Uzbekistan: Pastore liberato di prigione, ma nuove difficoltà

Il pastore Nicolaï Rodzinsky, della città di Nukus (regione autonoma del Karakalpakstan) ha passato due mesi in prigione dopo essere stato arrestato durante un campo di giovani organizzato nel nord ovest dell’Uzbekistan. Arrestato il 25 luglio scorso e accusato di detenzione di droga, Nicolaï Rodzinsky doveva ripassare davanti alla Corte di giustizia. Ma il giudice incaricato del caso ha ritirato tutte le accuse contro il sig. Rodzinsky ed ha ordinato la sua liberazione proprio prima della ripresa del processo, il 28 settembre. L’accusa di possesso di droga era solo un pretesto. Le autorità locali rimproverano soprattutto al pastore Rodzinsky di aver organizzato un campo cristiano per giovani. Nicolaï Rodzinsky è stato picchiato a più riprese durante la sua detenzione e minacciato di essere “imprigionato a vita” se avesse rifiutato di cooperare di più con la polizia locale. La sua chiesa si è vista ritirare il permesso legale quando era l’ultima assemblea cristiana ad essere ancora in possesso di un’autorizzazione. L’anno scorso, quattro responsabili cristiani di Nukus erano anche stati condannati a pesanti pene di prigione, falsamente accusati di possedere droga. A seguito della pressione internazionale, sono stati liberati su decreto presidenziale. La legislazione uzbeka e sempre più restrittiva in materia di religione soprattutto verso i concittadini convertiti dall’islam al cristianesimo. Ogni incontro cristiano (culto, riunione di preghiera) è ormai proibito nella regione del Karakalpakstan.

Fonte: Portes Ouvertes/Voxdei

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