Azerbaigian: infuria la persecuzione contro i cristiani

Niente nome cristiano per i neonati in Azerbaigian. Novruz Eyvazov, il felice padre di un maschietto nato il 18 giugno scorso, lo sa fin troppo bene. Oggi, suo figlio ha tre mesi. Ufficialmente non esiste per le autorità dell’Azerbaigian, paese del Caucaso, uscito dall’URSS nel 1991.

Suo figlio non ha il certificato di nascita e quindi niente esistenza legale.


Il signor Eyvazov non ha affatto dimenticato di recarsi alle autorità locali della città per dichiarare la nascita di suo figlio. Vi è andato il 21 giugno. Fieramente, pronuncia il nome che sua moglie e lui stesso hanno scelto per il loro figlio: “Ilya”. Risposta senz’appello dell’ufficiale di stato civile: “impossibile”. Rifiuta d’iscrivere il nome del bambino. Quando il padre gli chiede perché, la risposta dell’ufficiale di stato civile è semplice “perché è un nome cristiano”. Novruz Eyvazov riparte quindi senza certificato di nascita.

Ilya è la forma russa del nome Elia. I genitori del bimbo sono cristiani battisti. Minoritari in un paese dove la popolazione è al 96% musulmana. Il cristianesimo è percepito come la religione degli stranieri e allontanarsi dall’Islam per diventare cristiano è considerato come un tradimento nazionale. Senza certificato di nascita, il piccolo Ilya non può ricevere nessuna cura medica, né andare a scuola e ancora meno uscire dal paese. Questi genitori non sono preoccupati, dicono che “hanno fiducia in Dio per ogni cosa”.

E non è la prima volta che i coniugi Eyvazov incontrano questo tipo di problema, hanno già due figli. Moisei (Mosé), oggi dell’età di otto anni, ha aspettato tre mesi prima di avere il suo certificato. Luka il loro secondo figlio, dell’età di tre anni, ha aspettato 18 mesi prima di ottenere il suo. Mehman Soltanov del Ministero della Giustizia, ha garantito a Compass Direct, che risolverà il problema rapidamente. Anche se non comprende l’ostinazione dei cristiani a voler dare ai loro figli dei nomi stranieri. È un obbligo della “loro setta religiosa” di dare un nome straniero ai loro figli? Il pastore della chiesa battista della città di Aliabad ha detto che almeno cinque famiglie della sua congregazione sono nella stessa situazione dei genitori del piccolo Ilya.

Magdaléna Morisset

Fonte: Compass Direct/www.aleloo.com

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