Comore: Liberato di prigione, rilancia un corso biblico

Le settimane che Peter* ha trascorso rinchiuso in una cella non l’hanno scoraggiato, tutt’altro. Malgrado la malattia – Peter aveva la malaria – questo cristiano impegnato ha testimoniato con coraggio della sua fede ai compagni di detenzione. Esther sua moglie, andava spesso a fargli visita per portargli delle medicine ma queste sono state sistematicamente confiscate dalle guardie.


Solo i pasti che preparava per suo marito pervenivano al carcerato. Sapendo questo, Esther vi inseriva con discrezione alcuni versetti biblici. Ben nascosti nel cibo, i piccoli pezzi di carta sui quali erano scritte le preziose Parole sfuggivano alla vigilanza del personale del carcere. La fede di Peter fu considerevolmente rafforzata.

Oggi libero, Peter ha ritrovato sua moglie e i suoi tre figli. Anche se è ancora indebolito dalla malattia, una cosa gli sta particolarmente a cuore: mettere in piedi un nuovo gruppo di studio biblico. Eppure, è stato durante una tale riunione che era stato fermato il 20 maggio scorso. La polizia era spuntata fuori e aveva arrestato in tutto quattro uomini, tra cui tre cristiani. Fra loro, Peter, responsabile del gruppo e Timothée*, dell’età di 15 anni, proveniente dall’islam e che si era convertito al cristianesimo. Durante la loro guardia a vista, Peter e Timothée sono stati picchiati e minacciati affinché rinnegassero la loro fede. Hanno anche trascorso due notti quasi nudi, rinchiusi in una cisterna. Peter non ha ceduto alle pressioni, ma quanto a Timothée egli è tornato all’islam durante il suo soggiorno in carcere.

I quattro uomini fermati quel giorno hanno tutti beneficiato della grazia del nuovo presidente comoriano Ahmad Abdallah Mohamed Sambi. Questi ha infatti deciso di rilasciare tutti i carcerati arrestati durante i sei mesi che hanno preceduto la sua elezione.

*pseudonimi

Fonte: www.portesouvertes.fr

Condividi