BHUTAN: Rilasciati due cristiani

In Bhutan, piccolo regno isolato dell’Asia centro-meridionale, confinante a nord con il Tibet e a sud con l’India, sul versante meridionale della catena montuosa dell’Himalaya, il 29 luglio scorso la polizia ha rilasciato due cristiani di origine nepalese, fratelli tra loro, arrestati in gennaio con l’accusa di proselitismo e condannati a giugno a tre anni di reclusione. I due fratelli, che appartengono ad una chiesa pentecostale che conta molti fedeli in Bhutan, sono stati arrestati per aver fatto vedere una videocassetta su Gesù a casa di persone non cristiane. A denunciarli è stato un ragazzo presente alla proiezione, che li ha accusati di voler convertire i padroni di casa. Un pastore pentecostale, che lavora in Nepal con la comunità di rifugiati bhutanesi, ha reso noto che il rilascio dei credenti è stato possibile grazie alle pressioni della comunità internazionale e all’intervento del governo indiano, che ha parlato della questione con il re del Bhutan, in occasione della sua visita a Delhi. L’India è il Paese che, più di tutti, aiuta il Bhutan. La nuova costituzione del Bhutan, varata nell’agosto 2005, garantisce libertà di parola, opinione, pensiero, coscienza, religione, ma soltanto in linea teorica. Nella realtà, la sola religione ammessa è il buddismo e l’ingresso ai cristiani è proibito dal 1965. I circa 3000 cristiani presenti in questo paese asiatico devono attenersi a regole severissime: non possono costruire chiese, non possono riunirsi in modo libero, né testimoniare apertamente, perché è considerato “proselitismo”.

Fonte: Cristiani Oggi, 1-31 agosto 2006, pag. 6

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