Isola di Timor: Una nuova Pentecoste

Appartengo alla Chiesa Riformata dove l’ordine governava ogni cosa. Quando andavamo in chiesa, tutto lo svolgimento del culto era già previsto. Il pastore leggeva la sua porzione della liturgia e noi la nostra. Sapevamo quando alzarci o sederci, e quando pregare o cantare. Apprezzavo l’ordine che regnava nella mia chiesa e ne ringrazio Dio con tutta sincerità.
Avevamo anche l’amore. O, dovrei piuttosto dire, ne possedevamo una piccola misura. Se qualcuno ci sorrideva noi gli rendevamo il suo sorriso. Avevamo imparato ad amare quelli che ci amavano ma non spingevamo l’amore fino ad amare quelli che non ci amavano.
Ma non avevamo nessuna potenza. Quando avvenne il Risveglio, Dio ci accordò tutti i doni dello Spirito Santo – la potenza, l’amore e l’ordine tutto contemporaneamente.
Mi ricordo benissimo di quella serata del 26 settembre 1965 nella nostra chiesa. Eravamo circa 200, d’ogni età, radunati per un servizio di preghiera. Mentre pregavamo, improvvisamente è accaduta una cosa strana, come nel racconto del capitolo 2 del libro degli Atti. Conoscevamo questo passo da molti anni e molti anche l’avevano imparato a memoria. Mai però ne avevamo fatto l’esperienza nella nostra vita.
Il nostro pastore ci aveva spesso detto: “Dal momento che Dio ha mandato lo Spirito Santo alla Chiesa 2000 anni fa, lo si riceve automaticamente al battesimo”. Quella sera, il Signore ci aprì gli occhi e cominciò a farci intendere che questo non aveva niente d’automatico.
Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo” leggiamo in Giovanni 3:16. Dio ha dato il suo Figliuolo per tutto il mondo, ma questo non significa che tutti gli uomini andranno automaticamente in cielo. Sebbene Dio abbia fatto questo dono al mondo, chiunque desidera andare in cielo deve venire al Figliuolo per ricevere la salvezza. È lo stesso per colui che desidera essere ripieno dello Spirito Santo. Gesù ha dato lo Spirito Santo a tutti quelli che l’hanno accettato come proprio personale Salvatore e che sono così diventati membri del Corpo di Cristo. Tuttavia, ognuno deve ancora rinunciare a sé stesso e rivolgersi personalmente a Gesù per ricevere la pienezza dello Spirito.
Noi ringraziamo Dio di averci aperto gli occhi in quella memorabile sera e di aver acceso nel nostro cuore la sete della pienezza dello Spirito. Allora ci tornarono in mente queste parole di Giovanni Battista: “Io vi battezzo con acqua, ma colui che viene dopo di me vi battezzerà con lo Spirito Santo e con fuoco”.
Per anni, i nostri predicatori ci avevano indotto in errore dicendoci che ci dovevamo accontentare dell’esperienza dei primi cristiani. Ma quella sera, il Signore ci rivelò che vivere la fede cristiana non era dipendere dall’esperienza degli altri. Si tratta di un’esperienza personale con l’Iddio vivente. Io ringrazio Gesù per questa rivelazione!

