, “svolgono lavori manuali con salari minimi e sono oggetto di gravi pregiudizi”. Il governo dominicano, per bocca del ministro degli Esteri Carlos Morales Troncoso ha respinto le conclusioni degli inviati dell’Onu definendole “prive di fondamento”. Lo stesso Troncoso, prima dell’arrivo di Diené e McDougall, aveva giudicato le denunce di discriminazione nei confronti dei cittadini haitiani “irresponsabili e frutto di una campagna diffamatoria”. Da anni le organizzazioni per i diritti umani denunciano l’assenza di effettiva a politica migratoria tra i due Paesi e le frequenti ondate di rimpatri forzati di haitiani entrati illegalmente – 3.600 solo tra settembre e ottobre – attraverso reti di trafficanti e spesso su richiesta degli stessi datori di lavoro dominicani. Secondo stime correnti, ma non esiste un censimento ufficiale, circa un milione di haitiani vivono in Repubblica Dominicana dove lavorano prevalentemente come braccianti in coltivazioni di canna da zucchero, nel settore edile e come collaboratori domestici. La Confederazione sindacale internazionale ha affermato recentemente che la manodopera haitiana non gode di alcuna protezione ed è costretta “in condizioni che si avvicinano alla schiavitù”: ciononostante, secondo uno studio commissionato dal Centro culturale dominicano-haitiano, gli haitiani generano il 30% del Prodotto interno lordo del settore agricolo.
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Fonte: Misna – 30/10/2007 20.00

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