Una Bibbia di 400 anni

La Bibbia tradotta da Giovanni Diodati (1576-1649), rimane un monumento della teologia evangelica. Si tratta della più antica versione italiana della Bibbia. Passando attraverso varie revisioni, è giunta fino a noi oggi, offrendo a generazioni di credenti e no la possibilità di leggere la Parola di Dio.
La Bibbia “Diodati” fu pubblicata a Ginevra nel 1607. Conobbe una seconda edizione, migliorata, nel 1641. Pensata per l’evangelizzazione dell’Italia, ma vietata dalle autorità della Chiesa cattolica, essa ha avuto una storia avventurosa: diffusione clandestina per secoli, sequestri, pregiudizi, roghi, processi ecc. Ha anche accompagnato i moti risorgimentali come segno di libertà, dando sostanza all’opera delle chiese evangeliche e contribuendo all’alfabetizzazione della popolazione.
Revisionata ed edita più volte all’estero, è stata pubblicata in Italia per la prima volta nel 1868. La revisione “in testo originale”, fatta da Giovanni Luzzi, è conosciuta come “Versione Riveduta” (1924), alla quale, 70 anni dopo, è seguita una Nuova Riveduta (1994).
La Società Biblica Britannica e Forestiera ha legato il proprio nome a questa Bibbia nei secoli XIX-XX, diffondendone in Italia oltre 20 milioni di copie, di cui 5 milioni nei primi cento anni. Si tratta di 4 milioni tra Bibbie e Nuovi Testamenti e di oltre 17 milioni di “porzioni” (cioè, singoli libri biblici).
Il frontespizio dell’edizione del 1607 mostra un seminatore, con il volto verso l’alto, che sparge il seme della Parola come nella parabola evangelica (Marco 4,14). Si legge anche una piccola scritta: “Son art en Dieu” (La sua arte è in Dio). L’immagine, probabilmente dovuta all’editore, è come se volesse sottolineare che ogni possibilità di successo risiede solo in Dio.
Nell’edizione del 1641 si legge: “Noli altum sapere” (“Non insuperbirti” – da Romani 11:20), quasi a sottolineare la necessità dell’umiltà davanti alla rivelazione biblica.
Questi semplici spunti evocano tutta una teologia: la ferma fiducia nella Scrittura come Parola di Dio e la certezza che la sapienza di Dio è rivelata in essa.
Nel corso del 2007 avranno luogo diverse manifestazioni a ricordo di questo straordinario evento. Vi saranno convegni, pubblicazioni e rievocazioni.
L’AEI partecipa ai vari eventi con piena soddisfazione. In fondo, la pubblicazione della traduzione del Diodati non può essere appannaggio di una sola chiesa, ma è appannaggio di tutti gli evangelici italiani.
Giovanni Diodati, pastore e teologo protestante, appartenente alla “nazione lucchese” di Ginevra in Svizzera, fu professore di ebraico e di teologia presso l’Accademia di Calvino, contribuì a chiarire il tema dell’elezione al Sinodo di Dordrecht (1618) e fu un punto di riferimento per il mondo protestante.

S.B.

Fonte: Ideaitalia – Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana, Anno XI • n. 2 • ottobre 2007

Condividi