ZAMBIA: Il Web… una breccia per i condannati a morte

Internet entra nel braccio della morte della prigione di Mukobeko a Kabwe, 150 chilometri a nord della capitale Lusaka, in Zambia. I circa 300 condannati a morte di questo istituto di pena sono i primi in Africa a cui è stato concesso l’utilizzo di internet per comunicare con l’esterno, cercare un’assistenza finanziaria e creare delle amicizie oltre le mura del carcere. “Creiamo delle pagine web per i prigionieri condannati a morte. Ogni settimana riceviamo nuove domande di adesione al progetto” dice Tracy Lamourie, direttrice della Coalizione canadese contro la pena di morte, organizzazione no-profit per i diritti umani. Eans Fundula ha 33 anni e prima di essere condannato era sposato e aveva due figli. La moglie lo ha lasciato e ora ha bisogno di un aiuto economico per occuparsi della famiglia e per prendere un avvocato in sua difesa “serve un ponte per noi vulnerabili in questo posto cupo e privo di rispetto”, scrive Eans dal carcere. A Mukobeko i condannati a morte sono isolati dal resto della comunità carceraria, le celle ospitano un numero di detenuti tre volte superiore allo spazio disponibile. Internet permette loro di ridurre l’isolamento e la sofferenza. Secondo l’amministrazione penitenziaria, alcuni carcerati aspettano nel braccio della morte da più di trent’anni. Il presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa ex-avvocato per i diritti umani, si è dichiarato contrario alla pena di morte e si è impegnato a non firmare nessun ordine di esecuzione. Salito al potere nel 2001 ha istituito una commissione incaricata di rivedere la Costituzione e giudicare se sia possibile abolire la pena di morte.
[CO]

Fonte: Misna – 9/8/2007 8.23

Condividi