UZBEKISTAN: Persecuzione religiosa: per il governo sono “notizie false”

Continuano gli arresti e le multe per i cristiani solo perché possiedono il Vangelo o si riuniscono per pregare o per una festa di compleanno. Nel Karakalpakstan rifiutato il riconoscimento a tutti i gruppi religiosi. Ma il governo dice che i credenti possono liberamente “incontrarsi nelle case private”.

Tashkent – Le autorità uzbeke negano che ci siano persecuzioni e dicono che i credenti possono incontrarsi “senza autorizzazione” nelle case private. Ma continuano gli arresti e le multe contro i cristiani per “attività illegale”.

Sharofat Allamova, protestante di Urgench, è stata arrestata il 10 giugno solo perché in possesso di copie del Nuovo Testamento e di altri libri e dischi cristiani. Il 27 agosto è stata condannata a 6 mesi di carcere con pena sospesa, per possesso “illegale di materiale religioso”. Il governo pretende che tutta la letteratura religiosa abbia l’autorizzazione pubblica, comprese le copie della Bibbia.

Il 29 agosto il pastore Khyn-Mun Kim della Chiesa protestante della Pace, è stato multato per una somma pari a un anno di salario per “attività religiosa illegale” nel Karakalpakstan, per aver predicato in chiesa. Multato anche un altro membro del gruppo, Me Vol Kim. Il gruppo ha più volte chiesto il riconoscimento, ma nella regione è vietata qualsiasi fede a parte l’islam e il cristianesimo ortodosso russo. Qui negli ultimi due anni è stata negata l’approvazione ad almeno 20 gruppi religiosi (compresi i Testimoni di Geova) ed è stata revocata quella concessa alla Chiesa pentecostale Emmanuel.

Il 13 settembre a Termez la polizia ha interrotto la festa di compleanno del protestante Vitaly Suvorov e portato tutti i presenti al comando, trattenendoli er tutta la notte. Uno è stato percosso e 12 sono stati denunciati per “raduno illegale per professare la fede e distribuzione illegale di letteratura religiosa”. Alcuni libri sequestrati sono stati mandati agli esperti per “esami”. Suvorov era già stato percosso dalla polizia segreta nell’agosto 2006 quando partecipava a un campo estivo della sua chiesa.

Klara Alasheva, vice-ministro della Giustizia del Karakalpakstan, nega che vi sia persecuzione. Intervistata il 17 settembre dall’agenzia Forum 18, ha risposto che “non c’è nessun problema per chi chiede la registrazione” obbligatoria per i gruppi religiosi. E circa il ripetuto rigetto delle domande di gruppi protestanti e di Testimoni di Geova ha detto che “queste notizie sono false. Se la registrazione è negata, c’è sempre un valido motivo. Abbiamo una Costituzione [che riconosce la libertà di religione, n.d.r.], ma abbiamo anche la legge”. “I credenti possono incontrarsi nelle case private senza doversi registrare”. Forum 18 riporta che, alla contestazione di episodi specifici, la Alasheva ha risposto che “le notizie sono false” e ha messo giù il telefono.

Fonte: AsiaNews – riprodotto con autorizzazione/F18

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