Israele: Disputa sull’ora legale

Accorciata l’estate israeliana su pressione degli ebrei ultraortodossi

Ora legale

Dal CORRIERE della SERA del 19 settembre 2007:

Rabbia contro gli ultraortodossi: «Ci hanno accorciato l’estate»

di Davide Frattini

GERUSALEMME — «L’inverno è cominciato un mese e mezzo prima. Possiamo ringraziare gli ultraortodossi».

Il commento sconsolato sul sito del quotidiano Haaretz arriva da un rappresentante della «maggioranza laica silenziosa». Che ha deciso di parlare e attaccare una legge votata un paio di anni fa dalla Knesset. Nel 2005, una commissione parlamentare ha stabilito le date di entrata in vigore dell’ora legale (il 2 aprile) e il ritorno a quella solare. O al buio anticipato, come si lamentano molti israeliani in questi giorni.

Le lancette sono tornate avanti di un’ora nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando nel Paese ci sono ancora trenta gradi, luce abbagliante e un clima estivo per le strade. E’ successo perché i deputati hanno voluto che Yom Kippur cadesse sempre nell’orario invernale. I partiti religiosi hanno fatto pressioni per rendere il digiuno previsto nel Giorno dell’espiazione più «facile » da portare a termine, facendo arrivare prima il tramonto (in realtà la durata dell’astinenza resta uguale). Quest’anno Rosh Hashana (il capodanno ebraico) e Yom Kippur, tra venerdì e sabato, sono celebrati molto presto e con loro si è imposto il cambio di abitudini.

In Europa e negli Stati Uniti l’ora legale andrà avanti fino alla fine di ottobre, un mese e mezzo più tardi che in Israele. L’Autorità palestinese ha scelto di seguire gli standard occidentali e tra Gerusalemme e Ramallah — a pochi chilometri di distanza — gli orologi battono un tempo differente. «Eppure anche gli arabi con il mese di Ramadan hanno il problema della durata del digiuno fino al tramonto », fanno notare i sostenitori del «partito della luce». E dimostrano che nei sei mesi da aprile a settembre lo Stato ebraico ha risparmiato 80 milioni di shekel (attorno ai 14 milioni di euro) come risultato di un calo dello 0,5 per cento nei consumi di elettricità. Se l’ora legale fosse stata mantenuta ancora per 45 giorni, sarebbero stati economizzati altri 20 milioni di shekel (3 milioni e mezzo di euro).

Il primo politico ad aprire la sfida con i partiti ultraortodossi era stato Natan Sharansky, allora ministro degli Interni nel governo di Ariel Sharon. Nel 2000, aveva deciso di estendere «il tempo estivo» di trentaquattro giorni, senza preoccuparsi di Yom Kippur. Cinque anni dopo, la commissione della Knesset ha fissato le regole una volta per tutte, accettando le richieste di formazioni come lo Shas, che fanno parte dell’esecutivo di Ehud Olmert. Ministro degli Interni nel 2005 era il laburista Ophir Pines- Paz e i lavori sono stati guidati da Chaim Oron di Meretz, il partito che più di tutti dice di sostenere le ragioni dei laici.

«Eppure entrambi hanno ceduto — commenta Nehemia Shtrasler sul quotidiano liberal Haaretz — invece di rappresentare gli interessi dei loro elettori. Hanno approvato questo danno non necessario, un danno che colpisce tutto il Paese in nome di una minoranza. Per questa ragione tutti e due devono chiedere perdono nel giorno di Kippur».

Fonte: www.CronacheIsraeliane.info / informazionecorretta.it, 19.09.2007

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