Pakistan: liberazione di un detenuto cristiano condannato per bestemmia contro l’islam

Dopo sette anni di detenzione, Amjad Masih ha riacquistato la libertà. Oggi è tornato a casa, ma la Voce per i Martiri canadese sottolinea ch’egli soffre di depressione dopo aver subìto torture psicologiche e fisiche in detenzione.

Dal 5 febbraio 1999, Amjad Masih era carcerato nel centro di detenzione della città di Jhang. È stato condannato per aver bruciato il Corano,


secondo la dichiarazione degli unici testimoni presenti, dei poliziotti. Amjad Masih ha sempre gridato la sua innocenza ed ha affermato di non aver mai commesso un tale atto. Secondo la sharia applicata in Pakistan, bruciare il corano, libro santo, è una bestemmia.

Il 7 agosto 2003, l’Alta Corte del Pakistan orientale ha confermato la sentenza iniziale. Tuttavia, Amjad ha spiegato che la sua detenzione era stata mantenuta perché lui stesso ed altri detenuti cristiani rifiutavano di pagare una bustarella ai poliziotti.

I cristiani incarcerati subiscono fortissime pressioni. Il 7 aprile 2006, dei cristiani si sono riuniti per pregare e leggere la Bibbia insieme. Sorpresi dai carcerieri, sono stati torturati e posti ciascuno in una stanza di confinamento. Questo tipo di trattamento è frequente nelle carceri pakistane. Talvolta le percosse dei carcerieri sono talmente violente che alcuni carcerati muoiono.

Magdaléna Morisset – venerdì 2 giugno 2006

Fonte: www.aleloo.com

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