Un soffio violento e delle lingue di fuoco

Mentre eravamo in preghiera lo Spirito Santo sopraggiunse come al giorno della Pentecoste. In Atti 2 leggiamo che venne dal cielo come un soffio violento. È quel rumore che sentii: il muggito di un vento dentro la nostra chiesa, come all’inizio di un tornado. Guardai intorno a me senza vedere niente. Allora mi girai verso mia sorella, seduta accanto a me.
– Sorellina, senti uno strano rumore? Gli sussurrai.
– Sì, ma non te ne curare, continuiamo a pregare.
Si rimise in preghiera e nello stesso istante diversi cominciarono a pregare ad alta voce. Bisogna sapere che fino a quel momento noi pregavamo sempre ognuno a nostro turno, in un ordine perfetto. Bastava che una sola persona pregasse che tutto era stampato sotto i nostri occhi. Quella sera nondimeno quei protestanti riformati dimenticarono le loro preghiere liturgiche, e si rivolsero a Dio per lo Spirito. Dapprima alcuni, poi subito tutt’insieme.
“Oh! Gesù, esclamai dentro di me, che succede in questa chiesa? Hanno dimenticato il buon ordine della riunione”.
Mentre tutti pregavano osservai i pastori seduti sul palco. Come avevano l’aria preoccupata! Erano lì, davanti all’assemblea, non sapendo come guidare quelle 200 persone in preghiera. Anche loro sentivano il sibilo di un colpo di vento che si avvicinava. Guardai di nuovo intorno a me: niente si muoveva, era solo un rumore.
Sentii allora suonare la campana a martello. Di fronte alla nostra chiesa, dall’altro lato della strada, si trovavano il commissariato e la campana da incendio. L’agente di guardia avendo visto che il nostro edificio era in fiamme aveva suonato l’allarme. In Indonesia, e a Timor in particolare, non abbiamo veicoli di vigili del fuoco. Si suona semplicemente la campana a martello, la gente capisce che c’è il fuoco e accorre da ogni parte con secchi d’acqua e altri recipienti per tentare di spegnere il fuoco.
Arrivando in chiesa ben videro le fiamme, ma la chiesa non bruciava. Non si trattava di un fuoco naturale, era il fuoco di Dio che essi vedevano. E ne rimasero talmente colpiti che molti si dettero a Gesù Cristo e ricevettero il battesimo con lo Spirito Santo.
Naturalmente, le espressioni “battesimo nello Spirito Santo” o “essere ripieno dello Spirito Santo” ci erano estranee. Era qualcosa di nuovo. Ma il Signore ci fece comprendere la necessità di questa esperienza nella nostra vita; poiché noi non potevamo dipendere da una Pentecoste accaduta 20 secoli fa.
È proprio vero che noi non possiamo dipendere dall’esperienza dei nostri padri! Dobbiamo vivere queste cose noi stessi. È valido non solo per la salvezza in Gesù Cristo ma anche per il battesimo nello Spirito Santo. Non ci si può accontentare di ciò che hanno vissuto Pietro o Giovanni, o gli altri credenti della Bibbia. Un giovane rinuncerebbe a sposarsi per il buon motivo che suo padre l’ha fatto prima di lui?
Molti cristiani non capiscono di quale potenza, di quale amore e di quale gioia essi si privano vivendo senza la pienezza dello Spirito.

Un nuovo stile di adorazione

Ringrazio il Signore per aver perdonato la nostra ignoranza e per aver lasciato lo Spirito Santo agire potentemente quella sera. Ero seduto verso il fondo della chiesa e potevo quindi osservare ciò che accadeva. Improvvisamente, qualche fila davanti a me, una sorella si alzò e stese le mani verso il cielo.
“Signore, questa sorella rompe l’ordine del nostro culto. È contro l’uso di alzare le braccia”.
Quando entravamo nella chiesa avevamo l’abitudine di raccoglierci un momento in piedi in un pio atteggiamento, e poi di sederci.
“Signore, ho ancora fatto notare, che le prende? Questo non deve accadere da noi. Non è nel nostro stile”.
Il Signore mi ha ricordato queste parole della Bibbia: “Levate le vostre mani nel santuario” (Salmo 134:2). No, questa sorella non si conformava allo stile della nostra chiesa ma a quello della Bibbia. D’accordo, allora se è così, continui!
Sul palco, i due pastori non sapevano che fare. In tutta l’assemblea, la gente alzava le mani e adorava il Signore. Mi girai verso mia sorella per chiederle le sue impressioni e la vidi anche lei con le mani alzate e lodando Dio.
Poi notai la donna che stava davanti a me. Era analfabeta e ignorava persino la lingua indonesiana ufficiale utilizzata in tutto il paese. Conosceva soltanto la sua lingua tribale, quella di Timor. Naturalmente, non parlava affatto l’inglese. In quel tempo, possedevo alcune nozioni di questa lingua che mi avevano insegnato a scuola. E questa donna si mise a pregare ad alta voce in un inglese perfetto e molto bello.
“Oh, Jesus, I love You, disse, oh, I want to take the cross and follow You. Oh, I love You, Jesus”, (1) e non cessava così di adorare il Signore.
I nostri due pastori che non conoscevano una parola d’inglese credettero che fosse arabo. Si precipitarono sul pulpito e gridarono: “Signore, se questo non viene da te ma dal diavolo, e se è lui che produce questo linguaggio incomprensibile, fallo cessare immediatamente, ti preghiamo!” Ma più pregavano, più lo Spirito di Dio spandeva la sua benedizione.
Nell’altra ala della chiesa un uomo in piedi si mise a parlare in tedesco. Pronunciava delle meravigliose parole d’adorazione e di lode a Dio. Poi altri ancora si alzarono un po’ dappertutto nell’assemblea adorando il Signore in diverse lingue. Gli uni parlavano in francese, altri lodavano Dio in diverse lingue tribali. Una donna non cessava di dire “Shalom, Shalom”, senza sospettare minimamente che parlava in ebraico. Era il cielo sulla terra; era meraviglioso!
Quando le centinaia di persone accorse da tutta la città per spegnere il fuoco arrivarono in chiesa, sentirono tutte le preghiere ed esclamarono: “Che succede a questi cristiani? Non sono mai stati rumorosi. Non è proprio da loro pregare ad alta voce”. Entrarono in massa nella chiesa per vedere ciò che accadeva, e anziché 200 persone quella sera ce n’erano più di un migliaio.
Man mano che lo Spirito Santo li afferrava, essi erano convinti di peccato e accettavano Gesù come loro personale Salvatore. Nel pentimento, correvano a casa a cercare i loro feticci e la loro attrezzatura di stregoneria, i loro libri di astrologia, i loro manuali sull’interpretazione dei sogni, o ancora le loro opere pornografiche. Di tutto questo fecero un gran fuoco sulla piazza della chiesa.
Nessuno predicò ma lo Spirito Santo operava alla sua maniera. La riunione durò fino a mezzanotte. Il Signore rivelava a parecchi i loro peccati e le loro mancanze. A mano a mano che confessavano quello che Dio gli aveva mostrato, altri cuori erano toccati. Oh! Quant’è buono il Signore per aver rimesso ordine in tutte quelle vite quella sera!

