Nepal Airlines sacrifica due capre per scongiurare le avarie dei suoi aerei

KATMANDU, 4 settembre 2007 (AFP) – La compagnia aerea Nepal Airlines ha sacrificato due capre in offerta ad un dio indù per scongiurare una serie di avarie tecniche dei suoi Boeing 757, si è appreso martedì da fonte ufficiale.

Il vettore nazionale nepalese, in difficoltà, era stato costretto in agosto a sospendere per dieci giorni dei voli internazionali dopo che due apparecchi sono rimasti inchiodati a terra per avarie meccaniche.

“Dei responsabili di Nepal Airlines Corporation si sono prostrati davanti all’aereo sacrificando due capre per evitare ogni problema tecnico in volo” ha spiegato all’AFP il portavoce della compagnia, Raju Bahadur.

“Le capre sono state offerte per placare Akash Bhairab, dio indù del cielo rappresentato su tutti i nostri aerei”, ha egli detto.

Gli animali sono stati decapitati con l’aiuto di un coltello tradizionale sabato durante una cerimonia davanti ad un apparecchio Boeing 757 all’aeroporto di Katmandu.

Nepal Airlines utilizza due Boeing 757 per i suoi voli internazionali, di cui uno è attualmente nel Brunei per una revisione completa. Il secondo è a Katmandu, la capitale nepalese, ed è supposto essere operativo. Dopo il sacrificio dei due caprini, l’aereo è riuscito ad effettuare un volo verso Hong Kong, secondo la compagnia, in seguito a due mancati decolli.

Il Nepal è un regno himalayano di 27 milioni d’abitanti, di cui l’80% è indù. La compagnia aerea nazionale garantisce sette destinazioni internazionali, in particolare verso l’India, il Giappone e la Cina. Ma Nepal Airlines è scossa da scandali di corruzione e da cattiva gestione.

Fonte: la-croix.com/AFP

“L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi fatti d’opera di mano; e non è servito da mani d’uomini; come se avesse bisogno di alcuna cosa; Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa. Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché Egli non sia lungi da ciascun di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni de’ vostri poeti han detto: ‘Poiché siamo anche sua progenie’. Essendo dunque progenie di Dio, non dobbiam credere che la Divinità sia simile ad oro, ad argento, o a pietra scolpiti dall’arte e dall’immaginazione umana. Iddio dunque, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti. (Atti 17:2431)”

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