India: Due morti in rivolte indù contro ‘sacrilego’ progetto di canale

Si estende e si fa violenta la protesta dei fondamentalisti indù che da giorni manifestano in tutto il paese contro la decisione del governo, da loro considerata sacrilega, di rendere navigabile lo stretto tra l’India del sud e lo Sri Lanka. Oggi due persone sono morte a causa dell’incendio appiccato dai manifestanti a un autobus a Bangalore, capitale dell’Information Technology indiana: un camion ha bloccato l’autobus e dal veicolo sono scesi attivisti che inneggiavano al dio Rama, e con delle taniche hanno sparso benzina sull’autobus dandogli fuoco. I passeggeri hanno cercato di scappare e due sono rimasti intrappolati. Per gli indù, lo stretto davanti alla cittadina costiera di Rameshwaram, nel Tamil Nadu, è un luogo sacro perché secondo i testi sacri lì il dio Rama costruì un ponte per raggiungere il regno di Lanka e liberare la principessa Sita. La sottilissima lingua di terra parzialmente sommersa e lunga 48 chilometri che collega le due coste sarebbe per gli indù ciò che rimane del mitico passaggio. Per difendere la sua posizione, il governo indiano ha inviato sul posto degli archeologici che hanno detto alla Suprema Corte che “non c’è nessuna prova storica o scientifica” non solo dell’esistenza di un’opera fatta dall’uomo, ma anche dell’esistenza storica dello stesso dio Rama, scatenando la rabbia dei fondamentalisti hindu che sono scesi in piazza accusando il governo di blasfemia e dando inizio in tutta l’India a rivolte.

Fonte: PeaceReporter – riprodotto con autorizzazione

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