Il canto evangelico in lingua italiana

Coltivata in Italia, in Svizzera e nella vallate del Grigioni Italiano, una ricca tradizione musicale evangelica attende di essere riscoperta e valorizzata.

(Hans-Peter Schreich) “La piccola Chiesa evangelica valdese in Italia canta gli inni raccolti nell’Innario Cristiano”. Questo è quanto si sa, in genere, a proposito del canto ecclesiastico evangelico in lingua italiana. Anche chi si è occupato non solo superficialmente della materia, ritiene che il canto evangelico abbia visto la luce, in Italia, intorno alla metà del 19. secolo, quando fu pubblicata la raccolta “Inni e salmi”, stampata a Londra nel 1850 e diffusa subito dopo tra le comunità protestanti della penisola. Quasi nessuno sa invece che una raccolta di Salmi in lingua italiana, adattata dalla versione dei Salmi cantati a Ginevra, è stata pubblicata già nel 1554.
La storia dell’innologia protestante in lingua italiana sta davanti a noi come un libro chiuso, misterioso, ricoperto dalla polvere dei secoli. Più di cento diverse raccolte di canti ecclesiastici evangelici, pubblicate nell’arco di cinque secoli, sono conservate in vari archivi e biblioteche di diversi paesi. Nessuno ha osato finora studiare in modo sistematico e approfondito questo grande patrimonio.

L’innologia in italiano
La storia dell’innologia evangelica riformata in lingua italiana può essere suddivisa, per comodità, in quattro fasi principali. La prima coincide con la fase dell’affermazione delle idee riformate a sud delle Alpi. A partire dalla seconda metà del 16. secolo, le comunità evangeliche del Piemonte, dei Grigioni e dei baliaggi retici meridionali e delle comunità di profughi religiosi italiani nelle città svizzere cantano i Salmi ginevrini in versione italiana.

La grande crisi
Nella seconda metà del 17. secolo il protestantesimo di lingua italiana vive una profonda crisi. I valdesi del Piemonte adottano il francese, le comunità evangeliche dei baliaggi retici sono spazzate via dalla Controriforma, le comunità di profughi religiosi italiani in Svizzera sono assimilate. In Bregaglia e nella valle di Poschiavo, dove sopravvive il protestantesimo di lingua italiana, vedono la luce nuove raccolte di Salmi ginevrini, stampate nel 18. secolo. Seguendo gli sviluppi dell’innologia nella Svizzera tedesca, anche nel Grigioni Italiano si abbandona tuttavia progressivamente il canto dei Salmi. Si affermano canti spirituali ripresi dalla tradizione pietista.

Nuovi sviluppi
Il 19. secolo porta con sé profonde trasformazioni. In molte città italiane sorgono comunità di emigranti protestanti grigionesi (ad esempio a Trieste e a Firenze), e questi riportano il canto evangelico in lingua italiana in Italia. Alcuni esuli religiosi protestanti italiani, emigrati in paesi anglosassoni, traducono i canti del risveglio spirituale inglese. Nel 1848 il re Carlo Alberto concede maggiore libertà ai valdesi e ciò permette la nascita di nuove comunità evangeliche italiane in tutta la penisola. Dall’incontro tra protestanti grigionesi, valdesi, esuli protestanti rientrati dall’estero e missionari evangelici stranieri attivi in Italia, nasce una frenetica attività di produzione di raccolte di inni ecclesiastici.

Il nuovo canto evangelico
Passata l’euforia risorgimentale ottocentesca, i valdesi e diverse chiese protestanti nate in Italia dall’attività di missionari stranieri, cercano di riunire il patrimonio innologico evangelico in un’unica raccolta. Da questo sforzo nasce la prima edizione dell’ “Innario Cristiano” che si è affermato, attraverso tre edizioni, fino ad oggi, come la maggiore raccolta di canti ecclesiastici evangelici in lingua italiana. Accanto a questo innario “ufficiale”, continuano a essere pubblicate nuove raccolte, curate da chiese pentecostali, dai luterani italiani, dall’Esercito della Salvezza e da altre denominazioni protestanti. (trad. it. Paolo Tognina)

Nella foto: antico innario in lingua italiana

Fonte: Voce Evangelica, settembre 2007

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