Usa: è polemica sui lavapiedi per islamici

Su richiesta degli studenti musulmani in alcune università sono stati comprati dei bidet per i piedi: evangelici e neocon contrari

WASHINGTON (USA) – Prima di pregare, un buon musulmano deve lavarsi i piedi e le mani. Ma in genere nelle università pubbliche americane non ci sono bidet né bagni né docce. Gli studenti islamici, il 5-6 per cento del totale, sono perciò costretti a lavarsi i piedi nei lavandini. Per i maschi è facile, per le femmine meno, e infatti alcune sono cadute e si sono fatte male. Non solo: parecchi studenti di religioni diverse sono scivolati sui pavimenti bagnati da queste abluzioni, mentre altri ancora hanno protestato che non ci si può lavare le mani dove degli estranei si sono lavati i piedi.

LA RICHIESTA – Di qui la richiesta ufficiale degli islamici in America alle università di installare dei «lavapiedi». Un richiesta che ricorda quella storica di permettere alle donne di continuare a portare il velo. E che ha scatenato una sorta di guerra, la guerra del lavandino. Sinora solo una decina delle centinaia di università pubbliche in America – ma lo stesso pare accada in quelle private – hanno accolto la richiesta e sempre tra polemiche furenti. Quella del Michigan a esempio, che conta quasi 8.500 studenti di cui circa 800 musulmani, spenderà 25 mila dollari per tre lussuosi «bidet per i piedi» che saranno pronti a gennaio. Il MCTC di Minneapolis, il Minneapolis community and technical college, che vanta una analoga popolazione universitaria, investirà molto di meno in due più modesti lavapiedi. Ma in entrambi i casi, la decisione ha scatenato le ire dei neocon e degli evangelici che hanno tentato di bloccarla in tutti i modi. A Minneapolis l’American family association ha picchettato il college, e il Parlamento del Minnesota ha dovuto bloccare un disegno legge che avrebbe vietato i bidet. A sua volta, la università del Michigan è stata inondata da lettere ed e mail di protesta. L’università e il college hanno addotto motivi di igiene per il provvedimento, e precisato che i lavapiedi potranno essere usati da tutti. Ma secondo i critici si tratta di una concessione allo Islam.

CRITICHE – Evangelici e neocon in particolare sostengono che è favorire una religione rispetto alle altre, cosa vietata dalla Costituzione per la istruzione pubblica. L’effetto pratico, ha lamentato la American family association, che si definisce «un’associazione cristiana», è di promuovere i riti islamici nelle università a danno di quelli ebraici, protestanti e cattolici. La polemica è stata acuita dalla nascita a New York di un college pubblico incentrato sul mondo arabo, la Khalid Gibran international academy, dove il confine tra il secolare e il religioso appare labile. Molti newyorchesi vorrebbero chiuderla, e un gruppo, Stop the madrassa coalition, minaccia di querelare il sindaco Mike Bloomerg. Non manca tuttavia chi appoggia gli studenti musulmani. Jeremy Gunn della American civil liberties union ha scritto sul quotidiano Usa today che gli Stati uniti sono il Paese religiosamente più tollerante del mondo e devono rimanerlo. Le università pubbliche, ha aggiunto, chiudono i battenti il sabato e la domenica, le giornate di devozione ebraica e cristiana, e così via. Non ci sarebbe nulla di male quindi se installassero lavandini per i piedi per gli islamici. Basta, ha concluso, che i lavandini non diventino un nascosto mezzo di proselitismo.

Ennio Caretto

Fonte: Corriere.it – 19 settembre 2007

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