Messico: Un vescovo cattolico contro le persecuzioni

Verona (PA) – Il vescovo cattolico di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas, ha chiesto la fine delle violenze e delle persecuzioni contro i cristiani evangelici da parte dei “cattolici tradizionali” o caciques. Felipe Arizmendi ha chiesto che “cessino le espulsioni e le divisioni in nome della religione” e che “cessino le distruzioni e gli incendi delle case, gli affronti, e che neppure una goccia di sangue sia più sparsa a causa delle differenze religiose, politiche, culturali ed economiche”.
In questi ultimi trent’anni, l’intolleranza religiosa ha portato all’esilio forzato di 35.000 cristiani evangelici dalla loro terra, Chamula e da altri distretti. 34 evangelici sono in prigione dal 1997, accusati di aver partecipato al “massacro di Acteal”, nel quale 45 persone (soprattutto donne e bambini) hanno perso la vita. Sono accusati senza prove e alcuni di loro sono già stati condannati a 36 anni di reclusione.
Malgrado le difficoltà e la persecuzione, il numero dei cristiani evangelici non cessa di crescere. Oggi il 35% della popolazione in Chiapas, secondo un recente censimento, si professa evangelica. Dagli inizi degli anni ’80, Porte Aperte sviluppa progetti per la distribuzione di Bibbie e progetti di formazione e di sviluppo, con lo scopo di fortificare la Chiesa in Chiapas. Richard Luna, direttore di Porte Aperte in America Latina, ha detto: “La dichiarazione del vescovo Arizmendi è benvenuta nel contesto degli attuali conflitti”. Speriamo che i tradizionali cattolici in Chiapas decidano davvero di porre fine alle ostilità verso gli evangelici.

Fonte: Porte Aperte Italia – 27 giugno 2003

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