Il 21 luglio scorso, degli estremisti musulmani hanno appiccato il fuoco a un centro comunitario cristiano in Malesia. Quel sabato mattina, i membri della chiesa di Marthoma hanno ritrovato la loro chiesa completamente distrutta. I custodi dell’edificio hanno notato che due finestre erano state rotte e delle bombe molotov sono state scoperte lì vicino. I danni sono stimati a 300.000 ringgits (560.000 franchi francesi).
Secondo la polizia, i responsabili dell’incendio non sono altro che dei membri del Gruppo Militante della Malesia (KMM), un gruppo estremista musulmano. Erano già stati arrestati diverse volte per rapine a mano armata, attacco ad una stazione di polizia, assassinio di un politico e incendio di un’altra chiesa e di un tempio indù.
I membri della chiesa sono d’ora in poi costretti a incontrarsi nelle case per il culto della domenica mattina. Sono scoraggiati e demoralizzati per questa tragedia.
I responsabili di chiesa ritengono che questo attacco sia eccezionale, altri pensano invece che questo tipo di attacco diventerà frequente se il fondamentalismo islamico, come è praticato dal KMM, fosse autorizzato a svilupparsi fuori da ogni controllo.
I cristiani rappresentano il 7% della popolazione totale della Malesia, ossia 1,47 milioni su 21 milioni di abitanti.
Fonte: Portes Ouvertes