Un sermone fuori del comune

A un tratto, uno dei fratelli salì sul pulpito. Questo era fuori del comune! Simile diritto non era accordato a chiunque. Il palco era riservato ai pastori e agli anziani. Ma quel fratello aprì la sua Bibbia. Io ridevo dentro di me perché la sua conversione risaliva solo ad alcuni giorni. “Poveretto, pensavo, si è appena convertito e vuole già predicare! Deve aver perso la ragione”.
Lui però non si curava delle nostre reazioni. Con la Bibbia aperta prese la parola: “Fratelli e sorelle, il Signore mi ha detto che tutto quello che sta accadendo è opera dello Spirito Santo”. Poi lesse: “E avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profeteranno, e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni”.
Predicò ben una mezz’ora, poi aggiunse: “Il Signore mi ha appena detto che domani, noi laici, dobbiamo andare ad annunciare l’Evangelo”. Questa volta non potei più contenermi:
– È impossibile! Come possono dei laici andare a predicare l’Evangelo? Ma via, non siamo mai andati alla scuola biblica né al seminario! È impossibile!
– Fratello Mel, mi rispose, il Signore mi ha detto che è dovere di ogni cristiano annunciare l’Evangelo. Non è solo quello dei pastori e degli anziani.
Ora riconosco che è quello che mancava alle nostre chiese. Lì stava il nostro errore. Noi siamo rimasti fra le nostre mura per parecchi anni, a provare a capire tutto, passando completamente a fianco della semplicità della Parola e non agendo. Io ringrazio il Signore per averci detto quella sera: “Domani, andrete a predicare l’Evangelo”.
Durante i tre mesi che seguirono, circa 70 gruppi formati da laici andarono ad annunciare l’Evangelo di villaggio in villaggio. E grandi miracoli avvenivano al loro passaggio. Così è cominciato il Risveglio d’Indonesia.

(1) “Oh! Gesù, ti amo! Voglio prendere la mia croce e seguirti. Oh! Ti amo Gesù!”

Fatti accaduti nell’isola di Timor durante il risveglio che cominciò nel 1965.

Tratto da: Mel Tari, Comme un souffle violent, Editions Missionnaires Francophones, DIJON – FRANCE, Ottobre 2003, pag. 19-26

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1 commento su “Isola di Timor: Una nuova Pentecoste”

  1. Ciao, io sono Giorgio, sono un diacono permanente della chiesa cristiana cattolica, appartengo da oltre 22 anni al movimento del Rinnovamento nello Spirito Santo, quello che ho letto mi ha fatto commuovere, come è bello innamorarsi del Signore per essere amati da Lui, il Signore ci ama di un amore immenso e ci ama così come siamo, con i nostri pregi e con i nostri difetti, lo Spirito Santo ha un potere fantastico, ci fa veramente comprendere cose che fino a ieri non avremmo mai pensato di fare e di dire, che il Signore padrone buono di tutte le cose vi benedica e vi protegga…Giorgio..pregate per me, per la mia vocazione e la mia famiglia.

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